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Processo di riforma degli ordinamenti e dell'esercizio professionale

Dal 14.04.2012 al 15.05.2012

mercoledì 11 aprile 2012 si è svolto presso la nostra sede un incontro dedicato all'approfondimento delle recenti norme in materia di liberalizzazione e riforma delle professioni

mercoledì 11 aprile 2012 serata dedicata all'approfondimento del futuro esercizio della professione e degli Ordini con il nostro presidente Daniela Volpi, accompagnata al tavolo da Simone Cola, membro del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, e dai consulenti  degli sportelli attivi presso la sede dell'Ordine avvocato Mario Battaglia, civilista, e il dott.Attilio Marcozzi, commercialista.
Accanto trovate le schede di sintesi della nuova normativa in materia di riforma delle professioni. Di seguito l'introduzione dell'arch. Daniela Volpi e il dibattito che ne è seguito.

Indipendentemente dalle considerazioni che sono emerse da più parti sul metodo adottato dal Governo nell’affrontare con lo strumento della legislazione d’urgenza un tema che incide anche sulla più generale Riforma delle professioni intellettuali, vogliamo considerare questa liberalizzazione, se pur imposta per legge,  come un’occasione che ci consente di rivolgere la nostra attenzione alle strade percorribili per far si che gli architetti italiani possano inserirsi adeguatamente in un contesto sociale ed economico di dimensione europea.

Non vogliamo, come in alcuni casi sembra accadere, chiuderci in una posizione di rifiuto e di retroguardia di fronte alla razionalizzazione del settore, ma essere parte attiva del processo evolutivo di una professione intellettuale come quella dell’architetto che, se non adegua la propria strumentazione e le proprie forme organizzative, rischia l’emarginazione da un mercato sempre più competitivo.

Da alcuni anni infatti il mercato dell’architettura si va trasformando in funzione della complessità tecnico-produttiva delle opere, della cornice normativa, della domanda dei servizi professionali e dell’allargamento all’Europa, che nel dettare nuove condizioni e nell’imporre nuove regole  offre diverse e per certi aspetti inedite opportunità.

Lo scenario professionale, dunque, si deve muovere tra innovazione e competizione, in una sfida che  deve giocarsi sulla professionalità, sulla competenza, sull’etica e sulla qualità dei servizi e delle prestazioni offerte.
Sembra ormai che la competitività, la concorrenza e la tutela degli interessi dei consumatori siano il presupposto ineludibile per  l’avanzamento del paese e che il raggiungimento di tale obiettivo debba essere raggiunto attraverso la revisione, e in molti casi l’abolizione, di regole vigenti.
Premesso che i servizi professionali prestati dagli architetti hanno importanti effetti sulla collettività, e che per questo è stata ad essi imposta  storicamente una regolamentazione che  riguardava principalmente i requisiti di accesso, i diritti esclusivi, la deontologia, le tariffe, la pubblicità e le strutture societarie, crediamo che i regolamenti possano essere necessari almeno per due ragioni:
La prima consiste nel fatto che vi può essere una disparità di informazione tra il professionista e il committente, il quale in genere può non avere lo stesso   livello di conoscenza tecnica del professionista ed avrà quindi difficoltà a giudicare la qualità dei servizi offerti.
La seconda ragione è che alcune attività professionali, tra cui certamente la nostra, possono avere un forte impatto sulla collettività (ad esempio un edificio mal costruito può mettere a rischio la sicurezza pubblica), e la sola capacità di autoregolazione del mercato può non essere in grado di evitare che le prestazioni professionali vengano  fornite in quantità insufficiente o con qualità inadeguata.

E’ dunque giustificata la presenza di regole qualora siano destinate a favorire la qualità dei servizi professionali e a proteggere la collettività da comportamenti scorretti dei professionisti.
Vediamo in che cosa consistono gli argomenti oggetto del “Processo di riforma degli Ordinamenti e dell’esercizio professionale”, legge che dovrà essere attuata con appositi regolamenti entro il 13 agosto 2012.

1. Mantenimento dell’ esame di Stato  (Accesso alla professione)  
Nella maggior parte degli Stati Europei l’accesso alla professione è soggetto a limitazioni (formazione, tirocini, esami di stato, iscrizioni agli albi, ecc .) perchèI  si ritiene che queste garantiscano che solo  professionisti dotati di qualifiche e competenze appropriate possano svolgere talune attività, contribuendo significativamente ad assicurare la qualità dei servizi professionali.

