Dal 01.01.2008 al 31.12.2008
sezione: Cronaca di Milano - data: 2007-07-19 num: - pag: 7
autore: E. So. categoria: REDAZIONALE
Per due giorni cittadini e professionisti potranno presentare osservazioni. Area per l'Expo, la Fiera e Cabassi donano 800 mila metri quadrati
Nuovo piano regolatore. «Vogliamo scriverlo insieme alla città»
L'urbanistica? Si fa ascoltando la città. Comincia oggi, in Sala Cariatidi a Palazzo Reale, l'iter che porterà al cambiamento degli strumenti che guidano il futuro della città. Il Prg verrà sostituito con il nuovo Piano di governo del territorio. Una «rivoluzione», come spiega l'assessore Carlo Masseroli: «Introdurremo il sistema della perequazione come strumento che regola l'uso del suolo. Non ci saranno più le destinazioni d'uso, che creavano divari fra i proprietari dei terreni, ma introdurremo la Borsa dei Diritti edificatori, dove si incroceranno domanda e offerta».
Masseroli insiste soprattutto sul tema dell'ascolto: oltre alla due giorni che comincia oggi, sarà possibile a qualunque associazione, comitato, soggetto pubblico o privato dire la propria opinione sul sito Internet del Comune. In ottobre si svolgerà poi una conferenza conclusiva che farà sintesi dei contenuti emersi nei due mesi precedenti. Secondo l'assessore, sarà possibile mettere a punto una bozza di delibera già in dicembre: nell'anno successivo verranno acquisiti tutti i pareri di legge, dall'Arpa all'Asl, dalla Provincia alle parti sociali. E, entro il dicembre 2008, Milano avrà il nuovo PgT.
Contemporaneamente, Masseroli intende avviare il processo di revisione di altri strumenti urbanistici: dal regolamento edilizio, fermo dal '99, al documento di inquadramento (quello che ha deciso delle aree dismesse), fino al piano dell'Edilizia convenzionata «che dovrà fare riferimenti più chiari al tema degli affitti e alle nuove opportunità offerte dalla legge regionale».
Oggi e domani, cinque workshop approfondiranno le esigenze della città sui temi Reti della conoscenza (dai centri di ricerca agli spazi per la cultura), Spazi del benessere (verde, arredo urbano, impianti sportivi), Luoghi dell'abitare (casa e sicurezza), Dignità del vivere civile (servizi sociali), Poli dello sviluppo (come rendere Milano adatta ad ospitare l'Expo ed altri eventi).
E proprio oggi il sindaco e il presidente della Regione presenteranno a Malpensa una mostra dedicata all'Expo sarà l'occasione per annunciare che Fiera Milano e la famiglia Cabassi cedono a titolo gratuito oltre 800 mila metri di terreno che ospiterà l'Expo.
Corriere della Sera - MILANO -
sezione: PRIMA PAGINA - data: 2007-07-19 num: - pag: 1
autore: di GIANNI RAVELLI categoria: REDAZIONALE
Rendere vivibile la stazione
UN PROGETTO PER LA CENTRALE
È vero. «Sono cambiati sindaci, prefetti, questori, comandanti dei carabinieri, ma lo scandalo di piazza Duca d'Aosta è sempre lì...». Ha ragione Claudio Schirinzi: il «caso Stazione Centrale» non si risolve. Possibile che una città come Milano non riesca a cancellare questa vergognosa isola di degrado urbano e umano, di sporcizia e di criminalità? A dieci minuti dal centro, dal Duomo, dalla Scala, dal Piccolo, da Brera, da Montenapoleone e, soprattutto, all'ombra del grattacielo della Regione, che assiste senza reagire a questa situazione: deteriorata fino a trasformare uno spazio urbano di tutti in una sconcia «corte dei miracoli», in un insopportabile mercato della miseria, del degrado sociale e della microcriminalità.
Credo che Milano sia stanca di promesse e voglia vedere i fatti. Fino a quando non si capirà che controlli e sorveglianze — anche se indispensabili — non bastano, ma che occorre trovare soluzioni legate all'uso della città, non si arriverà a capo di nulla. La zona della Stazione Centrale ha bisogno di una profonda trasformazione. Diversamente, il restauro in corso non servirà a niente: avremo una stazione meno disordinata e sporca al suo interno, ma sempre compromessa all'esterno. Non esistono magiche ricette per questo tipo di problemi, ma scelte obbligate: attività commerciali e culturali di qualità contro il degrado. Alcuni anni fa, il Laboratorio di Progettazione del Politecnico, aveva affrontato il tema, studiando i problemi ad esso connessi e arrivando a delle soluzioni progettuali. Fra le quali la costruzione, in quello slargo chiamato piazza Duca d'Aosta, di grandi parallelepipedi di vetro che non nascondevano la facciata della stazione e che all'interno contenevano attività commerciali e culturali di qualità, come librerie, negozi di musica o di abbigliamento, ma anche spazi espositivi: insomma qualcosa che obbligasse la gente a spingersi in quel luogo perché lì — e soltanto lì— poteva trovare alcune cose.
È inutile illudere i cittadini: non esistono alternative. O si porteranno attività commerciali di buona qualità o i dintorni della stazione continueranno a peggiorare. Anche se ora la zona di corso Garibaldi rischia di fare la stessa fine. Sembra che alcuni cittadini abbiano dichiarato guerra ai bar e ai tavolini all'aperto, che sono una delle poche vere barriere contro il degrado. Se anche corso Garibaldi si trasformerà in futuro in zona di scippi e spaccio nessuno avrà più il diritto di protestare.
