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Maria Berrini: il Piano Generale del Traffico Urbano, seconda puntata

Dal 27.03.2013 al 27.04.2013

È imminente l’approvazione del nuovo PGTU. Abbiamo chiesto al Presidente dell'Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio e nostro Consigliere di parlarci delle peculiarità di questo strumento

È imminente l’approvazione del nuovo PGTU, Piano Generale del Traffico Urbano.
A gennaio dell’anno scorso pubblicavamo una intervista in cui chiedevamo a Maria Berrini, presidente AMAT, già presidente dell’Istituto Ambiente Italia nonchè consigliere del nostro Ordine, di raccontarci quale fosse stato il contributo portato all’interno della consulta di tecnici facente capo a PIM  per la ridefinizione delle controdeduzioni alle osservazioni del PGT allora in fase di discussione, dal punto di vista della mobilità.
In tale occasione emergeva in modo chiaro l’apporto determinante dei temi della mobilità per la pianificazione più complessiva. Inoltre si approfondivano i criteri di definizione dell’area C, in quei giorni al suo esordio (il 16 gennaio la sua apertura).  A distanza di un anno, a gennaio 2013 è stato adottato il nuovo PGTU, già oggetto di osservazioni  e ora in fase di elaborazione delle controdeduzioni.
Dai giornali tale strumento appare -un po’ semplicisticamente- come lo strumento attraverso il quale sancire definitivamente l’esistenza dell’area C e poco più.
Per questo ci è sembrtato utile tornare su alcuni temi affrontati in quel primo incontro per meglio capire dove oggi il  PGTU vuole arrivare in termini più generali (ndr)

FdeA: A gennaio 2012 accennavi alle 757 osservazioni al PGT relative il tema della mobilità per sottolineare come  si trattasse di un tema territoriale. Oggi, a Piano definito, quali sono i punti di forza del nuovo Piano del Traffico?

Il PGTU è uno strumento, definito dalla norma, che ha obiettivi e compiti specifici, che lo differenziano da altri strumenti di portata più strategica (il PGT e il PUMS - Piano UIrbano Mobilità Sostenibile). Per semplificare possiamo dire che il PGTU si occupa di "circolazione del traffico" ma non di pianificare le infrastrutture, nè di riorganizzare il Servizio di Trasporto Pubblico. Inoltre il PGTU si limita a intervenire sull'ambito strettamente urbano e ha un orizzonte temporale di breve periodo (al contrario del PUMS). Il PGTU deve quindi certamente occuparsi di interventi utili a garantire maggiore sicurezza stradale e a ridurre la congestione e le esternalità ambientali del traffico.
La decisione presa a settembre dalla Giunta, è stata quindi quella di provvedere ad aggiornare il PGTU vigente (del 2003), nelle forme definite dalle direttive ministeriali: l'aggiornamento serve a monitorare, attraverso analisi dati, se le le azioni previste hanno avuto l'efficacia attesa e a sancire o affinare strategie e azioni coerenti con gli obiettivi, su un orizzonte di breve periodo. Sempre a settembre la Giunta ha dato via al procedimento di elaborazione del PUMS, adottandone le Linee di Indirizzo.
L'aggiornamento del PGTU è stato quindi sviluppato anche integrandolo con la VAS, cosa che ha permesso di valutare dal punto di vista ambientale diverse alternative e di rafforzare gli obiettivi in tal senso. La VAS è stata anche occasione di apertura al contributo disoggetti e associazioni che si sono espressi,  nei 60 giorni dedicati, nel Forum e con le osservazioni. A seguito della adozione da parte della Giunta e nei 30 giorni dedicati ad ulteriori osservazioni, il PGTU è stato presentato nei Consigli di Zona, che hanno poi espresso parere positivo e hanno trasmesso diversi contributi specifici.
Questo percorso, che ha permesso di integrare nell'aggiornamento diversi contributi, ha anche consolidato una prima base di dati e indicazioni progettuali che sarà utilissima anche per il PUMS.

L’aspetto territorialista del Piano non può non fare i conti con l’area metropolitana cui è chiamato a rispondere, pur con le limitazioni normative esistenti. Quali i punti che forzano in questo senso, anticipando di fatto l’avvento delle aree metropolitane e l’abrogazione delle province? È troppo presto per parlarne?

Sarà proprio il PUMS a porre le basi per una pianificazione di scala metropolitana. Nelle Linee di Indirizzo questo obiettivo è chiaramente espresso. Ovviamente il Comune di Milano non può sovrapporsi a competenze dei singoli Comuni, ma può offrire a loro e alla costituenda Città metropolitana un percorso di condivisione delle strategie, grazie appunto al PUMS, che poi dovranno certamente essere sviluppate ed attuate a quella scala.

I media insistitono sul fatto che con il PGTU congela definitivamente l’area C. Potresti esprimere meglio questo concetto, se mai accettabile, all’interno della più generale disciplina del Piano?

Il PGTU è certamente utile anche a dare base solida ad Area C, in quanto rappresenta lo strumento di pianificazione adeguato per  sancirne la coerenza.
Ricordo che gli obiettivi propri del PGTU sono, attraverso azioni sulla circolazione del traffico, la riduzione di congestione e di esternalità ambientali e incidenti in ambito urbano.
L'aggiornamento e la VAS hanno permesso di fare una valutazione attenta degli esiti di questi anni di sperimentazione della strategia di "pedaggiamento dell'uso della strada" (Road pricing, già inserito come proposta da sperimentare, nel PGTU 2003). E quindi l'aggiornamento oggi conferma il Road pricing come strategia efficace, indicando l'opportunità di renderla permanente. Il PGTU indica anche i criteri generali a cui il provvedimento definitivo dovrà richiamarsi, criteri che sostanzialmente ricalcano l'attuale assetto delle regole di Area C, ma che lasciano spazio a possibili aggiustamenti, come per esempio all'adeguamento delle regole al progressivo modificarsi del parco veicolare. 

Nella prima puntata insieme alle piste ciclabili introducevi le aree 30 (a traffico lento): il Piano è riuscito a  riconoscerne qualcuna? E con una localizzazione diffusa? 

Il PGTU inoltre integra il Road pricing in un quadro più vasto di interventi per la diffusione della ciclabilitàe per l'attuazione delle Isole ambientali, attraverso Zone 30 e interventi sulla circolazione. Il PGTU sancisce quindi numerosi interventi –il più possibile diffusi però- che in questo campo sono programmati o in via di affinamento progettuale per il prossimo triennio, ma li integra anche con diverse segnalazioni emerse da CdZ, cittadini e associazioni, interventi di cui si dovrà successivamente valutare la sostenibilità tecnica e finanziaria nel breve periodo.
Ritengo che queste segnalazioni potranno comunque essere valorizzate e messe a sistema ulteriormente nel percorso di elaborazione e approvazione del PUMS, dato che tra le sue linee strategiche portanti questi temi trovano un forte riconoscimento.

Francesco de Agostini

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