Dal 26.02.2009 al 26.02.2010
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento del prof. Emilio Battisti ad integrazione del nostro resoconto della serata dedicata a Expo Lisbona
Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'intervento cui il prof. Emilio Battisti ci chiede di dare adeguata diffusione, nella speranza che sia di stimolo al dibattito avviato con le serate organizzate dall'Ordine in merito alla questione EXPO.
Di seguito il testo della missiva:
Francesco de Agostini nel sintetizzare il mio intervento ha veramente sminuito i suoi contenuti e l'ha oltretutto liquidato con un "Amen" finale che appare come un giudizio che non ritengo abbia il diritto di esprimere. Riferisca i fatti possibilmente nel modo più adeguato e il giudizio lo lasci esprimere a chi leggerà il suo resoconto.
Allego quindi un resoconto meno schematico del mio intervento chiedendo, per favore, di darvi adeguata diffusione.
Grazie.
Partendo dalla constatazione che a Milano subiamo gli effetti negativi del degrado ambientale più di quanto avvenga in altre città europee e che stiamo pagando un prezzo elevato in termini di qualità della vita e salute, le questioni di ecosostenibilità si pongono in modo sempre più urgente, e il dossier di candidatura, al capitolo 15, giustamente indica una serie di provvedimenti e pratiche finalizzate a garantire la sostenibilità degli interventi. Poiché in questa situazione di crisi economica di imprevedibile gravità il ridimensionamento del programma risulta, oltre che inevitabile, doveroso gli interventi da realizzare dovranno servire a rendere sostenibile una consistente parte del territorio, dal centro storico alle aree agricole del parco sud. Ciò consentirebbe di innovare la formula dell’evento, evitando di realizzare un nuovo insediamento di difficile futura utilizzazione, con spreco del territorio, accentuazione dei suoi squilibri e congestione.
Al suo arrivo il visitatore dovrebbe potersi spostare su mezzi non inquinanti e silenziosi e essere anche incoraggiato a usare il bikesharing opportunamente incrementato e dotato di piste ciclabili su tutti i percorsi di collegamento tra le differenti locations dell’Expo; avrà al contempo l’opportunità di visitare il nostro patrimonio storico, il cui fabbisogno energetico sarà ricavato esclusivamente da fonti rinnovabili; potrà dormire in strutture ricettive ZEB (Zero Energy Building) convertibili, al termine dell’Expo, in edilizia abitativa convenzionata o pubblica; mangerà esclusivamente cibi biologici e biodinamici; esplorerà le coltivazioni del parco sud, riorganizzate aggiornando le antiche pratiche colturali e zootecniche (penso alla riproposizione estensiva delle marcite, che hanno storicamente caratterizzato la zona dei fontanili). Camminando sotto la copertura della nuova fiera, (che manifesta già il degrado dovuto alle sbrodolature dello smog), potrà inoltre apprezzare come le estese vetrate e i tetti dei padiglioni siano diventati degli enormi collettori solari; e sempre in fiera visiterà le rappresentanze nazionali, mentre le nazioni che non vi troveranno posto potranno essere ospitate in altri contenitori tra quelli già esistenti (penso al monumentale Hangar Bicocca di viale Sarca, ai padiglioni dell’ex Ansaldo, al nuovo Vigorelli….), evitando così di sperperare risorse e ritrovarsi, a manifestazione ultimata, con un florilegio di padiglioni destinati alla demolizione.
Il visitatore si muoverà in spazi pubblici riqualificati dal punto di vista ambientale, ma anche dalla presenza di opere di arte pubblica, commissionate agli artisti dei paesi partecipanti.
Questa strategia dovrà riguardare non solo Milano ma anche i comuni limitrofi, creando l’armatura della futura area metropolitana sostenibile. Essendo inoltre basata sulla prevalente assegnazione di incentivi, che andrebbero a sommarsi alle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico (55%) di legge, essa consentirebbe di ottenere una grande partecipazione dei privati e una diffusa e diversificata presenza di operatori, ridimensionando gli interessi forti legati ai grandi interventi edilizi.
Oltre ai vantaggi ambientali si avrebbero anche positivi effetti economici dovuti al risparmio energetico che consentirebbero il recupero, in un ragionevole numero di anni, di almeno otto miliardi dei dodici che saranno investiti.
Ritengo che sarebbe opportuno costituire un gruppo di lavoro che si impegni a predisporre un programma e a elaborare un progetto da offrire al pubblico dibattito per ridefinire il programma dell’EXPO 2015.
Emilio Battisti
Politecnico di Milano
embatt@tin.it