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Moratti: il terremoto non deve fermare l'Expo

Dal 17.04.2009 al 17.04.2010

Si è concluso con un nulla di fatto il consiglio straordinario indetto dal sindaco per Expo. Pag 3 sezione Milano del Corriere della Sera di venerdì 17 aprile

Moratti: il terremoto non deve fermare l’Expo
Il sindaco: tornare al modello-Milano. La cognata Milly: di fronte alla tragedia dell’Abruzzo giusto tagliare le spese
Il Pd attacca la Bracco. La Moratti la difende: nessun conflitto d’interesse, ha regalato 10 milioni di euro per la cooperazione


Il terremoto non deve fermare Expo. Anzi, Expo può aiutare le popolazioni abruzzesi colpite dal sisma. Prima uscita ufficiale del sindaco, Letizia Moratti in Consiglio comunale dopo la vittoria parigina di un anno fa contro Smirne.


Tutto cambiato. Lo riconosce lo stesso sindaco. La crisi economica, il terremoto che ha devastato L’Aquila. Domanda delle domande. Ha ancora senso spendere 15 miliardi di euro per un evento come Expo quando bisogna ricostruire una regione? Lo chiede in aula, Milly Moratti, cognata di Letizia. «Proprio per questo oggi Expo — replica il sindaco — vale ancora più di un anno fa». Strumento anticrisi, volano per l’economia ma anche aiuto per le popolazioni colpite dalla tragedia: «Expo può essere un catalizzatore di risorse, un volano per accelerare non in modo assistenziale ma in modo costruttivo il rilancio del Paese e in particolare la ricostruzione dell'Abruzzo». Come? «Lo decideremo insieme al governo e agli abruzzesi. Milano ha dimostrato di essere vicina alla realtà drammatica del sisma in una maniera concreta e positiva. Così può essere Expo». Quasi un avvertimento al governo. O a qualche ministro che deve fare quadrare i conti dello Stato e potrebbe ripetere il gesto clamoroso del governo francese quando decise di rinunciare all'Expo del 2004 a Dugny per stornare le risorse su altre priorità. «In maniera un po’ facile — continua il sindaco — si potrebbe dire: non facciamo più l'Expo. Ma io non credo che la risposta sia non fare progetti che dentro di loro hanno capacità di creare ricchezza e posti di lavoro. Il problema è realizzare questi eventi, ma canalizzare questa risorse che si creano rispetto ad obiettivi nuovi». Lo dice chiaro e tondo il sindaco: «Fermare una città come Milano significa rallentare l'economia di un Paese, che è basata sulla capacità di Milano e della Lombardia di creare sviluppo».


Il sindaco chiede l’aiuto di tutti. Di maggioranza e opposizione. Ma dal centrosinistra arrivano dure critiche sul tempo perso. «Un anno buttato — attacca il capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino — nel quale siete riusciti nel miracolo negativo di trasformare l'Expo in una torta da spartire, una pura questione di affari e poltrone ». Il Pd presenta due mozioni.


Con la prima chiede che Diana Bracco, presidente della società, si dimetta dalla carica per conflitto di interessi, con la seconda che Lucio Stanca, ad della Soge, lasci il posto di parlamentare. Richiesta a cui si associa anche l’Udc con Pasquale Salvatore. Ma è la stessa Moratti che difende a spada tratta la Bracco: «Non vedo nessun conflitto di interessi. La Bracco ha dato gratuitamente 10 milioni di euro per i progetti di cooperazione internazionale ». Quelli che secondo la Moratti sono la vera cifra di Expo. Invisibili ai milanesi ma in realtà «uno straordinario strumento di solidarietà internazionale». «E mi dispiace che non si parli di questi progetti, non vengono considerati. Significa non aver capito il senso profondo di Expo».


L’aula piano piano si svuota. La seduta si chiude senza il voto delle due mozioni. Tutto rimandato a lunedì quando l’aula dovrà approva­re anche la nascita della Com­missione speciale su Expo. L’unica decisione bipartisan della giornata.


Maurizio Gianattasio


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