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Anno: 1927 - 1949
Località: Milano, Duomo
Indirizzo: largo Gemelli 1, via Necchi 1-9
Destinazione d'uso: Edifici per l'istruzione
Progettista: G. Muzio con P. F. Barelli
Con la solenne inaugurazione il 30 ottobre 1932, l’Università Cattolica si trasferì dalla vecchia sede nel palazzo di L. Canonica in via Sant’Agnese, a quella nuova, costruita dopo l’acquisizione dal Demanio dell’antico monastero cistercense di Sant’Ambrogio. Il complesso, collocato nelle vicinanze del Monumento ai Caduti, sorge dietro l’abside della basilica integrando gli splendidi chiostri del Bramante, che, sopravissuti alla soppressione dell’antica istituzione monastica, furono adeguati dapprima ad infermerie per l’esercito napoleonico, poi a magazzini e a sede dell’ospedale militare. Nello stesso anno, 1932, furono completati: l’edificio d’ingresso su largo Gemelli con gli spazi di amministrazione, il corpo di raccordo tra l’edificio nuovo e la fabbrica antica e i restauri di entrambi i chiostri. Seguono nel ’34 i collegi maschili in via Necchi (Augustinianum e Ludovicianum), nel ’38 quello femminile (Marianum) e l’edificio per le aule in vicolo S. Agostino. Dopo la guerra Muzio completò il complesso, realizzando nel ’46 l’edificio di Psicologia dietro il cortile ionico e nel ’49 le mense in via Necchi 9.
Nonostante la lunga realizzazione, avvenuta nell’arco di due decenni, Muzio riuscì a dare vita ad un complesso unitario, nel quale si fondono corpi nuovi ed antichi con grande sensibilità per la particolare importanza del luogo storico e per la vicinanza con Sant’Ambrogio. L’edificio d’ingresso, coerentemente alla sua destinazione, rappresenta verso largo Gemelli il fronte principale dell’Università. Dalla facciata di mattoni emerge il portale d’ingresso, esplicita citazione di quello realizzato da Serlio ed Alessi per il Palazzo Comunale di Bologna, sormontato da una torre in granito chiaro con lanterna campanaria ed orologio. Il corpo della torre domina la piazza, pur non essendo centrale rispetto ad essa, perché allineato all’asse interno del chiostro dorico, insieme al portale e al corridoio d’ingresso. In congruenza alla tradizione, la torre segnala verso lo spazio urbano la destinazione pubblica del complesso edilizio. Anche la muratura in mattone a vista è un esplicito rimando alla tradizione. Successivamente alla realizzazione dell’edificio in mattoni del Palazzo delle Cinque Gallerie alla Fiera di Milano – realizzato dagli amici Novecentisti A. Alpago Novello e O. Cabiati – con la Cattolica Muzio introduce il mattone in terracotta nell’immagine della città moderna. Essendo in prossimità della basilica di Sant’Ambrogio, la concordanza con l’antica tradizione del mattone nell’architettura lombarda è in questo caso radicata anche con il luogo specifico. Contemporaneamente Muzio adotta per la prima volta il principio formale della “pelle” di mattone (più tardi di clinker) come rivestimento dello “scheletro” costruttivo di cemento armato.