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Progettare co abitare non consumare suolo

Dal 15.10.2012 al 16.11.2012

Un resoconto dell'incontro a cura del Master in Housing Sociale e Collaborativo e POLI.design di martedì 9 ottobre svoltosi all'Ordine con MARC, Diverserighe e Tam. presenta Luca Molinari

Proseguono gli incontri organizzati dal Master in Housing Sociale e Collaborativo di Poli.design / Politecnico di Milano, in collaborazione con la Fondazione dell'Ordine.
Martedì 9 ottobre serata funambolica condotta da  Luca Molinari per discutere di alcuni temi che non si devono ridurre all’emergenza dell'abitazione sociale, ma che più complessivamente riguardano condivisione delle risorse non riproducibili –prima tra tutti il suolo- e quindi più in generale la riqualificazione delle nostre città, attraverso principi di densificazione e demolizione/ricostruzione .
Per farlo ha proposto 3 gruppi di progettazione molto diversi tra loro.

Primi ad intervenire studio MARC di Torino, già ospiti alla biennale del 2010 curata da Molinari proprio sul tema della densificazione. Una ipotesi sviluppata su una città media italiana –in specie Foligno- dove alla planimetria della città murata è accostata una area di densificazione ottenuta proprio attraverso la sovrapposizione di una maglia affine alla città compatta limitrofa, fatta crescere su diversi layer, ovvero densificando il tessuto per sovrapposizione.
A questo succedono altri progetti realizzati, 2 residenze e 1 ufficio, in cui il tema portante rimane la moltiplicazione dei piani: un lavoro in sezione che dall’esempio più minuto –il recupero di un sottotetto- ad alcuni più complessi, tende a sviluppare il tema del riuso  attraverso azioni quali sfalsamento, scavo, sottrazione di materia. Sempre puntando a moltiplicare il suolo all’interno dello stesso spazio.

Simone Gheduzzi di Diverserighe Studio, racconta invece il lavoro compiuto su alcuni quartieri dormitorio di Bologna, in cui i loro progetti in cui la strategia dell’ascolto restituisce una dimensione misurata del risiedere, attraverso il rapporto con lo spazio pubblico.
Un percorso dal basso che li porta a collaborare con l’amministrazione bolognese per la costruzione del bando dedicato all’introduzione di elementi di co-housing in un edificio di proprietà comunale. In esso il collegamento verticale diventa supporto ai luoghi della relazione, sfondando 2 solai in corrispondenza dell’ingresso e sfruttando la distribuzione come filtro tra aree pubbliche e privato, sempre nella prospettiva di creare luoghi porosi in cui la casa torna ad essere considerata un servizio e non mero valore di scambio.

Raoul Pantaleo di TAM associati di Mestre, già noto per gli interventi compiuti per Emergency,  illustra la sua esperienza di progettista per co houser. Per farlo parte dal tema del linguaggio e in specie della comunicazione nell’architettura, in questo ambito più che mai necessariamente trasversale.
Ripercorre un po’ la storia dell'impresa sociale degli ultimi 15 anni, dalla nascita del cosidetto ‘terzo settore’ a fine anni ’90, che è seguito alla fine degli anni eroici dell’edilizia pubblica ‘top-down’, fino agli ultimi 2/3 anni, dove il sociale a-ideologico si è trovato a fare i conti con l’interesse privato nelle aspirazioni sociali.
La sua esperienza prende spunto dalle relazioni con le cooperative di commercio equo e solidale, in cui all’interno di una fiera ddelle buone pratiche si trovarono a parlare di Abitare. Una sequenza che da concetti più generali di sostenibilità e stili di vita partecipati ed eco-semplici, ha portato per via naturale ad occuparsi di cohousing. Il  percorso di creazione di una comunità di co houser, spiega, è un processo che passa attraverso diverse soglie di selezione per la formazione del gruppo, che trova le affinità nella definizione e qualificazione degli spazi comuni, della gestione diretta, del tempo libero e degli spazi di lavoro, dei luoghi dei bimbi, del verde.
Il gruppo, mediamente di 8/10 famiglie, a questa fase si autonomizza, ed il ruolo dei facilitatori si rende meno determinante. A questo punto si avvia la ricerca immobiliare e il processo partecipato di progetto, che si fonda sulla fiducia nel progettista ed in cui anche l’impresa diventa parte del sistema.
Presenta quindi alcuni esempi: un primo composto di alcune case sparpagliate in un campo; un’altro in cui viene riqualificato un immobile ex ina casa, in cui gli spazi comuni sono ricavati al piano terra.
Il cohousing, conclude, non ha una regola ma delle buone pratiche, che accompagnano la costruzione dell’identità del gruppo attraverso un processo partecipativo.