Corriere della Sera - MILANO -
sezione: Cronaca di Milano - data: 2007-07-19 num: - pag: 7
autore: E. So. categoria: REDAZIONALE
Per due giorni cittadini e professionisti potranno presentare osservazioni. Area per l'Expo, la Fiera e Cabassi donano 800 mila metri quadrati
Nuovo piano regolatore. «Vogliamo scriverlo insieme alla città»
L'urbanistica? Si fa ascoltando la città. Comincia oggi, in Sala Cariatidi a Palazzo Reale, l'iter che porterà al cambiamento degli strumenti che guidano il futuro della città. Il Prg verrà sostituito con il nuovo Piano di governo del territorio. Una «rivoluzione», come spiega l'assessore Carlo Masseroli: «Introdurremo il sistema della perequazione come strumento che regola l'uso del suolo. Non ci saranno più le destinazioni d'uso, che creavano divari fra i proprietari dei terreni, ma introdurremo la Borsa dei Diritti edificatori, dove si incroceranno domanda e offerta».
Masseroli insiste soprattutto sul tema dell'ascolto: oltre alla due giorni che comincia oggi, sarà possibile a qualunque associazione, comitato, soggetto pubblico o privato dire la propria opinione sul sito Internet del Comune. In ottobre si svolgerà poi una conferenza conclusiva che farà sintesi dei contenuti emersi nei due mesi precedenti. Secondo l'assessore, sarà possibile mettere a punto una bozza di delibera già in dicembre: nell'anno successivo verranno acquisiti tutti i pareri di legge, dall'Arpa all'Asl, dalla Provincia alle parti sociali. E, entro il dicembre 2008, Milano avrà il nuovo PgT.
Contemporaneamente, Masseroli intende avviare il processo di revisione di altri strumenti urbanistici: dal regolamento edilizio, fermo dal '99, al documento di inquadramento (quello che ha deciso delle aree dismesse), fino al piano dell'Edilizia convenzionata «che dovrà fare riferimenti più chiari al tema degli affitti e alle nuove opportunità offerte dalla legge regionale».
Oggi e domani, cinque workshop approfondiranno le esigenze della città sui temi Reti della conoscenza (dai centri di ricerca agli spazi per la cultura), Spazi del benessere (verde, arredo urbano, impianti sportivi), Luoghi dell'abitare (casa e sicurezza), Dignità del vivere civile (servizi sociali), Poli dello sviluppo (come rendere Milano adatta ad ospitare l'Expo ed altri eventi).
E proprio oggi il sindaco e il presidente della Regione presenteranno a Malpensa una mostra dedicata all'Expo sarà l'occasione per annunciare che Fiera Milano e la famiglia Cabassi cedono a titolo gratuito oltre 800 mila metri di terreno che ospiterà l'Expo.
Corriere della Sera - MILANO -
sezione: PRIMA PAGINA - data: 2007-07-19 num: - pag: 1
autore: di GIANNI RAVELLI categoria: REDAZIONALE
Rendere vivibile la stazione
UN PROGETTO PER LA CENTRALE
È vero. «Sono cambiati sindaci, prefetti, questori, comandanti dei carabinieri, ma lo scandalo di piazza Duca d'Aosta è sempre lì...». Ha ragione Claudio Schirinzi: il «caso Stazione Centrale» non si risolve. Possibile che una città come Milano non riesca a cancellare questa vergognosa isola di degrado urbano e umano, di sporcizia e di criminalità? A dieci minuti dal centro, dal Duomo, dalla Scala, dal Piccolo, da Brera, da Montenapoleone e, soprattutto, all'ombra del grattacielo della Regione, che assiste senza reagire a questa situazione: deteriorata fino a trasformare uno spazio urbano di tutti in una sconcia «corte dei miracoli», in un insopportabile mercato della miseria, del degrado sociale e della microcriminalità.
Credo che Milano sia stanca di promesse e voglia vedere i fatti. Fino a quando non si capirà che controlli e sorveglianze — anche se indispensabili — non bastano, ma che occorre trovare soluzioni legate all'uso della città, non si arriverà a capo di nulla. La zona della Stazione Centrale ha bisogno di una profonda trasformazione. Diversamente, il restauro in corso non servirà a niente: avremo una stazione meno disordinata e sporca al suo interno, ma sempre compromessa all'esterno. Non esistono magiche ricette per questo tipo di problemi, ma scelte obbligate: attività commerciali e culturali di qualità contro il degrado. Alcuni anni fa, il Laboratorio di Progettazione del Politecnico, aveva affrontato il tema, studiando i problemi ad esso connessi e arrivando a delle soluzioni progettuali. Fra le quali la costruzione, in quello slargo chiamato piazza Duca d'Aosta, di grandi parallelepipedi di vetro che non nascondevano la facciata della stazione e che all'interno contenevano attività commerciali e culturali di qualità, come librerie, negozi di musica o di abbigliamento, ma anche spazi espositivi: insomma qualcosa che obbligasse la gente a spingersi in quel luogo perché lì — e soltanto lì— poteva trovare alcune cose.
È inutile illudere i cittadini: non esistono alternative. O si porteranno attività commerciali di buona qualità o i dintorni della stazione continueranno a peggiorare. Anche se ora la zona di corso Garibaldi rischia di fare la stessa fine. Sembra che alcuni cittadini abbiano dichiarato guerra ai bar e ai tavolini all'aperto, che sono una delle poche vere barriere contro il degrado. Se anche corso Garibaldi si trasformerà in futuro in zona di scippi e spaccio nessuno avrà più il diritto di protestare.