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Condominio in via Anelli 9

Anno: 1955 - 1957

Località: Milano, Porta Romana

Indirizzo: Via Anelli 9

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: Giancarlo Malchiodi

Non capita spesso al medesimo progettista di intervenire in più occasioni e a distanza di poco tempo nella stessa zona, meno che mai nella stessa via; a questo proposito si ricordano le commesse di Asnago e Vender per l’isolato di via Albricci. Nel caso di Gian Carlo Malchiodi questo è avvenuto e l’edificio di via Anelli 9 non è altro che l’ultima tappa, in ordine di tempo, di tre occasioni progettuali sul tema della residenza che egli potrà sperimentare e realizzare su committenza di una borghesia illuminata di professionisti che scelsero di vivere in quella zona. A differenza dei due precedenti edifici, con un unico prospetto su strada, questo palazzo
dal doppio fronte è posto d’angolo fra due vie, Anelli e Crivelli. Quasi si trattasse di due edifici differenti, il progettista decide di non risolvere il ‘problema dell’angolo’ ma di trattare i due lati in maniera assolutamente differenziata.

 

La facciata su via Anelli è bidimensionale, priva di aggetti – se si esclude una porzione del penultimo piano e dell’attico – rivestita in tessere di ceramica martellate color bianco avorio e forata da un’alternanza composta di finestre quadrangolari e porte-finestre dal parapetto in metallo nero e vetro; uniche eccezioni il taglio segnato dalla colonna di grandi vetrate che segue in asse l’unico ingresso e l’assenza di una delle finestre ‘francesi’ sia al piano terreno sia al penultimo piano, non a caso, verso l’angolo. Invece la facciata su via Crivelli è caratterizzata da un sistema a loggiato aggettante sottolineato
dalla presenza di una struttura di montanti sottili in metallo nero che corre verticalmente lungo l’intero fronte reggendo il parapetto in vetro temperato che, al penultimo
piano, si ricompone a bow-window permettendo l’allargamento del soggiorno di quell’appartamento: quasi una griglia dalle grandi maglie su cui avvengono arretramenti profondi – le logge rivestite in clinker azzurro – e l'improvviso aggetto della chiusura vetrata. Al livello del basamento viene invece recuperato il filo
di facciata esattamente come al piano attico, dove però la colorazione delle tessere cambia in grigio.

 

L’edificio è composto da otto piani fuori terra, compreso il piano rialzato adibito a uffici. Ogni livello prevede due appartamenti ad eccezione degli ultimi tre occupati da un unico appartamento per piano. L’atrio assume in questo intervento un ruolo rilevante, nonostante l’accesso si presenti contenuto ed essenziale. All’interno, una scala collega il piano stradale con il piano rialzato dove si distribuiscono la portineria, tre uffici, gli ascensori e il vano scala che risulta separato dall’atrio mediante
una vetrata in cristallo temperato satinato. Qui le pareti sono rivestite in marmo bianco Cristallino e in legno Macoré mentre la pavimentazione è in granito rosso di Svezia.

 

Maria Vittoria Capitanucci