2. Obbligo di formazione continua (Aggiornamento professionale)
Concordiamo sull’importanza di un aggiornamento professionale continuo perché  riteniamo indispensabile che il professionista si doti di strumenti adeguati ad accrescere le sue competenze, nel rispetto e nella libertà della sua attività professionale, fermo restando che il professionista deve rimanere unico responsabile delle sue scelte e dei risultati delle sue prestazioni.

3. Tirocinio retribuito
Nel 50% dei paesi della UE è obbligatorio un tirocinio professionalizzante dopo il corso di laurea. In alcuni casi (Germania) due anni di tirocinio con contratto retribuito, possono sostituire l’Esame di Stato, mentre in Austria il tirocinio dura 3 anni e comunque è richiesto l’esame di stato per accedere alla professione. In molti altri paesi non è obbligatorio.
In Italia esiste già un periodo di tirocinio obbligatorio che si svolge durante il corso di Laurea.
Le novità introdotte dal decreto liberalizzazioni (convertito in legge) cambiano la durata del tirocinio che non può superare i 18 mesi e permettono che per 6 mesi sia svolto mentre si frequenta l’Università, senza compenso alcuno. Per gli altri 12 mesi è riconosciuto un rimborso spese forfettariamente concordato.

4.5.  Obbligo del contratto /Assicurazione
Nella maggior parte degli stati della UE gli onorari per i servizi professionali sono negoziati liberamente tra professionisti e committenti e in alcuni casi sono in vigore prezzi fissi e prezzi massimi e minimi.
Nell’ultimo decennio, seguendo le indicazioni della Commissione Europea, molti stati dell’Unione hanno abolito le tariffe fisse o rimosso quelle raccomandate.
In molti paesi le tariffe non sono obbligatorie ma solo consigliate, cosa questa che sembra abbia un’influenza negativa sulla concorrenza, lasciando la possibilità ai fornitori di facilitare il coordinamento tra di loro (trust) o essere fuorvianti e ingannevoli per i consumatori.
L’Italia ha abolito le tariffe, anche come riferimento.
Dovremo quindi di utilizzare al meglio gli altri strumenti che la Riforma indica, quali ad esempio contratti specifici basati su  protocolli prestazionali e polizze assicurative che  tutelino sia la committenza sia i professionisti, definendo con chiarezza la qualità del servizio offerto e le reciproche responsabilità.
Condizione pregiudiziale all’obbligatorietà della polizza assicurativa del professionista per le responsabilità connesse alla sua attività è la determinazione rigorosa delle condizioni alle quali la copertura assicurativa deve essere prestata. Su questo tema stanno lavorando sia il CNA sia gli Ordini provinciali.
(Chiarimenti CNA)

6. Nuova istituzione di organi disciplinari
L’etica professionale è l’insieme di valori morali con i quali una comunità si misura e nei quali intende riconoscersi e, poiché crediamo fortemente che il prestigio di una professione sia collegato al rispetto rigoroso di questi valori, è indispensabile portare in primo piano il tema della deontologia della professione.
Questo tema  va affrontato e approfondito con l’obiettivo di giungere alla definizione di quelli che dovranno essere i capisaldi del comportamento dei professionisti sia nei confronti  della categoria professionale alla quale appartengono, sia nei confronti della committenza e nell’ambito della società civile alla quale la prestazione professionale è rivolta.
Abbiamo da anni sostenuto che la gestione del giudizio sul comportamento dei professionisti debba essere portata all’esterno degli organismi statutari di gestione degli Ordini professionali e che dovrebbe essere composta con modalità idonee ad assicurare adeguata rappresentatività, imparzialità e indipendenza, anche con la partecipazione, in misura minoritaria, di discipline diverse.
Questo per evitare che si sommino nello stesso organismo poteri che per loro natura dovrebbero restare  separati.
La Riforma ha previsto l’istituzione di organi disciplinari separati dai Consigli degli Ordini.

7. Pubblicità informativa libera

Nell’UE molte libere professioni sono soggette ad una regolamentazione specifica in materia di pubblicità e in taluni casi la pubblicità è proibita.
E’ evidente che la pubblicità può agevolare la concorrenza informando i consumatori sulle caratteristiche dei diversi prodotti offerti, mentre si osserva che l’asimmetria di conoscenze tra professionisti e utenti di servizi professionali può generare in questi ultimi difficoltà a valutare le informazioni. E’ necessario quindi che siano protetti da pubblicità ingannevoli o manipolatorie.
Il CNA e gli Ordini degli architetti già dal 2009 si sono adeguati alla liberalizzazione della pubblicità.

