Dal 11.01.2010 al 11.02.2010
Il Consiglio dell'Ordine degli Architetti chiarisce l’iter dei due ricorsi, motivati dalla necessità di avere una verifica della correttezza delle procedure adottate dall’Amministrazione
11-01-10
La sentenza relativa all’affidamento dell’incarico di progettazione per il museo di Arte Contemporanea recentemente emessa dal Consiglio di Stato conferma quella del TAR, ribadendo la tardività del nostro ricorso per la mancata impugnazione nei termini di legge di una prima delibera di approvazione del PII relativo al “quartiere storico Fiera di Milano”.
La sentenza non entra nel merito della questione ma afferma che “la scelta di non procedere a gara per l’affidamento della progettazione del museo – giusta o sbagliata che sia - è stata condivisa dal Comune di Milano fin dall’originaria approvazione del programma integrato di intervento del 2005”. Sottolinea inoltre la natura pubblica dell’opera fin dall’inizio, anche se totalmente gestita dal privato.
Questa sentenza sembra nutrire dubbi sulla legittimità della procedura adottata, confermando di fondo il motivo che ha spinto il Consiglio dell’Ordine a ricorrere, con l’unico scopo di far chiarezza nelle regole.
Con la delibera del 2005 il Comune aveva manifestato la volontà di realizzare un Museo del Design ed aveva affidato direttamente l’incarico della sua progettazione.
Non ricorremmo allora perché Fondazione Ente Fiera era ed è un soggetto privato e aveva bandito un concorso internazionale, se pur con modalità finalizzate alla vendita dell’area. Il Museo del Design faceva parte di un progetto complessivo e quindi era riconducibile e riconoscibile dall’esterno come opera privata.
Soltanto con la delibera del 2008 da noi impugnata sembrava che i termini della questione, alla luce delle varianti non solo formali del progetto, si presentassero in modo completamente diverso, tanto da indurci a procedere con due ricorsi, motivati dalla necessità di avere una verifica della correttezza delle procedure adottate dall’Amministrazione.
Alla fine del 2008, prima di depositare il ricorso, facemmo un quesito all’Autorità di Vigilanza dei Lavori Pubblici. Quesito a tutt’oggi rimasto senza risposta.
Il nostro è stato dunque un atto dovuto perchè compito istituzionale dell’Ordine è anche quello di vigilare sulla correttezza e sul rispetto delle norme che regolano il mercato della professione e sull’applicazione corretta delle leggi comunitarie e dell’osservanza delle norme che, attraverso il concorso, offrono l’occasione di promuovere e confrontare idee e progetti, permettendo a tutti i professionisti di accedere con pari opportunità alla progettazione degli edifici pubblici e all’intera società di poter comprendere scelte progettuali e procedure.
Questo è quindi un obiettivo di natura politica che il Consiglio dell’Ordine di Milano persegue con costanza, anche al di là di differenti interpretazioni giurisprudenziali.
Intendiamo quindi continuare nella nostra azione di attenta osservazione, soprattutto in vista delle importanti scelte urbanistiche ed architettoniche che nei prossimi anni si dovranno effettuare sul territorio milanese.
Il Consiglio dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Milano