Lo Staff di Ordine e Fondazione è a disposizione per supportare nella risoluzione di problematiche e segnalazioni.
Qui i contatti degli uffici
Edificio residenziale al quartiere Gallaratese
Anno: 1969 - 1970
Località: Milano, Gallaratese
Indirizzo: via Enrico Falck 53
Destinazione d'uso: Edifici residenziali
“Questo dinosauro rosso, con una rigida e lunga coda bianca, sorge ormai terribilmente sopra la pianura”.
[Aldo Rossi, Quaderno Azzurro 23, 30 luglio 1978-1 gennaio 1979, in: Aldo Rossi, I Quaderni Azzurri 1968-1992 (a cura di Francesco Dal Co), Electa/The Getty Research Istitute, Milano 1999].
Nel 1968 Carlo Aymonino propone ad Aldo Rossi la collaborazione al progetto per il quartiere Gallaratese affidatogli dalla Società Monte Amiata qualche anno prima. Tra il 1969 e il 1973, in completa autonomia, ad eccezione della fissità della collocazione dell’edificio nel disegno generale del lotto, Rossi progetta un corpo di fabbrica in linea lungo 185 metri e profondo 12 metri, di tre piani fuori terra con un’altezza complessiva di 12 metri. Un lungo edificio urbano concepito dallo stesso autore come “una lama che entra dentro il groviglio dell’impianto di Aymonino” [Aldo Rossi, Quaderno Azzurro 2, 26 novembre 1968 in: Aldo Rossi, I Quaderni Azzurri 1968-1992 (a cura di Francesco Dal Co), Electa/The Getty Research Istitute, Milano 1999] dove la tipologia della casa a ballatoio assume nella sua composizione e costruzione la forma di un percorso rettilineo continuo, aperto su un lato, che organizza i singoli appartamenti. Il rimando continuo di Rossi a tutte quelle costruzioni che appartengono alla tradizionale casa popolare milanese è sicuramente uno dei temi generatori del progetto. L’intensa traduzione e rilettura espressiva della tipologia delle case a ballatoio si somma a suggestioni, riferimenti, immagini che cercano di definire la possibilità di costruzione di un luogo, un luogo dentro un edificio, un luogo capace di confrontarsi con la città e, nelle immediate vicinanze, con gli edifici di Aymonino; un luogo – ancora – che possa diventare interpretazione concreta dell’abitare, dove “il ballatoio significa un modo di vita bagnato negli avvenimenti di ogni giorno, intimità domestica e svariate relazioni personali” [Aldo Rossi, Autobiografia scientifica, Il Saggiatore, Milano, 2009, ed. or. Aldo Rossi, Autobiografia scientifica, Pratiche, Parma, 1990, p.39].
Il luogo è una strada. Il riferimento alla strada non è utilizzato una sola volta all’interno del progetto: il luogo-strada nella sua identità è sicuramente evidente nel piano terra dell’edificio, misurato e senza apparente funzione specifica; allo stesso modo è evidente nell’intrecciarsi dei percorsi sovrapposti che portano alle case, identificati dalla costruzione dei ballatoi. Questo tema è per Rossi il motivo ricorrente che guida il contrappunto tra gli elementi che compongono l’edificio ma è anche il carattere primo a cui tendere nella definizione del progetto; è il luogo che permette l’avvenimento. È una strada i cui fronti sono idealmente rappresentati dal rapporto con l’imponente edificio di Aymonino a est e dal giardino a ovest che sembra, in alcuni punti, poter entrare nell’edificio; fronti filtrati, misurati e distinti dalla scansione ritmica dei setti e dei setti-pilastri che nella differenza di profondità raccontano proprio questa diversità di affaccio. I due livelli distinti che seguono le quote del terreno, assieme alla differente altezza del solaio di copertura del piano terra, permettono allo spazio della strada di modificarsi nella sua percezione, creando luoghi dissimili in rapporto all’intorno, assumendo caratteri differenti man mano che la strada si percorre.