Paolo Mazzoleni sottolinea la ricorrenza di alcune parole d'ordine tra i diversi gurppi. La consapevolezza è nella necessità di sganciare l’abitare dall’accumulo di ricchezza, riconducendolo cioè al suo termine originario, di servizio. E poi gli spazi intermedi -una domanda carsica.

Luca Molinari sottolinea come in italia la piccola proprietà abbia prevalso e con essa si sia determinato l’isolamento, il disinteresse per il cosa c’è fuori. Bisogna ,allora mettere in discussione proprio questo patto sociale dove lo spazio pubblico è ignorato.

Stefano Guidarini si pone in questa prospettiva  il problema dell’ambito disciplinare dell’architetto, in cui la partecipazione e l’interazione con il committente diventa luogo fondativo.

Riguardo la politica pubblica di co housing rimangono parecchi problemi da risolvere. Come costruire i gruppi elettivi? Come si fa e come avviene la selezione?
Si deve sposare un modo di vita in cambio di un bene primario come è la casa.

Simone Gheduzzi riprende la divisione delle tipologie per fasce familiari, e ribadisce il tempo determinato, ovvero la mobilità, come regola per il corretto funzionamento.

Maurizio Bonino sottolinea la logica individuale che nel co housing responsabilizza tutti, la dove al cotrario la tradizionale assemblea di condominio è emblema del tutti contro tutti.

Raul Pantaleo in conclusione ricorda che l’apporto del pubblico è determinante per diffondere il modello co housing, altrimenti di appannaggio a fascie medio alte di reddito. L’autodeterminazione deve invece portare da 1.200€ a 600€/mq il costo di costruzione.

Stiamo a vedere quali amministrazioni dopo i primi tentativi pilota di Torino e Bologna coglieranno l’occasione.

Francesco de Agostini


prossimi incontri:

24 ottobre 2012 dalle ore 21.00 | Forme dello spazio aperto
Il progetto dello spazio aperto come elemento di relazione tra la residenza e la città.
Aldo Aymonino. Discussant: Sara Protasoni, Stefano Guidarini.

6 novembre 2012 dalle ore 21.00 | Abitare nella contemporaneità
Permanenza e mutazione nell’abitare urbano
Relatori in attesa di conferma

15 novembre 2012 dalle ore 21.00
| Serata conclusiva: il futuro dell’Housing Sociale e Collaborativo. Conversazione con i protagonisti del settore
Saranno presenti i coordinatori e i membri del comitato scientifico del Master del Politecnico di Milano.

II Edizione del Master in Housing Sociale e Collaborativo
Programmare, progettare e gestire l’abitare contemporaneo.
Il Master è organizzato da POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano ed è supportato dalla Scuola del Design, dalla Scuola di Architettura Civile, dalla Scuola di Architettura e Società, e dalla Scuola di Ingegneria Edile e Architettura del Politecnico di Milano.

Partner principale dell’iniziativa è Fondazione Housing Sociale, insieme a Confcooperative Federabitazione, Legacoop Abitanti e Associazione Nazionale Costruttori Edili e FederLegno Arredo. Le più importanti Società di Gestione del Risparmio (SGR Immobiliare) hanno aderito all'iniziativa, tra le quali Polaris, Prelios, Investire Immmobiliare sgr e Torre sgr. Realizzato con il supporto di FederLegno Arredo, il Master durante la prima edizione ha ottenuto il patrocinio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Milano, dell’ACRI-Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa, di Cassa Depositi e dell’INU-Istituto Nazionale di Urbanistica.

L’ inizio delle lezioni è previsto per gennaio 2013.

Per info e/o richieste Ufficio Coordinamento Formazione:
formazione@polidesign.net
Tel. 02/23995911

Alle ore 21.15
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano
via Solferino 19, Milano

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