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Settimana del 7 luglio 2008

Dal 14.07.2008 al 17.07.2009

Rassegna stampa dei principali quotidiani nazionali e del sito Archiworld, relativa agli articoli di interesse per Milano e Provincia. Primo piano: ancora Expo 2015.

Sacchi Annachiara
Pagina 7
(6 luglio 2008) - Corriere della Sera

Itinerari della scienza Il Nobel per la chimica Giulio Natta pranzava «da Duilio», Enrico Forlanini fece decollare in piazza Scala il suo elicottero

Da Leonardo a Einstein, la Milano dei «cervelli»

I giochi d' azzardo di Girolamo Cardano, la casa del giovane Albert: la città di geni e progressoL' immenso lascito di Leonardo: ridisegnò la città, progettò macchine avveniristiche, studiò il sistema delle vie d' acqua


Inventori, chimici, fisici, geografi. Non c' è solo la Milano di artisti, scrittori, imprenditori. La storia della città è fatta anche dal suo cammino verso il progresso, dagli ingegneri che si formavano nelle scuole Palatine del Broletto prima e al Politecnico dopo, dai grandi medici dell' ospedale maggiore (come Mangiagalli), dagli inventori (Forlanini), dagli astronomi dell' Osservatorio di Brera. Una strada che arriva fino a oggi. Segnata dal più grande maestro di scienza e tecnologia: Leonardo da Vinci. E con un «ospite» tanto illustre quanto inaspettato che in un casa del centro trascorse circa un anno: Albert Einstein. Viaggio tra invenzioni, brevetti, scoperte. Lo ha disegnato il centro Istur con Roberto Lavarini, docente di Sociologia del turismo all' università Iulm. Obiettivo: far conoscere le tracce lasciate dai personaggi che a Miano vissero e lavorarono. Non si può non partire da Leonardo che tra il 1482 e il 1513 disegnò la sistemazione urbanistica della città, progettò decine di macchine avveniristiche, studiò il sistema delle vie d' acqua. Un lascito immenso. A raccoglierlo, chimici, fisici, matematici. Come Girolamo Cardano, che abitava in via Arena e per mantenersi si dava al gioco, ma nel frattempo riuscì a ottenere un incarico alla scuola Piatti (in via San Pietro all' Orto), a entrare nel collegio dei fisici in Brera, a diventare il medico dei Borromeo grazie ai quali riuscì a salvarsi dall' Inquisizione e dall' accusa di eresia. Morì a Roma, ma chiese di essere seppellito in San Marco. Strinse rapporti con i Borromeo anche Bonaventura Cavalieri, frate gesuita (la sede dell' ordine era a Brera), commemorato al Famedio. Già, le targhe. Spesso inesistenti, o sbagliate. Ma ci pensano scuole e palazzi a ricordare i grandi scienziati. Come l' istituto magistrale intitolato a Maria Gaetana Agnesi, spirito vivace del Settecento: nacque in vicolo Santa Caterina, visse a Palazzo Litta Modignani, oggi in via Pantano, e fondò nel 1771 il Pio Albergo Trivulzio. Sempre un liceo scientifico, in via Benedetto Marcello, è intitolato ad Alessandro Volta, membro dell' Istituto lombardo di scienze a Brera. Un passo indietro: Ruggiero Giuseppe Boscovich fondò nel 1764 l' Osservatorio di Brera, fece erigere la Specola ottagonale e si occupò della stabilità della guglia del Duomo. Suoi successori nella direzione dell' osservatorio Luigi Lagrange e, un secolo dopo, Virginio Schiaparelli (dal 1860 al 1900). Dalla Milano degli astronomi a quella dei medici. Come Luigi Mangiagalli: sua la battaglia per gli istituti clinici di perfezionamento, sua (nel 1906) la fondazione dell' istituto ostetrico di via Commenda (a lui intitolato), suo l' incarico di rettore della Statale (nel 1923) e di sindaco di Milano (dal ' 22 al ' 26). Un altro personaggio stracitato ma misconosciuto: Enrico Forlanini. Un parco, un viale, un aeroporto dedicati a questo pioniere dell' aeronautica che studiò al Politecnico, collaudò un modello di elicottero da tre chili in piazza della Scala, realizzò nei cantieri di Baggio il dirigibile «Città di Milano». Erano gli anni tra l' Ottocento al Novecento. Gli stessi in cui un ragazzino tedesco, di nome Albert Einstein, si trasferì da Monaco a Milano (nel 1894). Sui Navigli, in via Lecchi, la ditta di dinamo e motori del padre; in via Bigli la casa. Quel palazzo, al civico 21, ricorda con una targa Albert Einstein «giovinetto», ancora lontano dal premio Nobel per la fisica ricevuto nel 1921. Oltre 40 anni dopo, nel 1963, lo stesso riconoscimento, ma in chimica, toccò a Giulio Natta, che studiò e insegnò al Politecnico, aveva l' ufficio in largo Donegani e, con la sua équipe, aveva come «luogo del cuore» il ristorante «da Duilio» in piazza del Politecnico, ora piazza Leonardo da Vinci. In omaggio al grande maestro.


