Caricamento...

Settimana del 21 Aprile 2008

Dal 01.01.2008 al 31.12.2008

Rassegna stampa dei principali quotidiani nazionali e del sito Archiworld, relativa agli articoli di interesse per Milano e Provincia.

L'effetto-Expo sulla «Milano che sale»
Accelera il Piano di governo del territorio con una dote di 25 milioni di mq da rigenerare

Dall'Expo al Piano del governo del territorio il passo è breve: per Milano - secondo l'assessore all'Urbanistica del Comune, Carlo Masseroli - è un momento magico. Perché il tema dell'esposizione mondiale si lega indissolubilmente alla visione di città che si sta programmando con il Pgt. Non solo la manifestazione del 2015 si inserisce in uno degli assi di trasformazione privilegiati per la metropoli - quello di nord-ovest con le trasformazioni di Garibaldi-Repubblica, Scalo Farini, Bovisa e Cascina Merlata - ma soprattutto è considerato il grande catalizzatore capace di mobilitare le risorse necessarie per ridisegnare quella parte pubblica di servizi che altrimenti rimarrebbero inattuati come è già successo con il Prg. «Milano: lavori in corso»: mai nome fu più azzeccato per un dibattito organizzato all'indomani dell'assegnazione dell'Expo e in vista dell'inizio dell'iter approvativo del Piano del governo del territorio, Pgt, previsto entro i prossimi mesi estivi. Quando in base alla legge urbanistica regionale 12/2005 verrà mandato in pensione il piano regolatore fermo alla variante generale del 1980. L'incontro, inserito all'interno della manifestazione fieristica «Fa la cosa giusta», ha visto affrontarsi dialetticamente l'assessore Masseroli e il ricercatore del dipartimento di Architettura e pianificazione del Politecnico di Milano, Matteo Bolocan Goldstein.
«L'Expo - ha commentato Bolocan Goldstein - rappresenterà un riversamento elevatissimo di risorse pubbliche che faranno da volano moltiplicatore. Milano ha fallito la sua trasformazione nell'uscire dalla città industriale, ancora rimane un forte deficit di funzioni e servizi. Spero che la manifestazione possa diventare anche un momento di progettazione territoriale»
Massimiliano Carbonaro
Il Sole 24Ore Progetti e Concorsi
21-04-2008
Rassegna stampa Archiworld

 

Solo under 35 per l'Erp di Milano est
È riservato soltanto ad architetti "under 35" il concorso di idee lanciato da Confcooperative- Federabitazione Lombardia per la migliore proposta in vista della realizzazione di un complesso di edilizia residenziale convenzionata, su una vasta area alla periferia est di Milano. L'idea progettuale vincitrice sarà selezionata tra quelle partecipanti a un concorso denominato «AAA Architetti cercasi 2008». «Il nostro obiettivo - commenta Alessandro Maggioni, presidente di Confooperative-Federabitazione Lombardia - è aprire un confronto interno ed esterno sui nuovi linguaggi di un'architettura low cost, sulla flessibilità dell'abitare contemporaneo e futuro, sull'integrazione tra spazi e servizi pubblici e privati». I concorrenti avranno tempo fino al 30 settembre 2008 per presentare i propri progetti.
Al primo classificato andranno cinquemila euro, al secondo tremila e al terzo duemila.
S. Mar.
Il Sole 24Ore Progetti e Concorsi
21-04-2008
Rassegna stampa Archiworld


L'architetto s'inventa designer
Ruoli sempre più ibridi inseguendo il mercato (e le royalties)

