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Moratti - Celentano, duello sull'Expo

Dal 01.01.2008 al 31.12.2008

«Meglio che canti» Moratti-Celentano duello sull'Expo. Il sindaco: l'ambiente? Al Gore ne sa di più.


Ma la cognata Milly difende il musicista.
Il primo cittadino: «Critica senza sapere di cosa parla».
Grillo invece è dalla sua parte: «Miliardi spesi inutilmente»


MILANO — Come i Duellanti di Ridley Scott. Per la terza volta nel giro di pochi mesi Letizia Moratti e Adriano Celentano incrociano le spade. L'altro giorno il Molleggiato, nel suo sito Internet, ha paventato che l'Expo porterà «una colata di cemento» su Milano. Ieri, il sindaco, gli ha ripetuto un antico detto milanese:
ofelè fa el tò mesté. In pratica, «meglio che canti». «Preferisco sentire le sue canzoni — attacca la Moratti dai microfoni di Canale 5 della trasmissione di Maurizio Belpietro —. Non penso abbia competenze urbanistiche tali da fare critiche senza conoscere i progetti. Prima legga i progetti e poi parli, anzi, meglio che canti...». E poi, noblesse oblige, la Moratti ricorda che testimonial di Milano è stato Al Gore, premiato con il Nobel per il suo impegno ambientale. «E credo che per l'ambiente sia un testimonial un po' più importante di Celentano ».
Vecchia storia, vecchia ruggine. Che divide anche le cognate Moratti. Se Letizia si ritrova spesso ad affrontare le sparate di Celentano, Milly, moglie di Massimo lo difende: «Non è ignorante. Anzi, dice le cose che pensa la gente ». Storie di blog. Quelle dove si dipana la battaglia No Expo. Dopo Celentano, anche Beppe Grillo ha sparato su Expo 2015: «Ho visto Prodi, la Moratti col dito alzato — attacca il comico-tribuno genovese a Forio D'Ischia —, pensavo si stessero mandando a quel paese, invece no, gridavano vittoria perché vogliono l'Expo. Di nuovo migliaia di miliardi, ma per che cosa? ». La replica della Moratti è indiretta, fa parte del suo discorso al Consiglio comuna-le: nessuna speculazione edilizia, niente mani sulla città, nessun simbolo monumentale da lasciare sul terreno (dal progetto è sparita la Torre alta oltre 200 metri). Ma la voglia di costruire una «rete», anzi un «centro per lo sviluppo sostenibile» che realizzi «una scuola, un'ospedale, un'università» in tutti i paesi poveri del mondo.
Ieri è stata anche la giornata del ritorno a Milano della « globe-trotter » (650 mila chilometri di viaggi e missioni in un anno) dopo la guerra parigina e la giornata romana.
Sono arrivati complimenti inaspettati dal presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso: «Sono particolarmente contento che la scelta sia caduta su una città come Milano che rappresenta uno dei più importanti centri dell'economia e dell'innovazione a livello europeo». Peccato che l'Europa in questa occasione sia stata la «grane traditrice»: 17 tra Paesi Ue e dell'Europa allargata hanno votato per la Turchia. La Moratti ha abbozzato con un sorriso.
Difficile la vita del «trionfatore ». I problemi non finiscono mai. Anche se si porta a casa l'Expo. La Moratti si è subito trovata ad affrontare una nuova grana: quella del mancato invito del Consiglio comunale a Massimo D'Alema, ieri a Milano per un giro di conferenze. Il veto di An e le incertezze della maggioranza hanno bloccato tutto. Alla faccia del Sistema-Italia e del gioco di squadra bipartisan. Il sindaco ha aggirato l'ostacolo e ha invitato il ministro degli Esteri a Palazzo Marino per un caffè e un colloquio di mezzora. Grandi sorrisi e grandi apprezzamenti sull'alleanza governo di centrosinistra- comune di centrodestra. «Milano e Italia sull'Expo sono una cosa sola» attacca D'Alema. E assicura che con la Turchia l'amicizia resta inalterata: «Abbiamo saputo circoscrivere la competizione e coltivare un'amicizia preziosa ». Rilancia la Moratti, invitando Izmir a partecipare all'Expo milanese del 2015. «Perché questo è un progetto aperto a tutto il mondo». D'Alema chiede che l'Expo si irradi per tutta Italia e non riguardi solo Milano. E ricorda di aver passato momenti difficili nella lotta con Smirne. «È stata una battaglia dura. Avevamo contro uno schieramento forte. Sarebbe stato sbagliato sottovalutarli». E ridendo assicura che si occuperà ancora di Expo, anche se non sarà più nel governo: «A titolo privato potrei occuparmi dello
slow food ».
Fine giornata. La Moratti arriva in Consiglio comunale a raccontare la sua Expo. Applausi bipartisan: dal Popolo delle Libertà e dal Pd. Ma dai banchi della Cosa Rossa un silenzio di gelo. Bipartisan sì, ma non per tutti.

Maurizio Giannattasio
Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Cronache - data: 2008-04-03 num: - pag: 22

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