Giovedì in Duomo l'addio a Giancarlo Ius
Il Gazzettino
08-07-2008


È arrivato ieri sera - dopo l'autopsia svoltasi in giornata - il nullaosta del magistrato della Procura di Torino ai familiari dell'architetto Giancarlo Ius: il funerale è stato fissato per giovedì alle 16.30 nel Duomo San Marco a Pordenone dove la salma giungerà direttamente da Torino dove l'architetto 55enne è morto all'alba di sabato scorso.

Dopo la cerimonia funebre (una prima cerimonia in suffragio si è svolta sabato pomeriggio a Torino alla presenza della moglie Caterina Brugnera e del figlio Michele) il feretro sarà trasferito per la tumulazione nel cimitero di Orcenico Inferiore (nel comune di Zoppola) dove vive la famiglia d'origine del professionista che era molto conosciuto nell'intera provincia. L'architetto Ius (già presidente dell'Ordine provinciale degli architetti) è stato colpito da un infarto all'alba nell'hotel Le Meridien-Lingotto di Torino dove si trovava per partecipare a un evento internazionale durante il quale avrebbe ricevuto un importante incarico di rappresentanza professionale. (...)

 

Panza Pierluigi
Pagina 38
(9 luglio 2008) - Corriere della Sera
ESTETICA RIFLESSIONI SULL' URBANISTICA

L' architetto è un medico per la città ammalata


Quali compiti può assolvere l' architettura nella società contemporanea? Per Nicola Emery, docente di Estetica a Mendrisio, l' architettura deve oggi intendersi come una terapia dello spazio, un «farmaco» per città e territorio e come «dispositivo sociale», che deve essere controllato e regolato. Nel suo nuovo libero Progettare, costruire, curare. Per una deontologia dell' architettura, che segue il precedente e più corposo L' architettura difficile, Emery riparte dalla Repubblica di Platone dove si definisce la città come «pascolo». L' architetto è l' heideggeriano «coltivatore» di questo spazio-pascolo, colui che si prende cura del luogo favorendo la salute dei cittadini anche attraverso una «decolonizzazione» dello spazio. Quanto all' essere un «dispositivo sociale», ripartendo da Foucault Emery richiama a un impegno dell' architettura: «Si sente spesso affermare che l' architettura è lo specchio della società»; ma non è solo specchio; «come minimo, è uno specchio attivo e retroattivo. Non riflette soltanto le identità sociali, ma contribuisce attivamente a formarle». L' architettura come medicina agisce dunque sia testimoniando l' epoca in cui si trova ma anche - un po' come già teorizzato da Manfredo Tafuri e Bruno Zevi - ponendosi come terapia. Il vecchio tecnigrafo o il cad del progettista, diventano anche tavoli operatori della nuova città.

