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Uffici Chase Manhattan Bank

Anno:  1958 - 1969

Località: Milano, Brera

Indirizzo: via Hoepli 7, piazza Meda 1, via Adalberto Catena 4

Destinazione d'uso: Edifici per uffici

Progettista: BBPR

Tra il 1958 e il 1969 il gruppo BBPR si confronta con un intervento di ricostruzione in un lotto occupato da un fatiscente edificio ottocentesco, in pieno centro città. Il piano regolatore del 1934 prevedeva una costruzione simmetrica rispetto al fronte opposto della piazza. La sagoma trapezioidale dell’edificio previsto, tuttavia, avrebbe dominato e contrastato l’abside e il tiburio della Chiesa di San Fedele. Il lavoro dei BBPR si concentra quindi su una soluzione alternativa che sia in grado di confrontarsi con il monumento e al tempo stesso di gestire il raccordo con la cortina edilizia di via Hoepli.

 

È interessante notare come l’acciaio, generalmente associato agli edifici dell’International Style, venga qui utilizzato magistralmente con la stessa espressività con cui i Bbpr hanno trattato il cemento armato negli edifici degli anni Cinquanta. Nel contesto della ricostruzione postbellica, però, all’acciaio venne preferito il cemento armato sopratutto per ragioni di convenienza economica. Dal lato di via Catena un’ala più bassa dell’edificio si connette con un celebre edificio di Luigi Caccia Dominioni, che costituisce un esempio altrettanto efficace di inserimento nel contesto storico. Dalla parte di via Hoepli la Chase Manhattan Bank si attesta sul fianco di un edificio di Figini e Pollini, disegnato in piena coerenza con le indicazioni del piano regolatore del 1934.

 

L’altezza del portico previsto dalla normativa in prosecuzione di quello adiacente (nove metri dal piano stradale) è considerata dagli architetti eccessiva rispetto all’altezza totale dell’edificio. Figini e Pollini, per rispondere alla stessa esigenza, inseriscono un telaio sospeso che è quasi una traccia di un ipotetico primo piano. I Bbpr inseriscono una correzione ottica tramite una struttura a portali che abbassa il punto di imposta e che scandisce la curva dell’edificio con il ritmo dei pilastri binati.

 

Paolo Brambilla