Massimiliano e Doriana Fuksas sono stati protagonisti al Salone del mobile con una nuova poltrona Frau (Carolina) e con il design per l'ufficio prodotto dalla Castelli - Haworth. L'architetto bolognese Massimo Iosa Ghini era alla kermesse milanese con un sistema di pareti curve, denominato Equo, disegnate per la nuova sede Seat Pagine Gialle di Torino e realizzate da Miodino, con una maniglia per Olivari, una cucina in legno per la Snaidero (Key West) e ancora con un divano e una poltroncina per Domodinamica. L'archistar internazionale Zaha Hadid ha griffato un lampadario di cristallo per Swarovski (Ré Chandelier), un tavolo per Vitra (Mesa), un divano per B&B Italia (Moon system) e ancora un bollitore dalle linee fluide e dalla geometria curvilinea per Sawaya & Moroni.
Gli architetti, insomma, diventano designer. Un fenomeno in crescita, una continuazione della filosofia del Movimento Moderno dove si progettava «dal cucchiaio alla città» che viene portata avanti da firme internazionali come quelle di Wiel Arets, Jean Nouvel, Future System, Herzog & De Meuron e Kazuyo Sejima. «Una necessità in certi lavori - spiega Marco Casamonti - quando i due settori non sono così distinti. Per la biblioteca di Nembro, ad esempio, il nostro studio ha disegnato un apparecchio di illuminazione con un calco in gesso che è stato poi prodotto dalla Martini; e ancora anche per la Torre delle Arti di Milano stiamo disegnando uno a uno i componenti della facciata: pannelli in cemento artificiale con inserti in vetro».
Paola Pierotti
Il Sole 24Ore Progetti e Concorsi
21-04-2008
Rassegna stampa Archiwrld

 

Quando le grandi opere fanno flop
Polemiche, da Genova a Boston

Sotto accusa Nouvel non ci è finito per nulla. Dopo aver firmato il progetto, l'archistar francese ha mantenuto solo la direzione artistica dei lavori del Padiglione B della Fiera di Genova. Eppure il crollo della complessa orditura metallica (lunga 48 metri e alta 18) destinata a sostenere la copertura vetrata della struttura ha subito riaperto il dibattito sulle sfide ingegneristiche lanciate dall'architettura contemporanea.
A Genova è tornato alla memoria il crollo, avvenuto nel 2003 durante la costruzione del Museo del mare disegnato da Vasquez Consuegra e che causò la morte di un operaio, anche se il cedimento avvenuto nel cantiere del padiglione disegnato da Nouvel non ha provocato alcun ferito. Ma la storia delle opere griffate finite, per un motivo o per un altro, sotto accusa è lunga e non solo italiana. A parte i casi legati a polemiche o ritardi "cronici" nella realizzazione dei progetti - basterebbe citare gli esempi del ponte di Calatrava a Venezia, dell'Ara Pacis di Meier, della loggia degli Uffizi di Isozaki o della Freedom Tower di Libeskind - non sono poche le opere delle archistar finite nell'occhio del ciclone anche a cantieri finiti.
Tra gli episodi più recenti a suscitare maggior clamore sono state le contestazioni sollevate dal Mit di Boston e dalla municipalità di Valencia nei confronti di Frank Gehry e di Santiago Calatrava. Nel primo caso la prestigiosa università americana ha deciso di portare fino in tribunale l'autore del Guggenheim di Bilbao e la ditta appaltatrice. Oggetto del contendere il progetto del «Ray and Maria Stata Center», un complesso dalle forme "accartocciate" costato 300 milioni che a tre anni dalla realizzazione (terminata nel 2004) aveva già imposto al committente una spesa di due milioni di dollari per riparazioni, peraltro non sufficienti a eliminare i problemi di infiltrazione d'acqua. Stesso problema e accusato dal teatro dell'opera disegnato da Santiago Calatrava a Valencia finito sotto accusa, con richiesta di risarcimento, proprio nella sua città natale.
Mauro Salerno
Il Sole 24Ore Progetti e Concorsi
21-04-2008
Rassegna stampa Archiworld


La realpolitik dell'architettura italiana
Il curatore: in Italia il Moderno non è stato ancora ben metabolizzato, così i progetti non sono neutri rispetto al «contesto»