 

Schiavi Giangiacomo
Pagina 9
(9 luglio 2008) - Corriere della Sera
Il caso *** Via Solferino 28 dalla parte del cittadino
IN PIAZZA MEDA E XXV APRILE UN DISASTRO I CANTIERI DEI BOX


Caro Schiavi, il cantiere del parcheggio di piazza Meda è fermo, nessuno lavora. Ma sul cartello della ditta Codelfa c' è scritto che il cantiere doveva essere ultimato nel febbraio 2007. Non sarà che i tempi di Milano stanno tornando quelli infiniti del Piccolo Teatro o del Passante ferroviario e le imprese ci guadagnano con le penali? Lucia Bozzetti Gentile

Signora Bozzetti, la telenovela dei parcheggi continua e i conti per i cittadini si fanno sempre più salati. Chi pagherà le penali per il mancato rispetto dei tempi? Chi subirà le conseguenze della inevitabile maggiorazione dei prezzi? Chi risarcirà i negozianti che hanno già avuto perdite consistenti? Sono tornato in piazza Meda dove nel 2005 qualcuno provò (inutilmente) a difendere gli alberi dai fiori bianchi che abbellivano l' aiuola verde con la «Ruota» di Pomodoro: c' è uno sventramento, un cratere deserto. Un anno e più di ritardo a causa dei reperti archeologici: ma non si sapeva anche prima che sarebbe finita così? Sant' Ambrogio, idem. Prima lo scavo, poi lo stop imposto dalla Sovrintendenza, e la ripresa dei lavori subordinati al recupero del danno per il fermo cantiere. Molti si chiedono: il Comune adesso autorizzerà la realizzazione di un maggior numero di box interrati? Altro caso, piazza XXV Aprile: lì i ritardi dei box stanno strozzando alcuni esercenti. Ma i cartelli pubblicitari sul cantiere che guarda corso Como rendono bene, e addormentano forse qualche coscienza. Intanto di notte si spaccia coca ed eroina, aumentano i furti e il tabaccaio Giuseppe Catapano è alla canna del gas per il crollo delle vendite: dice che non sa se è meglio appendere il cartello chiuso per ferie o per fallimento... Ripenso al caso di largo Gavirate, zona Lotto. C' è un parcheggio bloccato dal 2002. I box non rispettano certe norme di sicurezza, interviene anche la Procura. Nel 2007 la società Quadro Curzio cede la concessione. Forse ripartono i lavori, ma i vecchi acquirenti si defilano, basta, loro rinunciano ai box. Cronache marziane? No, milanesi. Il Comune batta un colpo, in difesa degli interessi dei cittadini. gschiavi@rcs.it

 

Cremonesi Marco
Pagina 3
(9 luglio 2008) - Corriere della Sera
Masseroli
«A Milano mancano spazi per costruirne una più grande»


«Le soluzioni indicate non sono tali. E per una grande moschea, a Milano non c' è posto». Nel giorno del buonumore per l' accordo raggiunto, l' assessore comunale all' Urbanistica Carlo Masseroli s' incarica di ricordare a tutti che la soluzione definitiva della vicenda è ancora lontana. Perché le ipotesi prospettate non vanno bene? «Giusto per rimanere a via Rubattino, è interessata da una riqualificazione. Quanto al capannone, è del tutto inagibile. Soprattutto, c' è ancora troppo da capire. Io vedo tre possibili strade». Le elenchi, prego... «La prima è quella della grande moschea. Un luogo di culto di questo genere avrebbe un bacino d' attrazione che arriva a Venezia. Ma a Milano, un luogo che abbia le caratteristiche urbanistiche necessarie, semplicemente non c' è». La seconda è quella delle piccole moschee? «Appunto. Però, bisogna essere chiari. Ci vuole la massima chiarezza su chi ne è responsabile, chi le finanzia e chi le gestisce, e a quali regole di comportamento ci si impegna». Il presidente del centro islamico Shaari dice che soltanto il Comune può indicare aree adeguate. «Anche in questo caso, vale il discorso delle regole: uno spazio comunale non può che essere messo a gara. E ovviamente pagato». La terza ipotesi? «Quella di un luogo per la sola preghiera del venerdì. Questo è oggettivamente più facile da individuare. Ma anche qui, non è detto che quello migliore possa essere a Milano. Lacchiarella, per esempio, avrebbe molte delle caratteristiche necessarie».

