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Isabella Franco Architetto – con Isabella Franco al Crowne Plaza di Milano

Dal 06.09.2010 al 06.12.2010

Metro 3, fermata Sondrio e ci sei. Più che altro ci sei dentro. Nel vero senso della parola. Ingresso del nuovo Crowne Plaza in Melchiorre Gioia

Metro 3, fermata Sondrio e ci sei. Più che altro ci sei dentro: nel vero senso della parola.
Incontro Isabella Franco all’ingresso del nuovo Crowne Plaza in via Melchiorre Gioia, in cui l’incastonamento della fermata, con tanto di finiture e segnaletica regolamentare, fa dubitare su cosa sia venuto prima o dopo.
L’area è come vedremo irrimediabilmente segnata dai lavori della MM3, che nel 1981 ne inizia le opere che si concludono nel 2003, previa Convenzione siglata con la proprietà del terreno nel 1999.

Dunque un lotto ‘libero’ ma in realtà gravemente ipotecato da vincoli strutturali dettati dalla presenza, nel suo sedime, del mezzanino della fermata MM, il cui progettista –il noto studio di ingegneria MSC- aveva però già predisposto un passo strutturale a supporto di una nuova futura costruzione, pur senza alcuna indicazione di progetto.
Gioco forza che l’architetto nell’affrontare la progettazione del nuovo edificio reputò utile avvalersi dello stesso studio di ingegneria.

Tutto ha inizio, mi racconta Isabella, con la sua collaborazione dal 1997 con l’arch. Enrico Garbagnati. Professionista vecchio stampo, rapporti diretti e in prima persona con il commitente, fiducia personale, tanto per intendersi, fino a quando, nel corso dello sviluppo del lavoro, questi viene a mancare, lasciando però alla proprietà la fiducia nella giovane progettista che infatti compirà senza indugi la sua opera fino in fondo.

La prima ipotesi di progetto risale al 2002, a destinazione residenziale, successivamente  modificata nel 2004 a seguito della cessione dell’area ad una società che la volse a ricettivo, secondo un indice previsto dal Piano di 3 mc/mq, per complessivi 3.400mq circa di slp.
In termini volumetrici, tema prevalente è la ricomposizione della cortina edilizia su entrambe le strade ad angolo tra loro, con edifici esistenti cui allinearsi di 9 piani fuori terra su Melchiorre Gioia e 7 su viale Sondrio.
Soluzione che il progetto trova nella fluidità della curva, il cui disegno senza eccezioni volumetriche si accentua in corrispondenza dell’ingresso, segnato fortemente dalla importante pensilina.
Questa è l’elemento chiave, poiché risolve sia il problema di inglobare lo sbarco dal mezzanino della MM -di cui ottusamente non si è nemmeno potuto modificare la collocazione delle insegne, mi racconta Isabella- sia lo sbarco dell’ascensore per portatori di handicap posto sull’attacco dell’edificio adiacente, che in questo modo viene come incastonato nella cortina.

Osserviamo il fronte, di cui esisteva una prima soluzione con rivestimento delle fasce continue in legno, prediletta da Isabella, di fatto realizzata con una più facile facciata continua in Tecu Oxid di  rame preossidato.
Qualche memoria dell’utilizzo del legno è rimasta nelle sistemazioni del dehors nella corte interna.
Non nei prospetti, sia esterno che anche interno, che mantengono il rigore della griglia del piano tipo, fino in sommità.
All’interno della corte il lotto si conclude con una autorimenssa, parzialmente ad uso privato, di 3 piani sottoterra, per complessivi 150 box.
Con il rifacimento, strada facendo, del progetto delle strutture -originariamente in c.a. e poi in acciaio grazie alla legge antisismica nel frattempo adottata- le opere si sono protratte fino al 2008.

Entriamo.
Se l’impianto funzionale è frutto del suo disegno, Isabella mi racconta che le sistemazioni d’arredo sono state disegnate da progettista di fiducia della compagnia alberghiera, con probabilmente l’utilizzo di elementi da un catalogo del gruppo, che non sempre paiono così pertinenti.
Comunque il programma distributivo è molto chiaro, e non sembra aver mostrato problemi di funzionalità.
Al piano terra la hall di ingresso –ipotecata da un vistoso rivestimento del blocco ascensori che prevale sul disegno d’insieme. Quindi il foyer con lounge bar.
Al primo piano dinner e sale conferenza.
Dal secondo al settimo piano stanze.
All'Ottavo oltre ad alcune stanze anche l’area fitness.
Al nono piano, oltre che spa, sauna e bagno turco anche 2 suite arretrate dalla cortina, con una vista piuttosto di impatto sulle montagne a nord est. Allo stesso piano trovano alloggio le scatole degli impianti, pannellati con dovizia a silenziare il loro funzionamento nei confronti degli edifici residenziali intorno.

Isabella mi pare soddisfatta del lavoro, ma si rammarica del fatto che non sia riuscita a dare adeguata visibilità alla sua opera, e che di occasioni ce ne siano davvero troppo poche.
Nel suo piccolo, questa rubrica vorrebbe proprio fare si che possano emergere le tante eccellenze del sottobosco, ignorate dal glamour della informazione corrente.
Ci salutiamo con l’auspicio che questa Expo alle porte anche nel comparto ricettivo faccia ricominciare a muoversi qualcosa.

Francesco de Agostini


Edificio ricettivo ad uso alberghiero
Superficie fondiaria : Mq.3386,89
Superficie coperta : Mq. 828,85
Superficie lorda complessiva : Mq. 3.379,57
Superficie parcheggi pertinenziali : Mq. 1152
Superficie a verde : Mq. 612.91
Progetto preliminare: 2002
Progetto Esecutivo:2003 – 2005
Realizzazione 2004 - 2008
Progetto architettonico: arch. Isabella Franco
Direzione Lavori: arch. Isabella Franco
Collaboratori: arch. Valentina Marconi
Progetto strutture e D.L.: MSC Ing. Danilo Campagna
Progetto impianti e D.L. :  Viscardi Impianti
Committente: Sondrio srl
Impresa: Metron srl

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