L'idea della mostra nasce da una disarmante domanda che mi ha posto Moshen Mostafavi, oggi decano («dean») ad Harvard, su cosa stesse succedendo in Italia. Per Mostafavi l'Italia era diventato il luogo hic sunt leones, del dove non si sa più nulla. Notavo nella maniera di porgere la domanda una curiosità, ma anche una nostalgia di un periodo diverso, quasi un rimprovero». Spiega così Alberto Alessi la motivazione della mostra da lui curata e aperto lo scorso 8 aprile nell'atrio del prestigioso «Eth», il Politecnico di Zurigo, scuola dove già da tempo Alessi insegna. La mostra dal titolo «Italy now? Country positions in architecture» è in continuazione ideale con quella di tre anni fa curata dallo stesso Alessi negli Stati Uniti in un'altra prestigiosa sede: la Cornell University a Ithaca.
La tesi è questa: declinate le ideologie, i grandi racconti applicati all'architettura di cui l'Italia era maestra, da noi è prevalsa la realpolitik del pensare di meno e cercare di fare di più. In questa smania di realismo la maggior parte degli architetti si sono immersi nelle ragioni del mercato che da noi sono ancora strettamente legate al luogo, questa volta però non inteso come genius loci, come identità intima, ma come sistema ambientale, sociale e politico in cui svolgere la professione. Afferma Alessi: «In Italia, maggiormente che altrove, la localizzazione non è neutra: un'architettura del sud cerca di rispondere al mercato del sud; una del nord, di converso è invece legata a una situazione affatto diversa.
Allo stesso tempo l'architettura italiana non è neutra rispetto ai gusti del pubblico. Prendiamo ad esempio il cemento armato. Qui in Svizzera la faccia vista è molto utilizzata; in Italia invece è quasi inesistente e ciò a mio avviso deriva da una avversione dell'immaginario collettivo nei confronti di questo materiale a cui gli architetti, forse inconsciamente, si attengono». Probabile che quel che dice Alessi è verificabile, o se non altro è verosimile, di certo è poco edificante.
Valerio Paolo Mosco
Il Sole 24Ore Progetti e Concorsi
21-04-2008
Rassegna stampa Archiworld

 

Sicurezza, resta l'obbligo del Durc
E nei cantieri non soggetti a permesso di costruire torna il piano di sicurezza e coordinamento

Sul Durc il ministero del Lavoro fa marcia indietro. Il documento unico di regolarità contributiva "riappare" nella versione definitiva dell'articolo 90 del testo unico sulla sicurezza (Dlgs in attuazione della legge 123/2007) appena firmato da Giorgio Napolitano. Sarà obbligatorio anche per i lavori edili privati avviabili solo con la Dia (denuncia di inizio attività), dovrà essere trasmesso alle autorità competenti e la sua assenza darà sempre luogo alla sospensione dell'abilitazione ai lavori.
Infine, per i lavori non soggetti al permesso di costruire il piano della sicurezza potrà essere realizzato dal coordinatore in fase di esecuzione che sostituirà la figura del coordinatore per la progettazione.
Deborah Appolloni
Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
21-04-2008
Rassegna stampa Archiworld

 