 

Schiavi Giangiacomo
Pagina 9
(10 luglio 2008) - Corriere della Sera
ARCHIVIOcronologico




Caro Schiavi, dal primo gennaio ho la responsabilità della realizzazione del Piano Parcheggi e il primo provvedimento che ho assunto è stato la nomina di persone dedicate a tempo pieno ad affrontare la situazione, oggettivamente complessa, del Piano Parcheggi sotterranei. Da quel giorno, sono cambiate molte cose: è stato effettuato il collaudo di 11 parcheggi residenziali per 1.600 box, sono in fase di ultimazione lavori che porteranno per il prossimo autunno a 2 mila nuovi posti auto sotterranei e sono stati avviati i lavori di otto nuovi parcheggi. Abbiamo inoltre stabilito nuove regole per tutelare tutti, soprattutto i cittadini, che confidiamo possano ridurre, in futuro, molte delle criticità riscontrate in questi anni. La nuova convenzione verrà firmata, a breve, per nove realizzazioni. Certo, ci sono state anche delle situazioni più critiche che ci hanno posto di fronte a problemi significativi e non ancora risolti, come Meda, XXV Aprile e Sant' Ambrogio. Per questi progetti, abbiamo tuttavia individuato percorsi che ci stanno portando a soluzioni definitive. Basti pensare che per tutte e tre le realizzazioni erano in corso, da più di due anni, indagini archeologiche: da dicembre, grazie alla collaborazione della Sovrintendenza, siamo riusciti a far concludere in due mesi. Per quanto riguarda Sant' Ambrogio, dopo mesi di diatribe, è stata raggiunta un' intesa sulla riqualificazione superficiale, che consentirà di far partire i lavori a breve. Entro la fine del mese definiremo, invece, il quadro di riequilibrio economico del parcheggio di piazza Meda: verranno mantenuti tutti i posti a rotazione previsti, di cui la città ha fortemente bisogno, con tariffe concorrenziali. Il fermo lavori in largo Gavirate invece non è imputabile all' Amministrazione. La Procura ha aperto un fascicolo che ha portato a temporanea sospensione dei lavori, a causa di un esposto da parte della dirigenza delle scuole adiacenti, che ritenevano insicura la loro attività. Dato che il progetto è già stato modificato mesi fa, siamo certi che anche questa situazione verrà presto risolta. Quello che ci ispira è sempre diminuire il disagio ai cittadini e confidiamo che qualche disavventura e qualche esperienza negativa possa essere di insegnamento per il futuro. Bruno Simini assessore ai Lavori pubblici Gentile assessore, riassumendo, ci sembra di aver capito che il piano parcheggi della vecchia giunta Albertini sta per arrivare a dama dopo qualche sudore freddo per il Comune. In particolare: 1) per Sant' Ambrogio si prepara l' accelerazione finale con l' accordo sulla riqualificazione della piazza e la trasformazione dell' area in isola pedonale; 2) per piazza Meda si deve trovare un punto di mediazione tra l' impresa costruttrice e il Comune per i danni del fermo cantiere: è probabile un allungamento dei tempi della convenzione per gestire i parcheggi a rotazione e un ritocco verso l' alto delle tariffe. Questo compenserebbe i 2 milioni di euro perduti dalla ditta per la paralisi degli scavi archeologici; 3) per piazza XXV Aprile siamo in alto mare. Gli errori di partenza, il problema dei tiranti, l' alta concentrazione di negozi, la mancanza di permessi da parte dei condomini, lasciano la situazione così com' è: assai confusa. In conclusione: con i poteri straordinari un sindaco ha trasformato Milano in un Klondike dove si è scavato senza pensare all' impatto ambientale. Dagli errori si impara, lei scrive quasi scusandosi, e di questo la ringraziamo. Ma avremmo preferito qualche errore di meno e qualche attenzione (verso i cittadini) in più. gschiavi@rcs.it


Idea verde per MILANO EXPO
Un'area di oltre 47 mila ettari attorno alla metropoli lombarda
Testata: L'espresso 11-07-2008
Carlo Petrini


Feeding the Planet, Energy for Life: nutrire il pianeta, energia per la vita. È questo lo slogan programmatico dell'Expo 2015, evento di portata mondiale che la città di Milano si è aggiudicata in primavera, proponendo un tema come quello della sostenibilità che non rischia di passare di moda.

