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Giulio Minoletti. Visioni urbane di Maurizio Montagna

Dal 22.12.2008 al 15.03.2009

All'interno della mostra Mercoledì 11 febbraio 2009 alle ore 17.30 si terrà la Conferenza dedicata alla figura di Giulio Minoletti.

"La città si fa bella"  si sviluppa in due sedi e rimarra' aperta sino al 22 febbraio.

La mostra La città si fa bella nasce dalla collaborazione tra il Comune di Busto Arsizio e il Comune di Gallarate; l’iniziativa si sviluppa infatti in due sedi, la Civica Galleria d’Arte Moderna (Gallarate) e le Civiche Raccolte d’Arte di Palazzo Marliani-Cicogna, ciascuna sede propone una mostra relativa le tendenze architettoniche, i piani e gli assetti urbanistici del territorio e delle due città tra gli anni Venti e gli anni Sessanta.

La mostra fotografica dedicata all’opera di Giulio Minoletti, a cura di Katia Accossato e Luigi Trentin, nasce con l’intento di riportare all’attenzione della cultura architettonica lombarda la figura e l’attualità di uno dei principali esponenti del razionalismo milanese.

Inaugurata sabato 17 Gennaio e aperta fino al 22 Febbraio, la mostra presenta uno studio storico-iconografico prevalentemente basato sulla fotografia di alcuni edifici dell’architetto, che ha operato per lo più a Milano e in Lombardia.

È, quella di Maurizio Montagna, una fotografia che sembra tralasciare qualsiasi elemento contingente, senza la pretesa di una rappresentazione unitaria e compiuta dell’oggetto architettonico, rappresentazione che è piuttosto affidata ad una serie di scatti presi separatamente ed affiancati nell’allestimento. La somma geometrica delle serie di fotografie affiancate non restituisce mai l’intero, ma determina sempre un sovrappiù, senza rinunciare tuttavia alla simmetria e all’equilibrio; si consuma pertanto uno iato tra lo spazio misurabile e lo spazio percepito attraverso l’osservazione d’insieme della fotografia, che quindi non è assunta come episodio di documentazione ma come fatto concettuale attraverso cui far emergere i contenuti del progetto di architettura.

Gli edifici fotografati sono il Palazzo per uffici in piazzale Loreto, detto ‘Palazzo del Fuoco’(1959/1963), l’edificio a ville sovrapposte nel Giardino d’Arcadia (1959), la Stazione di Milano Porta Garibaldi (1956/1963), l’ex sede della Società Liquigas in Corso Venezia (1952), la Casa del Cedro in via Fatebenefratelli (1951); un rilievo particolare è dato alla Casa del Littorio di Gallarate (1938/1940), di cui vengono esposti i disegni dei progetti originali conservati presso l’Archivio di Stato di Varese.

Le foto e l’allestimento, essenziale, suscitano interesse e curiosità nel pubblico della mostra, accompagnato nella visita dagli efficaci apparati grafici, che forniscono informazioni sui singoli edifici fotografati  ma che hanno anche la funzione di collocare storicamente la figura di Minoletti nel panorama architettonico italiano.


Minoletti è portavoce di un razionalismo forse troppo sincero per poter negare o nascondere la propria modernità, e per questo è relegato dalla critica architettonica ad un ruolo non di primissimo piano  all’interno del panorama milanese, dove il legame con la storia e con la tradizione è sempre dominante, e in cui la definizione razionale degli elementi architettonici è messa in secondo piano rispetto alla necessità di riflettere sul significato storico della città compatta, dell’isolato urbano e della cortina edilizia.