Architetti, i guru alla sbarra
Un pamphlet attacca le grandi firme

Protagonista, l'archistar. Eccola, la figura più fashion della nostra turbata modernità, l'architetto-superstar che, raggiunta una gran notorietà, si trasforma in archi-scoopista continuamente pronto a lanciare la palla della provocazione, a concepire il monumento, il ponte, l'arredo urbano come scandalo, trovata, innovazione radicale, effetto speciale. Un trend piuttosto recente, quest'invasione dei signori grandi firme dell'architettura. Determinati ad allungare, ovunque, dall'Africa, all'Europa, all'America, la propria zampata spettacolare. Anche se non è tutt'oro quel che riluce: a denunciare inghippi, intoppi e trionfi solo apparenti dei professionisti più in voga, è il saggio di Franco La Cecla, «Contro l'architettura», che uscirà a giorni da Bollati Boringhieri (sarà presentato alla Fiera del libro di Torino).
Antropologo degli spazi urbani, lo studioso ha prestato il suo apporto a vari progetti architettonici, è stato consulente di Renzo Piano per la risistemazione di Harlem, di Barcelona Regional per il riassetto urbanistico della città catalana, in giuria per il piano regolatore di Tirana. Oggi individua una radicale trasformazione nel profilo dell'architetto più à la page. Un assaggio? A Boston un guru di matita e inchiostro di china oggi scomparso, come José Lluis Sert, amico e collaboratore di Le Corbusier, fondatore a Barcellona del gruppo Este del Gatepac, dopo tanti successi ha avuto modo di trasformare il campus universitario nordamericano in cittadina catalana, con atmosfera ed edifici dall'aria assai mediterranea. Lo ha fatto suscitando veementi proteste di studenti e prof tra cui il rettore della Boston University, John Silber. Che in un'accorata testimonianza, «Architettura dell'assurdo: come il genio ha sfigurato la pratica di un'arte», ha messo nero su bianco che l'artista non ha rispettato le più funzionali esigenze degli accademici ma nemmeno luci, ombre, paesaggio.
Insomma gli architetti, che verso la fine del secolo scorso inseguivano utopie e progetti di natura sociale, oggi, indossati i panni degli artisti, fanno un'architettura solo «da sfogliare», da rivista patinata, animati dalla voglia di imprimere il proprio logo con opere molto riconoscibili ma che non aiutano la vita quotidiana. Altro che archi-Superman, è il grido di allarme. Ma la contesa è aperta.
Mirella Serri
La Stampa
21-04-2008
Rassegna stampa Archiworld


Caos in Fiera, Regione sotto accusa
L´assessore Cattaneo replica alle critiche: "Nel 2010 strade e ferrovie"
Il metrò trasporta un massimo di 20mila persone all´ora, in vista dell´Expo stazioni e aeroporti vanno collegati meglio