Non capita sovente di avere così tanto tempo per riflettere e programmare un evento, sia pure di dimensioni imponenti. In questi anni Milano dovrebbe, anche, 'esercitarsi', provare a realizzare, in piccolo, alcune delle idee che si profilano come soluzioni al problema proposto. La palestra c'è, si estende su una superficie di 47 mila ettari e rappresenta una di quelle sfide che dovrebbero far venire brividi di futuro a qualunque politico con un po' di passione vera per il suo mestiere: si chiama Parco Agricolo Milano Sud. Esiste, come area protetta, dal 1983; come Parco Agricolo Milano Sud dal 1990. Con un'estensione pari a circa un terzo del territorio della provincia di Milano, con 61 comuni, centinaia e centinaia di aziende agricole, abbondanti acque, castelli, abbazie, boschi, le case e i palazzi che raccontano una civiltà contadina di straordinaria vitalità, con gli animali selvatici che vi hanno trovato un habitat perfetto, e quelli cresciuti negli oltre 300 allevamenti di suini e bovini che oggi occupano il 30 per cento dei territori agricoli del Parco, quest'area rappresenta un patrimonio verde di energia rinnovabile e prodotti sani e alla portata di tutti. Tutto questo è lì da molto prima che le carte bollate gli dessero un nome.

E ora pensate a Milano, la città abbracciata da quel parco, e ai suoi due milioni di abitanti. La parola 'abitanti' non rende l'idea di quelle persone; proprio come Parco agricolo Milano Sud non rende l'idea di quel territorio. Si tratta di due milioni di cittadini che vogliono star bene, sentirsi sani, far la spesa comprando cibo buono e sano senza che questa attività si trasformi in una corsa ad ostacoli. (...)

 

Gagliardi Giuliana
Pagina 30 (11 luglio 2008) - Corriere della Sera
Scenari Aziende, le strategie nelle risorse umane
Milano, Expo 2015 Una grande occasione per entrare in pista

Mattone, turismo, Pr: le assunzioni in vista. Un' indagine della Camera di commercio di Milano: 3 imprese su 4 investiranno in nuovi dipendenti o collaboratori


