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Casa Fronte Parco

Anno: 1950 - 1952

Località: Milano, Sarpi

Indirizzo: Via Giulianova 1

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: Pietro Lingeri

Si tratta di un’opera di grande raffinatezza che il noto architetto comasco, socio per un decennio di Giuseppe Terragni durante il fascismo e, anche per questo, mai adeguatamente apprezzato, realizza nel dopoguerra. Figlia di quella ricerca sul tema abitativo condotta con il celebre compagno di studio in occasione della realizzazione delle cinque case milanesi (tra il 1933 e il 1938) e soprattutto vicina alla complessa articolazione della ‘minima’ casa Toninello, questa casa d’abitazione e laboratori sorge su un’area coinvolta in un piano di ricostruzione e compresa tra via Legnano, via Giulianova e via Mantegazza.

 

L’intervento si compone di due corpi posti parallelamente alla via prospettante il parco Sempione mentre un percorso coperto, scandito da pilotis metallici, connette l’edificio su strada, più alto e signorile, su otto piani, al retrostante, più austero e distribuito su cinque livelli. Il primo corpo presenta due appartamenti per piano (circa 130 mq) serviti da un vano scala e due ascensori, uno dei quali distribuisce gli ingressi di servizio; il secondo corpo contiene alloggi più piccoli con un unico ascensore e un solo ingresso. In entrambi gli edifici i piani rialzati e il primo piano sono destinati ad uffici mentre l’ultimo livello, arretrato e terrazzato, ripropone quell’affascinante tema della villa sospesa o dell’attico di proprietà che aveva già caratterizzato le cinque case degli anni Trenta realizzate con Terragni; in particolare questo progetto sembra riprendere molti dei temi lì affrontati, come la cornice attorno al fronte, lo svuotamento della balconatura in un ritmo tra pieni e vuoti, la composizione per frammenti, riportando alla memoria la complessità distributiva di casa Rustici Comolli e di casa Toninello ma anche l’essenzialità assoluta di casa Ghiringhelli.

 

A proposito di questo intervento, Francesco Collotti ha scritto: “la casa di via Giulianova [...] è forse il progetto che si spinge più avanti. Tenta nuove strade, forza il piano regolatore”. Sul fianco di via Giulianova era prevista una piazzetta e una strada avrebbe dovuto collegare il nuovo edificio a C, attestato con uno dei lati brevi su via Legnano, alla zona del Teatro Fossati: questo non avverrà e l’edificio oggi sembra effettivamente perso in una sorta di cul de sac. Ancora Collotti spiega che dietro a questa casa vi è “un’invenzione tipologica [...]: volumi estremamente mossi, forti disassamenti, [...] schermi tirati a stucco [...] dalle forme vagamente organiche”, come se tornassero passioni giovanili legate all’artigianato.

 

Maria Vittoria Capitanucci