La Regione si è un po´ risentita, ma nel giorno della chiusura, dopo aver registrato la cifra record di 348mila presenze, il Salone del Mobile conferma l´appello lanciato domenica al Pirellone: «È necessario completare le infrastrutture». A dirlo è Manlio Armellini, amministratore delegato di Cosmit, la società che organizza il Salone. A cosa pensino gli operatori è presto detto: «Il passante ferroviario e le connessioni autostradali che ci auguravamo fossero già finite, ma ci sono state delle complicazioni». E la metropolitana? «Ah, di quelle ce ne vorrebbero due - conclude Armellini - soprattutto perché i 210mila stranieri al Salone sono arrivati quasi tutti in metrò. Ma la sollecitazione di tutti è perché la viabilità sia finalmente completata».
L´edizione 2008 del Salone è stata, s´è detto in Fiera, una finale di Champions ripetuta per sei giorni. «Nessuno si stupisce di trovare un po´ di coda a una finale», ribatte Raffaele Cattaneo, assessore regionale alle Infrastrutture, che ammette di non aver gradito il richiamo. E nessuno si aspettava un incremento del 29% di presenze. Per Elio Catania, presidente Atm, non si poteva fare di più: «La Mm1 porta 20mila persone l´ora in periodi di punta, di fronte a 60mila nessuna struttura di trasporto locale regge». Giovedì scorso, Catania ha visitato il Salone con uno staff di 22 collaboratori e ora dice: «Il problema è alla radice. Va riorganizzato l´intero sistema fieristico dal punto di vista della mobilità. Molta gente va in metrò perché l´accesso via strada è praticamente impossibile. Non è un problema di metropolitana».
Si torna dunque alle infrastrutture. Cattaneo risponde: «Il completamento dei collegamenti è vicino. Sarà pronto entro giugno 2008 quello per la Milano-Torino, entro settembre 2008 quello per la tangenziale Ovest, nel 2009 quello per la Milano-Laghi, una rotonda per il raccordo con la stazione della Tav». La Tav arriverà nel 2010 e permetterà ai visitatori che vengono da ovest di bypassare Milano. «Ma ancora più importante - sottolinea l´assessore - è che in questa stazione, grazie al passante, i treni del Servizio ferroviario regionale, si succederanno uno ogni sette minuti e mezzo». Si sperimenta dal 30 novembre durante l´Artigiano in Fiera, un altro blockbuster, corse regolari da marzo 2009.
Per l´Expo, nel 2015, si prevedono 150mila presenze medie al giorno, ben più delle medie del Salone. Per Cattaneo occorre inventarsi qualcosa di nuovo: «Ad esempio un collegamento ferroviario da Malpensa all´area Expo, collegando le Nord (le uniche per ora ad attestarsi all´aeroporto, ndr) alle Fs. Oppure la ferrovia da Orio al Serio, Insomma, tutto quanto allenti la pressione sulla viabilità». Oggi il comitato tecnico della Fondazione Fiera farà il punto con gli operatori. Le date ribadite dalla Regione rassicurano, ma il direttore generale, Enrico Pazzali, ricorda che già solo il ripristino delle quattro corsie, ora ridotte a due, all´uscita della tangenziale a Rho, «aiuterebbe molto il deflusso». Aggiunge Pazzali: «Il perimetro della Fiera è monitorato da telecamere e la centrale di controllo traffico è in grado di inviare vigili e polstrada per le emergenze e di diffondere messaggi su una rete di radio convenzionate con la Regione».
Per il Salone è stato riaperto il sottopasso ferroviario chiuso dopo l´apertura del nuovo viadotto, mentre una strada dello scalo ferroviario Fiorenza è stata messa a disposizione da Trenitalia come corsia preferenziale per i taxi. Motivo per cui il prefetto Gian Valerio Lombardi ringrazia la Regione, i Comuni di Milano, Rho e Pero, le Fs, l´Atm, la Fiera e la polstrada «per la prova di elevata competenza e professionalità», che ha permesso «l´ordinato svolgimento di una manifestazione di rilievo internazionale, limitando al minimo i disagi».
STEFANO ROSSI
La Repubblica 22/04/08
Pagina VII – sezione Milano

 

Addii
Da artigiano del mobile al Moma di New York

Un uomo cordiale, buono, dal sorriso aperto, campione di gentilezza, squisita signorilità e serenità, amico vero e generoso nel momento del bisogno. Un imprenditore di vasta cultura, semplice e geniale, che guidava un' azienda leader nel settore dei mobili per ufficio e dell' arredo per interni. Nato nel 1953 a Milano, Paolo Borsani era figlio di Fulgenzio e di Carla Galimberti. Proprio nel ' 53 il padre, commercialista, e il fratello Osvaldo, noto architetto, fondarono a Varedo la Tecno spa, che da 55 anni rappresenta uno dei simboli della storia del design italiano legato all' architettura di interni. Dopo il liceo scientifico al Leone XIII, Paolo si laureò in ingegneria civile al Politecnico. Nel ' 79 iniziò a lavorare nell' azienda di famiglia, ricoprendo incarichi relativi alla gestione industriale della produzione. Mentre il settore progettuale viene diretto tuttora dalla figlia di Osvaldo Borsani, la cugina Valeria, assieme al marito Marco Fantoni, architetto. Nei momenti liberi Paolo si dedicava alla sua passione: il mare e la barca a vela. Si sposò con Paola Celia. Nacque il figlio Federico, ora 24enne, laureato in disegno industriale, che lavora già nell' azienda di famiglia. Paolo assunse prima la carica di amministratore delegato e poi dal ' 92 quella di presidente della Tecno. La sua predisposizione ad allacciare rapporti umani lo portò a stringere relazioni con i più importanti designer del mondo in progetti e realizzazioni firmate da architetti come Gae Aulenti, Norman Foster, Jean Nouvel, Renzo Piano, Jean-Marie Duthilleul. Tra le realizzazioni ricordiamo l' emiciclo principale del Parlamento europeo di Bruxelles nel ' 92, gli uffici della fondazione Cartier a Parigi nel ' 97, la biblioteca del Centre Pompidou nel 2000, la ristrutturazione del British Museum nel 2003, gli uffici di presidenza della Nuova Fiera di Milano, l' aula del Consiglio regionale lombardo e la Torre di Agbar a Barcellona nel 2005. Molti dei prodotti Tecno sono oggi esposti in alcuni dei più importanti musei del mondo quali il Moma di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, la Neue Sammlung di Monaco, il Musée des Arts Décoratifs di Montreal e la Triennale. Nel frattempo Paolo assunse per anni la presidenza del settore legno in Assolombarda. Attualmente era presidente di Assufficio e aveva organizzato le due ultime edizioni di Eimu, la più importante fiera italiana di mobili per ufficio.
Pagina 8
(22 aprile 2008) - Corriere della Sera