Milano fa il bis, meglio: il tris. Dopo le Expo universali del 1881 e 1906, i riflettori si accenderanno nuovamente nel 2015 quando, per sei mesi, la città si trasformerà in una gigantesca vetrina sul mondo con un' altra rassegna internazionale. Le opportunità per le imprese si trasformeranno anche in nuove opportunità occupazionali? Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano, rende note alcune serie di cifre - frutto di un' indagine commissionata a Iri-InfoScan - in cui si legge che un' impresa milanese su tre prevede di assumere a tempo indeterminato (circa il 36,4%); il 50% darà lavoro a tre nuovi assunti e una su cinque assumerà da cinque a dieci persone. Le imprese coinvolte negli investimenti da destinare a nuove assunzioni o collaborazioni saranno circa il 77%. Vittorio Villa, managing director di Robert Half International in Italia, è ottimista per gli esperti in project financing, e afferma: «Buone anche le prospettive occupazionali che Expo 2015 offre nel campo Business process engineering». La parte del leone è comunque legata al settore immobiliare e ai servizi correlati: finanziario e bancario. Pirelli Re incentiva l' occupazione con l' avvio dei lavori per Headquarter3M Italia Spa, un esempio di Ecobuilding localizzato all' interno del Malaspina Business Park. Il progetto favorirà il posizionamento di 600 postazioni di lavoro. Opportunità occupazionali sono previste anche per lo Studio Associato Ingegneria - Architettura - Urbanistica di Alberto Mazzucchelli, che dice: «Stiamo mettendo a punto servizi e supporti informatici per promuovere nuove iniziative sul territorio. Se troveremo un' adeguata risposta da parte dell' Ente pubblico e dai privati, è nostra intenzione ampliare l' organico». E Capital House ricerca personale da destinare alle diverse aree geografiche in qualità di esperti di intermediazione immobiliare e consulenti. Da 30 i punti vendita saliranno a 1000, mirando la modernizzazione dei servizi ai nuovi progetti dell' Expo. Inoltre, il progetto Barclays Premier (Barclays Bank) prevede la creazione di un team di gestori del settore finanziario per offrire servizi al passo con la dinamica dei mercati. All' interno del progetto, ci sono anche i Latitude Club, spazi destinati agli imprenditori che vogliono incontrarsi e confrontarsi con altri imprenditori provenienti da diversi Paesi. L' occasione per collaudare questa nuova realtà? L' Expo 2015. Per Francesco Marchitti di Elea, società che si occupa di consulenze e formazione per le imprese, «Expo 2015 darà impulso alla figura dell' informatico legato a progetti per l' ambiente». Ok alle assunzioni per la catena alberghiera Atahotels che, grazie a Expo 2015, prevede un incremento occupazionale di 160 persone circa. «Quest' anno - dice Dennis Zambon, consigliere di gestione di Atahotels Spa - apriremo due nuove strutture a Pero e a Varese: Atahotel Expo Fiera e Atahotel Varese Business Resort, per un totale di 680 camere». Interessanti e destinate ai più ricchi di iniziativa e creativi, le offerte di lavoro nel settore delle comunicazioni. 3 Italia prevede la creazione, insieme alla web TVC6 di Milano, di una rete di reporter capaci di raccontare le realtà locali. Buone opportunità anche all' interno di aziende che dialogano con i mercati attraverso gli strumenti della comunicazione più avanzata. Realtà in grado di mettere a disposizione di Expo 2015 servizi per la gestione veloce e sempre più aggiornata di milioni di informazioni ogni giorno. L' Expo prevede anche 7000 eventi correlati, di cui la maggior parte si svolgerà nei sei mesi di esibizione. Gli esperti di Pubbliche relazioni trovano così un' occasione da non perdere per trovare o migliorare il lavoro. «Gli incarichi per organizzare un numero così elevato di eventi saranno davvero molti», afferma Daniela Canegallo, amministratore delegato di MS&L Italia. Le agenzie, infatti, prevedono un aumento dell' organico già molto prima dell' appuntamento del 2015 e «durante il picco dei mesi di fiera, un' integrazione di figure specializzate nella perfetta conoscenza dell' inglese e di altre lingue, e soprattutto nella conoscenza dei digital media, poiché la gestione degli uffici stampa sarà affidata in larga misura al web». 7.000 *** I nuovi eventi correlati all' Expo previsti soprattutto nei 6 mesi di esibizione

 

D' Amico Paola
Pagina 006/007 (13 luglio 2008) - Corriere della Sera
Luci & ombre Dal parco Lambro al Bosco in città: quasi 10 milioni di metri quadrati sempre più frequentati. «Sono una risorsa da valorizzare»

I parchi? Verde curato, ma manca sicurezza

Migliorata la pulizia, l' accessibilità e gli impianti sportivi. «Troppi barbecue abusivi»Rumore insopportabile al Forlanini, assedio domenicale a Trenno, ma per molti i parchi sostituiscono le vacanze

