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Il friendly design, architetti che alla loro arte uniscono l'impegno ambientale

Dal 01.01.2008 al 31.12.2008

L'altra forma del futuro. Le creazioni e i volti dei nuovi talenti: progettisti, designer, intellettuali che stanno ripensando il paesaggio domestico e umano.

Facce e temi della ricerca che si impongono all'attenzione delle aziende e del pubblico. Anche grazie a collaborazioni inedite, come quelle tra artisti e scienziati, ingegneri e stilisti, nate per esplorare nuove frontiere. Capaci di toccarci il cuore con le dita leggere di una creatività diversa, con la sensualità di un design tattile. E di far germogliare una nuova attenzione, tutta etica, che attraversa sempre di più ogni ambito del fare creativo: con il nuovo design umanitario, percorso da archi-star come Yves Béhar e Stephen Burks, con una tecnologia generosa, che pensa anche alle popolazioni disagiate. E soprattutto con tanti giovani che hanno sempre più voglia di emozionarsi e emozionare, liberando nuove energie.
Claude Cormier
Tra i suoi clienti ci sono Nissan, Cirque du Soleil e la città di Toronto. Eppure il lavoro di Cormier, architetto del paesaggio di Montreal, ha ben poco di istituzionale. Anzi: rompendo gli schemi, preferisce veri alberi di plastica a 'finte' specie esotiche decontestualizzate. Perché "l'architettura del paesaggio, anche nelle sue espressioni più naturali, in realtà fa della natura un artificio". Tra i giardini artificiali di Cormier il Blue Stick Garden per l'Internationale Flora di Montreal, un prato sintetico con fili d'erba blu elettrico alti un paio di metri e l'installazione per l'Hotel de Ville di Le Havre, una pergola con grappoli di palline colorate. "Non c'è nulla di male ad essere verdi", dice: "Purché non si perdano di vista anche gli altri colori.".
www.claudecormier.com/projets

Sheila Kennedy e Frano Violich
Dalla villa alla lampada solare. A Kennedy e Violich, architetti a Boston dal 1988, pensar case non basta. "Ogni materiale può avere più usi, spesso impensabili e nascosti. Il compito del progettista è trovarli". E così con la loro MATx, divisione dello studio dedicata, appunto, alla ricerca sui materiali, hanno inventato un tessuto che prende l'energia dal sole e la trasforma in luce. Una sorta di lanterna magica (con un'anima fatta di pannelli fotovoltaici e led) perfetta per l'uso in condizioni disagiate e nei campi profughi. Le altre qualità: è flessibile (proprio come un tessuto) e non ha parti di vetro o fragili. I prototipi vengono ora testati in Messico. Intanto Kennedy & Violich stanno costruendo un terminal per ferry a Manhattan. Il tetto sarà di tessuto: cattura-luce.
www.kvarch.net/

L'espresso
25 Gennaio 2008

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