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Palazzo Missori

Anno:  1933 - 1938

Località: Milano, Duomo

Indirizzo: via Giuseppe Mazzini 15, via Gonzaga 4-6

Destinazione d'uso: Edifici per residenze e commercio

Progettista: Marcello Piacentini

L’edificio di Piacentini occupa la metà rivolta verso piazza Missori di un vasto lotto trapezoidale – delimitato dalle vie Albricci, Gonzaga, Mazzini (ex via Carlo Alberto) e da piazza Diaz – su cui insiste anche un altro fabbricato dello stesso architetto, cioè la sede della Banca Agricola Milanese realizzata intorno al 1934, con la collaborazione di Ernesto Rapisardi e dell’ingegner Giovanni Maggi. Con queste due costruzioni Piacentini continuava la propria attività professionale nel capoluogo lombardo, inaugurata dal Palazzo della Cassa Nazionale Assicurazioni Sociali (INPS), realizzato tra 1929 e il 1931, e culminata con la conclusione del lunghissimo iter progettuale per il Palazzo di Giustizia (1929-1947).  

 

Palazzo Missori presenta facciate ripartite in verticale. Il primo livello è costituito da un basamento a tripla altezza, realizzato mediante un portico che si sviluppa su due dei tre fronti (nel terzo, lungo via Mazzini, le vetrine si allineano alla strada), dietro al quale si trovano una serie di negozi con mezzanino chiusi da vetrate al piano terra; il secondo, corrispondente ai cinque piani intermedi, è un’unica superficie liscia e levigata, scandita dall’omogenea ripetizione delle bucature; il terzo livello è il piano attico gradonato, a sua volta sviluppato su ulteriori tre piani dei quali due ritmati da paraste che reggono il leggero aggetto della terrazza posta intorno all’ultimo, che si ritrae maggiormente nei confronti della facciata alla quota del basamento rispetto ai due livelli sottostanti.  

 

Il passaggio tra l’una e l’altra partizione è segnato da una leggera cornice grigia che gira intorno a tutto l’edificio, il cui rapporto con la città è mediato dalla presenza del portico caratterizzato da un ritmo costante, salvo che sul fronte verso piazza Missori in cui l’unica campata di ordine gigante lo rende più simile ad un portale. Il rapporto tra la Banca Agricola Milanese e Palazzo Missori è l’oggetto del polemico commento pubblicato da Reggiori nel suo prezioso volume sullo sviluppo di Milano, in cui si sottolinea la disarmonia di «ricorrenze» – intesa per esempio come mancata assonanza nelle quote delle gronde o dei davanzali dei due blocchi – attraverso la pubblicazione di una fotografia del punto di tangenza tra la Banca e il Palazzo lungo via Mazzini, dove si apre un profondo taglio nella cortina edilizia che disimpegna l’accesso alla galleria commerciale di Palazzo Missori. Reggiori si dimostra fortemente critico anche nei confronti del fallito accordo di stile tra le due costruzioni.

 

Se per la sede dell’Istituto Finanziario esso si concretizza in un’immagine moderna, solo in parte attenuata dal ricco rivestimento in marmi per i due piani del basamento con mezzanino e per il piano nobile – in contrasto con la litoceramica rosata di quelli superiori e con l’intonaco Terranova delle facciate verso il cortile e dell’attico a gradoni – per Palazzo Missori lo stile si blocca in un’aurea classicheggiante, accentuata dal marmo bianco che riveste interamente l’edificio, ad eccezione del rivestimento dei pilastri che compongono il portico.

 

Manuela Leoni