Minoletti, nato nel 1910, trova affinità di pensiero con il gruppo di maestri nati nei primissimi anni del ‘900 (Bottoni, Figini e Pollini, Albini, Gardella e i BBPR) e ne fa propria la lezione razionalista, ben presto applicata ai progetti architettonici ed urbani con cui ha occasione di misurarsi. Impossibile dimenticare il progetto Milano-Verde per la zona Sempione Fiera, del 1938, in cui il piano proposto, nella sua schematicità, si astrae dal contesto urbano tenendo come riferimento soltanto l’isolato berutiano e negando tutto ciò che si è stratificato nella storia della città. Se nel caso di Milano-Verde il rapporto con il reale risulta a priori pressoché impossibile, Minoletti avrà molte occasioni di sperimentare il rapporto con la realtà attraverso quel modo così trasparente di pensare l’architettura in senso razionale. Pensiamo ad esempio alla Mensa degli impiegati Pirelli alla Bicocca (1956), che non è stata risparmiata dalle vicende progettuali contemporanee, oppure alla Casa Albergo di via Bertani (1965), dove il rapporto con il Parco è tanto efficace quanto nella più celebre casa di Gardella, in posizione speculare rispetto all’area verde; è interessante poi notare la disinvoltura con cui Minoletti riesce a coniugare una scansione progettuale razionale con l’idea borghese del condominio di lusso nella Casa del Cedro di via Fatebenefratelli (1951), edificio in cui sono utilizzati materiali di pregio come le lastre di rivestimento in Marmo di Candoglia.


All’inaugurazione della mostra, dopo gli interventi dei curatori Katia Accossato e Luigi Trentin, il fotografo Maurizio Montagna, raccontando come in passato, pur frequentandoli abitualmente, non conoscesse i luoghi e le architetture di Giulio Minoletti, mette in evidenza la necessità di “fermare lo sguardo” nella vita di tutti i giorni; acquisire consapevolezza di ciò che ci sta attorno, dei luoghi che frequentiamo, degli edifici e degli spazi che quotidianamente viviamo ma che stentiamo a riconoscere, è un salto logico sostanziale ( per i più - duole riconoscere - un volo pindarico) che permette di sentirci realmente parte di una città e di un territorio. Il lavoro fotografico ed antologico sull’opera di Minoletti, dunque, tramite lo stimolo all’osservazione e la promozione di interessi e di conoscenza, può divenire metro di paragone e di verifica per un possibile nuovo immaginario urbano che ci permetta, anche se per frammenti, di tornare a sperimentare e a pensare un’architettura civile, nuovamente civile.

Stefano Suriano

 

In occasione della mostra dedicata a Giulio Minoletti la GAM ospita due incontri con esperti di settore che approfondiscono il ruolo dell’architetto in relazione ai suoi progetti urbanistici e a quelli legati al design industriale.
Il prof. Luciano Crespi, Ordinario di Progettazione degli Interni presso la Facoltà di Disegno industriale di Milano Campus Bovisa, e la prof.ssa Matilde Baffa, Ordinario di Composizione Architettonica presso la Facoltà di Architettura Civile Campus Bovisa, coordinati dall’architetto Luigi Trentin, co-curatore della mostra, conducono gli incontri dedicati all’approfondimento sulla figura di Giulio Minoletti negli anni della sua attività.

Sabato 24 gennaio 2009, ore 10.30
Giulio Minoletti progettista per l’industria
A cura di Luciano Crespi

Sabato 31 gennaio 2009, ore 10.30
Giulio Minoletti e la città
A cura di Matilde Baffa

 

Spazi per l’abitare. Busto Arsizio fra le due guerre: idee, architetture, interni è il titolo della mostra di carattere eminentemente storico che verrà allestita nelle sale di Palazzo Marliani-Cicogna a Busto Arsizio, curata dagli architetti Giulia Gambassi Pensa e Claudio Scillieri. La mostra è dedicata all’architettura e agli stili dell’abitare nel periodo degli anni Venti e Trenta del Novecento. Il percorso espositivo ha l’obiettivo di portare alla conoscenza del pubblico una realtà storico artistica poco nota, evidenziandone il legame con idee e riferimenti architettonici di più vasto respiro, quali le varie declinazioni dello stile Liberty, del Decò e del Razionalismo in Europa.

La mostra, articolata in più sezioni distinte tra loro, rimarrà aperta al pubblico fino al 15 marzo.

I cataloghi delle due mostre, editi da Shin Factory, saranno disponibili presso le due sedi.

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