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Vigente la SCIA che sostituisce la DIA: come?

Dal 03.08.2010 al 30.09.2010

Convertito nella Legge n. 122 del 30 luglio 2010 il DL 78/2010 che trasforma la Dichiarazione in Segnalazione Certificata di Inizio Attività. In attesa di una Circolare di Bianchi Janetti

L’art. 49, comma 4-bis, della Legge 122/2010 (di conversione del dl 78/2010) riformula interamente l’art. 19 della Legge 241/1990 sostituendo la Dichiarazione di inizio attività (DIA), con la Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA).

A Milano però l'Ufficio Relazioni con il Pubblico parla di una imminente Circolare a cura del Direttore dello Sportello Unico per l'Edilizia del Comune arch. Giancarlo Bianchi Janetti esplicativa della nuova procedura.

Il decreto di Semplificazioni per le imprese, contenuto nella manovra Tremonti, punta a snellire gli adempimenti per l’avvio delle attività di impresa attraverso la sostituzione della DIA, Dichiarazione di inizio attività, con la SCIA, segnalazione certificata di inizio di attività.


Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa del CNAPPC

Comunicato Stampa
Consiglio Nazionale Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
Manovra: emendamento pro imprese:
Forti perplessità su contenuti articolo 49
Timori per deregulation in materia ambientale e paesistica

Roma, 12 luglio 2010.
"Desta forti perplessità la deregulation in materia ambientale e paesistica, così come configurata dall' emendamento pro imprese contenuto nell'articolo 49 della Manovra Tremonti". E' questo l'allarme lanciato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) in relazione al provvedimento che, in nome della semplificazione amministrativa, consente di costruire edifici senza permessi preventivi e senza richiedere autorizzazioni di tipo paesistico ed ambientale, in totale contraddizione con il Codice dei Beni Culturali e, soprattutto, con l'articolo 9 della Costituzione.

"Il CNAPPC è fortemente teso ad una efficace semplificazione in materia edilizia di tipo responsabile, ma ritiene che, al di là delle intenzioni del Governo, il provvedimento, così come ora configurato, esproprierebbe di fatto le Amministrazioni Locali delle loro prerogative connesse alla gestione delle trasformazioni edilizie e territoriali."

"La norma "impresa in un giorno" -  permettendo l'inizio lavori senza alcun permesso autorizzativo e rimandando poi la verifica del progetto ad eventuali controlli ex post (che le strutture dei Comuni, fortemente sottodimensionate, non sarebbero in grado di garantire) -  escluderebbe di fatto le Pubbliche Amministrazioni dalla gestione degli interventi che avvengono sul territorio e potrebbe avere conseguenze potenzialmente pericolose in relazione alla sicurezza, alla tutela del patrimonio edilizio, alle normative di tipo edilizio, paesistico ed ambientale che verrebbero svuotate di gran parte della propria efficacia".

"Altra fortissima perplessità per gli Architetti italiani -  rispetto ad un provvedimento del quale non si comprende in alcun modo la ratio -  è quella relativa al coinvolgimento delle strutture universitarie, assolutamente non dotate delle strutture e delle competenze necessarie, nel rilascio delle Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) attualmente in carico di altri Enti competenti".

"Il CNAPPC ribadisce anche in questa occasione come il nostro territorio, le nostre città, abbiano bisogno di piani di tutela, di consolidamento e di sostituzione del patrimonio edilizio, soprattutto di quella parte di edificato cresciuto nel periodo postbellico che ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza architettonica, urbanistica e strutturale - non  di ulteriore disordine edilizio, in contrasto con il diritto primario dei cittadini alla "sicurezza dell'abitare" ed alla qualità del territorio e del paesaggio che deve essere garantito da programmi urbanistici e architettonici".

"I provvedimenti in approvazione connessi alla manovra finanziaria sono avulsi da qualsiasi ragionamento di strategia complessiva relativa al governo ed alla gestione del territorio e sono  ben lungi dal risolvere i problemi connessi a quella tanto auspicata semplificazione legislativa e burocratica che consentirebbe a professionisti ed imprese di aumentare la propria efficienza e produttività mantenendo, al contempo, elevati livelli qualitativi degli interventi edilizi e conservando le fondamentali regole di sicurezza.  Questi rischiano altresì di trasformarsi in uno strumento pericoloso per il territorio italiano che, oltre ad essere un bene culturale ed identitario ha un valore economico di fondamentale importanza"


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