 

«Expo, appalti trasparenti. Favorire le imprese milanesi»
Il presidente: pronti a versare fideiussioni per garantire il rispetto dei tempi di cantiere

Non dimentichiamoci delle imprese milanesi. Nella lunga e articolata lettera che il presidente di Assimpredil, Claudio De Albertis, ha mandato pochi giorni fa al sindaco Letizia Moratti, il messaggio si legge tra le righe e De Albertis traduce: «Poiché l'Expo è un'occasione per tutti, è logico auspicare che questa possa avere anche una ricaduta positiva sulle nostre aziende, che rappresentano pur sempre il 10 per cento del Pil lombardo».
Presidente, che fa? Mette le mani avanti?
«Ma no.. Ovviamente però sarebbe auspicabile che, nei limiti delle gare d'appalto, siano le nostre imprese e fare la maggior parte dei lavori ».
Ragionamento leghista?
«Non è un ragionamento politico ma pratico. Dare alle nostre imprese l'opportunità di lavorare per l'Expo significa dare loro un volano che garantirebbe lavoro anche dopo il 2015 e potrebbero diventare realmente competitive anche sul mercato internazionale. Senza contare che la maggior parte delle nostre iscritte sono imprese medio- piccole e da sole difficilmente potrebbero affrontare i grandi appalti dell'Expo: potrebbero così trovare collegamenti fra di loro».
Costruendo consorzi?
«Esatto. Consorzi stabili, però, con tempi che vadano oltre i tempi del singolo appalto»..
Che cosa dite al sindaco Moratti?
«Semplicemente, mettiamo a disposizione tutto il patrimonio di know how, la competenza e l'esperienza che le nostre imprese hanno maturato negli anni. Perché l'Expo deve essere un momento di rilancio per la città intera: e per raggiungere l'obiettivo, cosa che sicuramente Milano saprà fare, basta risolvere alcuni nodi procedurali e tenere presente come faro il tema della trasparenza».
Elisabetta Soglio
Corriere della Sera
23-04-2008

 


Fo: Expo in mano agli speculatori
Dario Fo parla di «caos incredibile» e di «città in mano a formidabili speculatori» ragionando della Milano dell' Expo durante un dibattito per la presentazione del nuovo libro dell' urbanista Giuseppe Boatti «L' Italia dei sistemi urbani» (Electa). «Da una parte c' è un caos incredibile nella pianificazione urbanistica - ha affermato il Premio Nobel - dall' altra, per quanto riguarda l' edilizia, ci sono formidabili speculatori che, di fatto, hanno condizionato tutto il futuro impianto di Milano». Conversando con l' urbanista del Politecnico, autore del libro, che ha tentato di presentare un progetto alternativo per l' area della ex Fiera di Milano, Dario Fo non ha esitato a definire «inutili e orribili» i nuovi grattacieli. Ma ancor più delle valutazioni estetiche, il drammaturgo ha criticato la mancanza di un disegno urbanistico organico. «Dietro non c' è un progetto serio ma - ha commentato - un progetto per vantaggi economici di grossa portata».
La Repubblica
23-04-08, pagina 2 sezione MILANO

