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I luoghi del lavoro

Dal 10.12.2009 al 10.12.2010

E' on line l'itinerario a cura di Laura Montedoro dedicato all'architettura direzionale milanese, che ha dato un importante contributo nella costruzione della città moderna

Presentiamo nella nostra sezione on line dedicata agli itinerari, il percorso su “i luoghi del lavoro” a cura di Laura Montedoro: si tratta di una ricognizione sull’architettura terziario-direzionale del '900 e sul contributo che essa ha dato alla costruzione della Milano moderna. Su questo tema la produzione architettonica milanese adatta e reinventa i propri modelli cogliendo la specificità di nuovi materiali e sistemi impiantistici, attraverso due fasi temporali distinte, che riguardano dapprima edifici ex-novo e più recentemente interventi di riuso e riqualificazione di aree industriali dismesse.

La prima fase si apre tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta con il Palazzo della Borsa, di Paolo Mezzanotte: l’opera stabilisce con forza il tema della rappresentatività dell’edificio pubblico su piazza, attraverso il ricorso ad elementi del linguaggio classico come le colonne e il timpano. A pochi anni di distanza, invece, l’edificio della Montecatini di Gio Ponti esprimerà una modernità dirompente nel rapporto con la città, coniando una nuova matrice espressiva per l’edificio terziario. Sono soprattutto l’utilizzo dei serramenti a filo di facciata, con le superfici vetrate concepite non più come “vuoti” ma come sottili pellicole riflettenti scandite con rigorosa euritmia, a divenire modello per gli esempi successivi. Ciò che sorprende è inoltre la coerenza tra il disegno di facciata e la disposizione di impianti, attrezzature e postazioni di lavoro all’interno. La linea progettuale inaugurata da Ponti viene ripresa dagli architetti Mario Asnago e Claudio Vender negli interventi in via Albricci e piazza Velasca: il ritmo compositivo delle aperture, la bidimensionalità delle facciate, le superfici caratterizzate da fili netti, vengono portate al livello di pura astrazione, al punto da divenire cifra riconoscibile e consolidata del costruire moderno. L’esperienza razionalista, con questi edifici in grado di ridare ordine ad un isolato centrale della città, raggiunge livelli di eleganza e purismo sconosciuti fino ad allora: si stabilisce, attraverso il tema compositivo simbolico e astratto della facciata, un rapporto inedito tra il privato – la realtà del lavoro e dell’abitare – e il pubblico – la strada e lo spazio urbano.

A partire dagli anni cinquanta, la geometria rigorosa del lessico razionalista si contamina progressivamente, alla ricerca di una maggior dialettica con i contesti. In questo senso, è emblematico l’intervento dei BBPR in piazza Meda con la sede della Chase Manhattan Bank, un edificio in acciaio dalla forma curva che, ricucendo una parte di isolato nel centro città, rimanda all’abside della vicina chiesa di San Fedele.

Il secondo gruppo di edifici selezionati, originati da interventi di recupero urbano, si apre con la sede del quotidiano “Il Sole24Ore”, terminata nel 2004 dallo studio RPBW. Assieme al Lingotto a Torino e all’Auditorium Paganini a Parma, l’opera milanese è un caso emblematico in cui il tramutarsi degli elementi della meccanizzazione industriale in parti della contemporanea società dei servizi sembra essere divenuto processo naturale di costruzione della nuova città del lavoro. L’impianto planimetrico a U, con un cuore verde all’interno, la leggerezza delle facciate, ove di giorno prevale il rapporto tra le vetrate e i sistemi oscuranti mentre di notte si crea un effetto a lanterna, ed infine la facilità nella variazione dei microclimi interni all’edificio, sono temi che si riferiscono alle moderne tematiche della sostenibilità.
Se nella sede del Sole 24 Ore si fa ampio ricorso all’uso del vetro per conferire leggerezza ai fronti dell’edificio, la scelta progettuale che caratterizza la sede della Deutsche Bank dello studio Valle Architetti Associati è di carattere opposto: i blocchi edilizi disposti in continuità manifestano un’immagine di solidità e si configurano come ampi volumi tagliati a creare delle grandi testate aggettanti, che sono disposte al di sopra un basamento in granito nero lucido e riflettente.
Episodio a sé stante, lontano dall’intreccio caotico della città, l’edificio della Sede Mondadori a Segrate, opera di Oscar Niemeyer, si confronta con il tema della plasticità della costruzione in cemento armato e della leggerezza delle superfici vetrate: i grandi portali del porticato con intercolumnio variabile scandiscono armonicamente i fronti principali e manifestano calibrate variazioni nello spartito di facciata, andando ad inquadrare il blocco vetrato che, appeso alla struttura, rimane incredibilmente sollevato da terra, con un effetto di estrema leggerezza quasi a negare le leggi della tettonica.

Nel presentare l’itinerario, abbiamo consapevolmente escluso alcuni interventi attualmente in costruzione, che vengono comunque citati nell’introduzione della curatrice, data l’eccessiva vicinanza cronologica che rende difficile un giudizio critico esaustivo.

A questo link è possibile consultare l'itinerario "I luoghi del lavoro", mentre per visionare il repertorio completo degli itinerari on line, è sufficiente cliccare qui.

Alessandro Sartori
Stefano Suriano

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All'interno del programma di iniziative culturali promosso dall’Ordine degli Architetti, gli itinerari assumono un ruolo chiave nella valorizzazione dell'architettura contemporanea e nella comprensione della città e del territorio. La città di Milano presenta nelle realizzazioni dell'ultimo secolo una linea progettuale che rimanda, se pur in modo parziale e discontinuo, al significato profondo delle forme della città. Il progetto itinerari vuole costituire uno strumento per la promozione della conoscenza dell'architettura milanese, intesa non solo come possibilità di indagare teorie e soluzioni progettuali, ma anche come il consolidamento di un ambito culturale condiviso. Tale approccio intende proporre una molteplicità di sguardi sulla città come traino alle nuove ed imminenti trasformazioni urbane, riconsegnando ai cittadini l'idea di una città come fatto collettivo.

Itinerari di architettura moderna: l'architettura moderna come descrizione della città
Progetto a cura della Fondazione dell'Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano


Coordinatore scientifico:
Maurizio Carones

Redazione:
Alessandro Sartori
Stefano Suriano

Coordinamento attività:
Giulia Pellegrino

Ufficio Stampa:
Susanna Conte


Info: itinerari@ordinearchitetti.mi.it

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