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Concorsi ed Expo, si continua a discutere

Dal 21.07.2011 al 21.08.2011

La proposta elaborata dall'Ordine e Assimpredil che promuove l'utilizzo dei concorsi per le opere di Expo 2015, dopo il passaggio in Parlamento approda al Consiglio Europeo degli Architetti

Numerose iniziative e articoli su quotidiani accompagnano in queste settimane la proposta formulata dall'Ordine degli Architetti di Milano e Assimpredil che promuove l'utilizzo dei concorsi di progettazione per le opere di Expo 2015.

La proposta, come racconta il presidente Daniela Volpi, dopo mesi di lavoro, veniva accantonata dalla società Expo 2015 a causa di alcuni problemi di forma in relazione al nuovo Codice degli appalti, sollevati da 'Infrastrutture Lombarde', incaricata dalla società di gestire le gare.

Successivamente, veniva approvato dal Parlamento un ordine del giorno per chiedere una soluzione qualitativa della questione, riguardo cui l'on. Mantini interviene prima sulle pagine di 'Italia Oggi', poi sulle pagine di 'Progetti e Concorsi' del 4-9 luglio, chiarendo il quadro dei problemi che assillano il neo sindaco Pisapia e il quale che sia futuro Commissario Straordinario di Expo 2015.

In questo senso, in occasione di un incontro organizzato da Emilio Battisti e riportato sulle pagine di Repubblica di martedì 19 luglio, di seguito pubblicato, Stefano Boeri chiarisce il lavoro che la giunta di Milano, pur con qualche fatica, sta compiendo in questa direzione. Lo potete ascoltare anche in questa registrazione filmata.

Infine, sempre a supporto di questa importante iniziativa, giunge l'appoggio dell'Architects' Council of Europe, per mano del suo Presidente Selma Harrington, che sottolinea: "the ACE policy is to promote the greater use of architectural design contests as a means to ensure a higher architectural quality and to ensure access to such work for young and innovative architectural offices".

da Repubblica, martedì 19 luglio 2011
Expo, i fans di Pisapia restano divisi

di ALESSIA GALLIONE

Il dibattito è partito sul web, con il popolo di centrosinistra che ha invaso siti e profili facebook esponendo dubbi e contrarietà. Ed è ancora lì, soprattutto sulla pagina del social network di Giuliano Pisapia, che i suoi sostenitori hanno commentato l' intervista in cui il sindaco ha cercato di spiegare le ragioni della firma all' accordo di programma per le aree di Expo ereditato dal duo Formigoni/Moratti.
Una scelta obbligata, per Pisapia: «Io avrei espropriato, ma era impossibile cambiare l' accordo». Perché il tempo per farlo non c' era più e Milano avrebbe rischiato la revoca da parte del Bie.
Parole che continuano a dividere quanti hanno commentato sul facebook: da una parte chi appoggia la decisione («Forza Giuliano, siamo con te»; «Lo sappiamo che non avresti voluto farlo, ma era l' unica cosa») e dall' altra chi avrebbe voluto modificare radicalmente l' impianto («Che errore»; «delusione e basta»).
Ma, adesso, per tutti si deve guardare avanti. E fare in modo che quei «paletti» di cui parla anche il sindaco per salvaguardare il post Expo diventino realtà.

Anche l' assessore Stefano Boeri riparte da questa necessità. La sua posizione, dice, non è cambiata: «Si poteva seguire una strada migliore, i tempi c' erano». Ma ora, sostiene, il suo impegno è concentrato «per cercare di ridurre i danni di quell' accordo. Si può fare ancora tantissimo». Sulla possibilità di potenziare le deleghe sull' Expo dell' assessore, il sindaco sembra aver preso tempo: prima serve «il chiarimento» sul ruolo dello stesso Pisapia come commissario straordinario. Poi, «se saranno necessarie modifiche ne discuteremo con serenità». Ecco la risposta di Boeri, che non mette fretta ma continua a rivendicare maggiore forza: «Ora l' importante è che Pisapia diventi commissario: è una garanzia per cui mi batterò. Una volta che questo avverrà, però, mi aspetto che mi dia una delega piena».

La sua idea sull' accordo e, soprattutto, su quello che significherà per quel milione di metri quadrati dopo il 2015, Boeri l' ha ribadita durante una serata pubblica dedicata a Expo nello studio dell' architetto Emilio Battisti.
Al dibattuto hanno partecipato anche la presidente dell' ordine degli architetti Daniela Volpi e il presidente dei costruttori Claudio De Albertis.
«Insieme - ha spiegato Volpi- per la prima volta abbiamo lavorato a una soluzione che permettesse di coniugare i concorsi di architettura per le opere Expo alla procedura degli appalti che, per i ritardi, vuole seguire la società di gestione». Per ora è caduta nel vuoto.

Per Boeri si dovrà lavorare da subito per abbassare l' indice edificatorio futuro: «Perché, sommato alla costruzioni di dell' evento che rimarranno, equivarrebbe a far calare sull' area 40 torri da 100 metri». Troppo. È per questo che, dice, proporrà di fare subito un documento di inquadramento al prossimo piano urbanistico sul post 2015, «che diminuisca l' indice e sposti altrove i volumi».

Con lo stesso obiettivo, il centrosinistra (la discussione è nel calendario del consiglio comunale già giovedì) presenterà un ordine del giorno per vincolare le costruzioni a funzioni pubbliche.
Sel ha già presentato qualche idea. E la linea è precisa: a cominciare dall' esclusione di case a prezzi di mercato prevedendo solo housing sociale.

 

 

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