 

La polemica L' assessore Croci: è una prova generale. La Lega: l' estate dura solo tre mesi.
Slitta l' isola pedonale sui Navigli Vigili del fuoco: sicurezza a rischio.
Salta l' apertura del 1° maggio. «Tavolini e sosta selvaggia bloccano gli interventi»

Slitterà «di almeno un paio di settimane» l' inaugurazione dell' isola pedonale estiva sui Navigli. Niente primo maggio, dunque, come invece avrebbero voluto amministrazione e commercianti della zona. Motivi di natura burocratica, ma non solo. L' idea di pedonalizzare l' area per cinque mesi (dal primo maggio fino a fine di settembre) lascia perplessi molti. A cominciare dai comitati dei residenti, esasperati dai disagi della movida notturna e dalla chiusura al traffico totale protratta per ben cinque mesi. Vita dura anche per i pompieri del vicino comando di via Darwin. Che raccontano di interventi sempre più complicati per la perenne ostruzione di auto e tavolini. L' altolà arriva poi da settori della stessa maggioranza, con la Lega a capo del partito del rinvio. «Le parole hanno un senso - attacca il capogruppo del Carroccio (e presidente della Commissione Sicurezza) Matteo Salvini -. L' estate dura tre mesi, non cinque». Pensiero sottoscritto da diversi consiglieri di maggioranza e opposizione. A difendere l' isola ambientale «primaverile» rimane l' assessore Edoardo Croci che nell' avvio anticipato vede le prove generali della pedonalizzazione permanente della zona: «Quella di Salvini è una dichiarazione ancora da campagna elettorale». «La verità - spiega - è che per i Navigli abbiamo già ottenuto molto: niente più abusivi, orari di chiusura dei locali rispetti, iniziative culturali e spettacoli». Iniziative e spettacoli il cui programma però non è ancora stato presentato né al Consiglio di zona né al Comune. Un ritardo burocratico che, almeno in via ufficiale, spiega il rinvio dell' isola pedonale. E poi c' è la questione del «muro». Un parcheggio, quello di Porta Genova, ostruito alla visibilità degli automobilisti da un' enorme barriera di cinta. Tanto da essere largamente sottoutilizzato, soprattutto in rapporto alla fame di parcheggi della zona. Tra le note positive, invece, il nuovo look di gazebo e tavolini. Niente più sedie di plastica, né maxi-ombrelloni con pubblicità di bibite. «Dal 30 giungo i dehors - dice l' assessore Maurizio Cadeo - saranno rigorosamente in metallo o in vimini. Nel caos di proposte e proteste, anche l' idea di un sopralluogo notturno dei consiglieri delle Commissioni competenti per osservare da vicino la vita notturna nell' isola che ancora non c' è.
Senesi Andrea
Pagina 7
(24 aprile 2008) - Corriere della Sera

 

La bellezza prigioniera dell'insieme Q
Il viaggio di uno scrittore attraverso il paesaggio ferito della Penisola

