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Design e paesaggio a confronto

Dal 27.04.2009 al 27.05.2009

Opening Party per il Salone 2009 all'Ordine, giovedì 23 Aprile con Patrizia Pozzi e Denis Santachiara. Resoconto della serata

L'Ordine degli Architetti apre le porte del suo Salone 2009 e ospita il design in occasione dell'Opening Party di giovedì 23 Aprile: Patrizia Pozzi e Denis Santachiara, presentati da Franco Raggi, inaugurano la serata con due interventi intitolati  “Landscape design, artifici al naturale” e “A partire da un dondolo: le oscillazioni del design contemporaneo”. Due interventi di cui a priori è difficile intuire  i legami - la Pozzi tratta il paesaggio natur-artificiale, che a Santachiara secondo Raggi “non è mai interessato un granchè”-  ma che nascondono invece imprevedibili fili che li collegano.

Apre Patrizia Pozzi, invitata da Raggi per la sua interessante ricerca su temi legati all'architettura del paesaggio e che si muove tra “natura artificiale” e “artificio naturale”, con un discorso ampio e generale debitore di contributi anche di altri paesaggisti (Marta Schwartz su tutti): il punto da chiarire è che il paesaggio nelle sue componenti non è legato necessariamente ad elementi naturali. Il loro utilizzo contemporaneo è infatti spesso sottoposto a pratiche che ne rendono fortemente disegnato e artificiale l'aspetto.

Una tendenza simile  fa sì che nel design elementi naturali quali il corallo, l'erba, i sassi tramite un'evoluzione d'uso diventino oggetti quotidiani e di design.

Ma è l'Artificio che domina sulla natura o viceversa?

E' questo l'ambito in cui Patrizia sviluppa il proprio fare design, oscillando a seconda del momento da una parte o dall'altra e trovando nuovi equilibri per la creazione dii oggetti  visti nei passati Saloni:Fedora Panca Semi-nata, struttura metallica per una seduta su cui far crescere piante rampicanti coordinate e le sue poltrone-nido prodotte da ….......... O ancora, il suo divano-bosso, in cui l'elemento artificiale (il materiale del divano) viene plasmato a replicare l'apparenza dell'elemento naturale (la siepe di bosso) al punto da ingannare non solo l'occhio umano ma anche quello di consumatrici abituali, le mucche.

Oscillazione per oscillazione, la palla passa a Denis Santachiara, che risponendo a Raggi, afferma di essere interessato maggiormente alla “seconda natura” delle cose e più propenso a portare tutto ciò che avviene in ambienti esterni all'interno.

Il suo design, sostiene Raggi con convinzione, è una finestra aperta sull'illogico, l'imprevisto e l'inaspettato: non si stenta a crederlo, osservando le sperimentazioni di Denis per  sedute “non-sedute” che rifuggono la quiete e chi vuole sedervisi, e sgabelli da bar con una coppia di pedali installati alla loro base dove poter consumare un drink “consumandolo” contemporaneamente pedalando a tutta velocità.

In questa ottica sognante e al limite dell'illogicità, l'interesse di Denis per la natura è volto alla sperimentazione dell'insolito, del materiale e del fenomeno fisico, più che alla forma: suoi elementi prediletti sono manifestazioni straordinarie quali i fulmini, le nuvole, l'aria e il vento.

Fin dal suo progetto per un “fulminino domestico“ da 6000 volts, passando per i suoi allestimenti fatti di nuvole al Cosmit di Mosca  fino a quello in strutture create da getti d'aria per la fiera MABO a Bologna, il suo design misurandosi coll'elemento naturale diventa etereo, ma non per questo privo di fisicità.

Design che diventa ambiental-atmosferico, per una sala di un ristorante ottenuta da un cavedio coperto dove Santachiara ricrea un temporale con tanto di fulmini, tuoni, vento ed acqua:  il disorientamento dei clienti allarmati per finestrini delle proprie auto lasciati aperti è il suggello di un design -secondo Franco Raggi-  costantemente teso alla rincorsa del  sogno e alla surrealtà tecnologica.

Carlo Venegoni

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