Niente sottobosco, né animaletti, lo specchio d' acqua come uno stagno, il boato degli aerei in decollo da Linate e il rumore di fondo delle auto. Poi l' asfalto che rilascia un calore insopportabile. Parco Forlanini, rimandato a settembre. Comincia da qui il viaggio attraverso i grandi polmoni verdi della cintura milanese. Da un parco nato incompiuto. «Poco disegnato - dice Alessandro Rocca, architetto-esploratore del paesaggio contemporaneo -. Con la vegetazione che segue un criterio casuale». L' erba è tagliata in modo disomogeneo. I cani occupano gli spazi lasciati liberi da chi gioca a calcio. Rioccupati nel fine settimana da peruviani per il pic-nic di massa. Forlanini sembra una vecchia signora che spera in un lifting. Ma il progetto di recupero e ampliamento, datato anni Novanta, è così costoso (50 milioni di euro) da rischiare di rimanere chiuso in un cassetto per altri lustri. Così Parco Lambro, poco più a Nord, più «amichevole e accogliente, dove gli spazi ti avvolgono», ma a disturbare c' è il passaggio costante delle auto, ammesse nel cuore del polmone verde. Le collinette dividono la zona più romantica del passeggio da quella agricola amata dai runners. In quasi un milione di metri quadrati si concentra una varietà di paesaggi: lago, fiume, collinette, vallette e radure. Anche qui il problema è la mancanza di fondi e un' attesa che sembra non finire. Il piano di ampliamento è fermo dagli anni Novanta. Riscatta i due cugini il Parco Nord. Sei milioni di metri quadrati di verde e quarant' anni di vita. Cinquecento ortisti, 40 chilometri di piste ciclabili, due milioni e mezzo di fruitori, meta di cinquemila studenti ogni anno, laboratorio per agronomi di mezza Italia. Voto 9, da runners, famiglie, amministrazioni. Per l' ultima nata delle passerelle ciclopedonali che da via Petrarca a Cinisello scavalca l' autostrada A4 e collega questo polmone al parco del Grugno Torto e di qui al parco delle Groane. La prova che la tesi dell' architetto Francesco Borella, che ne fu l' ideatore, ha fondamento: un grande parco è come un bambino e come tale deve essere accudito, giorno dopo giorno. Un parco, per essere vivo, deve avere qualcuno che lo diriga. Una riprova è anche il sistema verde che l' architetto Stefano Boeri ci accompagna a visitare lungo il perimetro Est della metropoli. Bosco in città: dieci chilometri di canali, sette di perimetro, con stradine sterrate che si perdono nel verde. Con leprotti che sbucano dal sottobosco, socievoli come gli scoiattolini di Central Park. Dove oggi c' è Bosco in città, 120 ettari alla periferia di Milano, dove le aree umide un po' selvagge si alternano ai giardini d' acqua con ninfee, tife e iris, l' area pic-nic agli orti, trent' anni fa c' erano campi e discariche. «Non c' era un albero», conferma Silvio Anderloni, direttore del Cfu, il Centro di forestazione urbana, emanazione di Italia Nostra che ha realizzato il parco, oggi cuore di un sistema verde che comincia più a Sud col Parco delle Cave e prosegue verso Nord con quello di Trenno. «E penso a cosa potrebbe diventare se collegato all' Ippodromo e a sud ai Fontanili, 265 ettari legati al tema del divertimento e dello sport, uno dei più grandi parchi d' Europa», dice Boeri. Si può camminare per ore, accarezzati dai sanguinelli carichi di bacche, dai rovi con le more in maturazione e dalle fitolacche americane immaginando di essere soli. «Ma non si è mai soli», ride Anderloni. Ed ecco, lontano, volgendo gli occhi a Silla 2, gente a cavallo, e poi ruotando di 180 gradi altri gruppi in bicicletta. La riforestazione è graduale e continua. Il parco è in continua evoluzione, i volontari costruiscono le passerelle di legno per camminare nelle zone ricche di acque irrigue e raggiungere le oasi dove i picchi fanno il nido. L' unico neo sta sui confini, i viados, presenza costante nei parcheggi ai margini del parco su via Novara. E quella passerella ciclo-pedonale, realizzata all' epoca dei Mondiali ' 90, incompiuta, distrutta e ora rifatta ma ancora incompiuta. Poche centinaia di metri e da questa oasi naturalistica si salta al verde di Trenno: parco amato dai runners e dai ciclisti, con le sue ampie piste dove correre, ombreggiate da ontani e platani, aceri saccarini e pini strobi. E ai margini una chicca: il cimitero inglese, dove chi ama la tranquillità si rifugia a leggere. A rovinare uno scenario quasi perfetto, uno sfregio nel tappeto verde e bottiglie di vetro: ciò che resta di un pic-nic abusivo con grigliata. E i bagni chimici, bianchi e blu, utili ma così poco mimetizzati da sembrare sparpagliati a caso nei giardini. Il viaggio nel polmone Ovest di Milano prosegue in direzione Baggio. Nel Parco delle Cave che, a differenza dei cugini, è un rimasuglio di città. Dove la periferia era un tempo considerata sabbia per i cantieri edili, negli anni Ottanta erano rimasti gigantesche voragini, discariche, campi nomadi. Nel ' 97, quando Italia Nostra ebbe dal Comune il compito di gestire anche questo spazio, dove oggi ci sono centinaia di orti urbani trovarono un capannone abbandonato trasformato in laboratorio clandestino dai cinesi. Oggi parco presidiato e vissuto.

 

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