Un libro fotografico, Orbit, uscito tempo fa - fotografie delle terra vista dallo Shuttle - riportava una curiosa annotazione: in un'orbita notturna, lo Shuttle si trovò ad passare sulla nostra penisola e un astronauta americano fotografò dall'alto dei suoi 245 chilometri di distanza il Vesuvio e l'Etna. Poi scrisse sul diario di bordo: siamo rimasti stupiti nell'osservare la quantità di luci che si inerpicano sopra il Vesuvio e l'Etna. Ma non sono vulcani ancora attivi?
Dunque, la speculazione edilizia si vede anche dall'alto, anzi si vede meglio dall'alto. La visione dal basso ci ha così abituati e annoiati che raramente ci stupiamo. E forse è per la mancanza del cosiddetto «stupore da astronauta» che solo ora ci stiamo rendendo conto che l'abusivismo o la cattiva programmazione urbanistica, insomma il fai da te, non sono più tipici fenomeni del Sud, ma ormai, appunto, rappresentano pratiche diffuse. Nel Nord Est da tempo la città è esplosa e ha raggiunto la campagna, proprio come avviene dell'hinterland campano. La cultura cattolica che soprattutto nel Nord Est aveva voluto la separazione tra campagna e città, perché quest'ultima era luogo di tentazione, alla fine ha ceduto, piano piano le case di campagna sono diventate villette a schiera e la campagna si è avvicinata alle tentazioni cittadine.
Città diffusa. Un termine parecchio usato dagli urbanisti. Ormai un modus vivendi, è inutile opporsi più di tanto ed è poco produttivo impiegare il nostro tempo alla ricerca delle lucciole. Fatto sta, che, in linea di massima, percorrendo su e giù l'Italia, uscendo un po' dai (falsi) borghi tipici incantati, dalle grandi città a dimensioni metropolitane, la città diffusa è ovunque. Alcune delle sue propaggini risultano, poi, così dense (non solo in senso abitativo) che è possibile parlare di insieme Q. Un concetto matematico. Si rappresenta con l'insieme Q un insieme tutto pieno. Il pieno è così pieno che nemmeno uno spillo può entrare. Questo significa che su questi specifici insiemi non è possibile lavorare, non so, costruire una spazio pubblico, un marciapiede, una villa comunale. Se è stato fatto un danno al territorio, questo è irreversibile. E si vede bene dall'alto. Fatto sta che gli insiemi Q avanzano dappertutto, con tutto il loro particolare corollario.
Antonio Pascale
Corriere della Sera
24-04-2008

 

 

Potrebbe interessarti

18.07.2024 Ordine

Chiusura estiva uffici 2024

Durante il periodo estivo gli uffici dell'Ordine e della Fondazione saranno chiusi da lunedì 5 a venerdì 23 agosto compresi.

Scopri di più
18.07.2024 Dibattito Aperto

Stop al "Salva Milano": l'Ordine esprime sconcerto e chiede conferma sui tempi di discussione

In seguito alla battuta d’arresto del cosiddetto “Salva Milano”, che la città di Milano attendeva da mesi, protestano gli architetti milanesi che chiedevano chiarezza sulle vicende legate all'urbanistica dopo le inchieste della Procura. Dopo lo stop in Commissione Ambiente alla Camera e il ritiro degli emendamenti, il sottosegretario Alessandro Morelli ha garantito che il “Salva Milano” rientrerà nel decreto legge infrastrutture. E’ seguita una nota da parte dell’Ordine di Milano sul tema.

Scopri di più
15.07.2024 Dibattito Aperto

Dal confronto sul Salva Casa, una nuova richiesta di chiarezza delle procedure e delle norme: l’Ordine di Milano scrive al CNAPPC

Semplificazione, responsabilità della pubblica amministrazione, ruolo dei professionisti nella rigenerazione urbana, queste le parole chiave dell’incontro organizzato l’11 luglio 2024 dall’Ordine degli Architetti di Milano riguardo il nuovo provvedimento del Governo sulle questioni della semplificazione edilizia e urbanistica, il cosiddetto “Salva casa”. Sul tavolo la questione legata ai cambiamenti mirati ad alleggerire i processi di riqualificazione e quella volta alla valorizzazione economica degli immobili e delle unità immobiliari. Tanti gli ospiti della politica e delle professioni che hanno approfondito il testo e gli emendamenti in discussione, con un accento specifico sulla situazione milanese.

Scopri di più