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Via Savona, il Naviglio Grande e il Parco Lineare

Dal 23.06.2011 al 22.07.2011

Due progetti di torri residenziali a ridosso del Naviglio Grande e della ferrovia pongono il tema del rapporto con il sistema del verde del sud-ovest milanese

Parchi lineari, corridoi ecologici, porte verdi, raggi verdi.
A Milano in questi anni il verde pubblico è stato declinato in molte forme, sia dai tecnici comunali che da parte di quei professionisti che nell'ultimo ventennio sono stati incaricati dalle amministrazioni pubbliche di presentare visioni per la metropoli del ventunesimo secolo.

A partire dall'esperienza del progetto per i nove parchi per Milano, commissionati dalla Giunta Formentini nel 1994, a cui si devono tra l'altro i primi germi di una logica reticolare per il verde urbano cittadino: prevedendo nuovi parchi - in continuità con parchi presistenti - come elementi caratterizzanti le linee di sviluppo di alcuni nuovi quartieri residenziali in aree occupate da vasti comparti industriali dismessi ( OM, Innocenti Maserati, Fina, Marelli).

O ancora, proponendo parchi lineari ottenuti dalla dismissione – o dal ridimensionamento – di recinti e tracciati ferroviari.
E' il caso del parco lineare “San Cristoforo”, posto lungo l'asse storico del Naviglio Grande: nato dalla futuribile dismissione del tracciato ferroviario da porta Genova alla cintura sud -per cui si è giunti all'accordo con FFSS solo nel 2009 -, voleva risarcire questa zona di Milano della sua qualità paesaggistica ed ambientale perduta nel corso del Novecento a causa dell'insediamento di numerose industrie.
Un asse su cui giacciono i due progetti realizzati che oggi pubblichiamo su Milanochecambia, la torre residenziale dei Quattro Associati in Piazzale Tirana e il Programma Integrato di Intervento nelle aree “ex Loro Parisini”di Bugatti, Coppi e Molinari (BCM), così come i due progetti pubblicati qualche mese fa di via Tortona 37 Matteo Thun e le aree ex Osram di Vittorio Algarotti.

Quattro progetti che possono dimostrare come queste visioni a scala territoriale, se lasciate a loro stesse come semplici elementi della contrattazione tra ente pubblico e privati, hanno maggiore o minore fortuna a seconda delle condizioni in cui tale mediazione si sviluppa: se i progetti di Algarotti/Besozzi e BCM, formulati tra il 2000 e il 2002, rispettano il disegno del nuovo parco lineare prevedendo un'ampia fascia a verde in continuità con la ferrovia che gli dia corpo e sostanza, al contrario, forse inconsapevolmente, il progetto dei Quattroassociati e ancor di più quello di Matteo Thun, sviluppati successivamente non sembrano prenderlo in considerazione.
Questi ultimi, posti in due punti cardinali del parco -la torre appena oltre Piazza Tirana su cui affaccia la stazione di San Cristoforo, il complesso di via Savona in posizione più centrale a ridosso del punto di snodo di Piazzale delle Milizie-, sembrano ignorare il tema del parco nel disegno del suolo e dei piani terra, legandosi per quanto possibile ad altri elementi forti presenti (il parco del PRU ex SCAC Lorenteggio e l'asse di Via Savona).

Maggior fortuna, sempre rimanendo nell'area dei Navigli ha avuto il “corridoio ecologico”, un enfilade verde che dall'Alzaia  muove a sud attraverso il Parco Baden Powell, si allarga su ampie superfici in corrispondenza del nodo di interscambio Romolo (dello Studio Latis e dell'Ingegner Ferraresi) e arriva a saldarsi più a sud al Naviglio Pavese con il parco retrostante le ex cartiere Binda.
Qui però le infrastrutture (tracciati dei canali e massicciata della cintura ferroviaria sud), che nel caso del parco lineare del Naviglio Grande sono garanzia di continuità, costituiscono invece delle cesure alla continuità del verde.

Si è quindi tornati a parlare della progettazione di un'infrastruttura verde per il Comune di Milano a partire dal 2004, con l'adozione del progetto/visione dei “Raggi Verdi”, concepiti da Andreas Kipar e Giovanni Sala, e sviluppatisi nel tempo fino al loro inserimento nel piano dei servizi del Piano di Governo del Territorio: la sequenza di spazi verdi (esistenti o ancora sulla carta) collegati da assi più o meno verdi - su cui è prevista anche la realizzazione di piste ciclabili – che nella visione dello studio Land 'si farà carico di portare il verde in città esportando cultura'.

Oggi infine l'approvazione delle proposte referendarie sul verde pubblico cittadino, indica che i milanesi hanno dato mandato alla nuova Amministrazione di scelte coraggiose e responsabili riguardo le dinamiche della città, e forse la ridiscussione delle Osservazioni al PGT potrebbe essere l'occasione per iniziare a lavorare in questa direzione.

Carlo Venegoni

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