Società di professionisti
Due parole sulle società professionali, anche se non sono contenute nei principi di questa riforma ma che sono state introdotte in due successivi provvedimenti che vedremo in seguito.
In Europa le professioni liberali sono soggette a regolamentazioni specifiche riguardanti la   loro struttura organizzativa.
Abbiamo sempre appoggiato l’idea che si dovesse permettere la formazione di strutture societarie allargate purchè fosse mantenuta l’indipendenza decisionale dei professionisti e gli standard etici della professione, garantendo che i componenti professionisti fossero quindi  prevalenti rispetto a quelli che,  per loro natura,  possono operare senza gli stessi vincoli.

Conclusione

L’esigenza di aprire alla libera concorrenza  le professioni intellettuali passa anche attraverso una revisione in generale del ruolo degli Ordini professionali e in particolare delle loro competenze.
A conclusione di queste prime considerazioni e in un momento in cui le varie posizioni appaiono spesso in contrasto, è necessario che si apra un dibattito costruttivo sul futuro del nostro mestiere affinché gli architetti raggiungano una posizione chiara e condivisa  sulla concorrenza, sulla formazione, sull’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, sulle  modalità di conferimento degli incarichi ecc.
Il tema è stimolante perché riguarda il futuro degli architetti italiani ed europei che sono chiamati ad operare in un contesto nuovo, dinamico e aperto, dove ogni professione deve avere una sua specificità e possedere quei principi di qualità e valore culturale nei quali tutti crediamo e dai quali non possiamo prescindere.
Daniela Volpi

A seguire il dibattito con il pubblico, che ha in particolare toccato le questioni di più immediato riscontro -tariffe e contratti, assicurazioni, società tra professionisti- oltre che sul futuro assetto delle collaborazioni professionali anche in funzione della imminente Riforma del Lavoro. Di seguito alcuni degli argomenti emersi.

ASSICURAZIONE RC
L'obbligo è vigente dal 24 gennaio 2012.
Non sussiste obbligo per coloro che nell'esercizio professionale non utilizzano proprio timbro e firma, ovvero, a semplice titolo di esempio, per tutti coloro che hanno attività di collaborazione stabile presso altri studi. In tal caso, sottolinea Simone Cola, l'assicurazione del titolare dello studio deve coprire nominativamente tutti i collaboratori dello studio.
Dovrà dunque differenziarsi il mercato delle Assicurazioni, sia riguardo l'entità delle opere progettate, sia la quantità di contratti erogati dal professionista.

AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Per alcuni professionisti -medici, commercialisti, avvocati, notai- esiste già, e dovremo aspettare il regolamento entro il13 agosto 2012. Gli Ordini erogheranno corsi di formazione e aggiornamento, ma in parte i crediti formativi, come sottolinea Simone Cola, saranno riconosciuti mediante alcuni protocolli dell'esercizio professionale.

TARIFFE E CONTRATTI
Carlo Lanza, coordinatore dello sportello tariffa della commissione Parcelle, sottolinea l'esistenza consolidata anche di forme contrattuali verbali, come spesso avviene per i committenti che non firmano. In tal caso è buon uso scrivere una lettera di incarico, all'indomani della stipula verbale, che serve a condividerne memoria.
L'abrogazione delle tariffe nel 2006, ci hanno insegnato a valutare quanto facciamo attraverso i protocolli prestazionali, che permettono di razionalizzarele azioni da compiere e gli eventuali imprevisti.
Propone che, così come introdotto l'obbligo di assicurazione per il professionista a garanzia del committente, si introduca l'obbligo di fideiussione sul compenso per il committente.

ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI
Mancano ancora le norme attuative per avere elementi utili di valutazione riguardo le novità introdotte dalla legge. Nella sostanza, sottolinea Attilio Marcozzi, si tratta di società in cui possono essere associate diverse figure professionali, oltre che soci di capitale -ancorchè limitati al 30%.
Ad esse si rimanda anche per il loro inquadramento previdenziale.

in chiusura la presidente, Daniela Volpi, propone di aggiornare periodicamente incontri informativi come questo con l'avanzare delle proposte operative di riforma, oltre che il consueto aggiornamento attraverso il sito, al fine di lavorare tutti assieme sulle proposte che si svilupperanno da qui al 13 agosto.

Francesco de Agostini

 


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