Dal 24.03.2011 al 20.04.2011
Report dell'incontro di presentazione dell'opera multivolume su E. N. Rogers curata da Serena Maffioletti dello scorso 10 Marzo presso la Biblioteca dell'Ordine.
Giovedì 10 Marzo, presso la Biblioteca dell'Ordine, si è svolto un incontro dedicato al lavoro bibliografico di Serena Maffioletti che raccoglie l’intero corpus degli scritti di Ernesto Nathan Rogers in una robusta pubblicazione di due volumi con i testi precedentemente compresi in "Esperienza dell'architettura" e gli editoriali di Casabella (“Architettura, misura e grandezza dell'uomo”) e in un ulteriore libro con le lezioni universitarie finora inedite (“Il pentagramma di Rogers”).
Presupposto dell'incontro è stato comprendere quale possibile attualità risieda nel metodo, nel lavoro e nella didattica di Rogers, per traslarli all'interno della propria esperienza disciplinare, in un contesto sociale e professionale che oggi pare inevitabilmente mutato. Una caratteristica da evidenziare - sottolinea Matilde Baffa - è l’anti-sistematicità dell'elaborazione teorica di Rogers in favore di una operatività costantemente riferita al progetto, che considera le parole "materiali da costruzione" alla stessa maniera di cemento e acciaio.
Da "architetto che lavora e legge i poeti", egli ha tentato di costruire una metodologia priva di ortodossie e sempre incline a ragionare sui propri limiti. Non amando le scelte assolute, anche la formulazione della sua nota prassi progettuale improntata sull'analisi delle "preesistenze ambientali" si inscrive in questa concezione: indagare le forme della storia per rielaborarle in modalità allusive, che sfuggono al tentativo di una costruzione logica oggettivabile ma passano attraverso la propria sensibilità interpretativa. In questo percorso hanno certamente avuto un ruolo importante - sottolinea Silvano Tintori – le letture da un lato del filosofo pedagogista John Dewey e dall’altro di Enzo Paci, che lo ha avvicinato alla fenomenologia di Edmund Husserl. Se l’insegnamento del primo è alla base del pensiero progettuale della sistemazione dei Musei del Castello Sforzesco di Milano, il secondo coinvolge più in generale il suo approccio rispetto alla realtà, che va conosciuta e osservata con la stessa “sospensione del giudizio” (dal greco “epochè”) che costituisce il presupposto della “riduzione fenomenologica” husserliana. E queso fattore ha certamente influenzato l'approccio sistemico e allargato che ha caratterizzato il modo di Rogers di intendere la professione di architetto nella società civile, intimamente legata alle problematiche del proprio tempo.
Ulteriore aspetto attualizzabile di Rogers - sottolinea l'autrice dei libri Serena Maffioletti - consiste nel suo riferirsi sempre ad un confronto collettivo con il gruppo di lavoro (lo studio BBPR, le redazioni di Domus e Casabella, i CIAM, le numerose corrispondenze): il pensiero soggettivo viene sempre sottoposto al confronto con altre soggettività, nella consapevolezza che per costruire cultura sia necessario "spersonalizzarsi". Questo è stato forse l'elemento che più di ogni altro ha incrementato l'enorme lascito umano e culturale di Rogers, che travalica i confini italiani fino a coinvolgere i rapporti da lui avuti con grandi maestri come Gropius e Le Corbusier.