Lo Staff di Ordine e Fondazione è a disposizione per supportare nella risoluzione di problematiche e segnalazioni.
Qui i contatti degli uffici
Ristrutturazione della Banca di Legnano
Anno: 1970
Località: Legnano, Centro
Indirizzo: Largo Franco Tosi
Destinazione d'uso: Edifici per la finanza
Progettista: Vito e Gustavo Latis
La ricostruzione della sede centrale della Banca di Legnano segue un intervento di sopralzo già eseguito da Vito Latis all’inizio degli anni ‘50 sull’edificio storico, risalente ai primi del secolo. L’opportunità di una sua demolizione e integrale ricostruzione destò non poche perplessità, anche dei Latis stessi, incaricati del nuovo progetto.
L’edificio articola i diversi contesti su cui affaccia in due corpi di fabbrica: quello ad est e nord, l’esattoria, con i suoi due piani di altezza riprende la quota delle gronde delle case prospicienti; quello ad ovest, leggermente ruotato, la cui facciata è il prospetto di rappresentanza dell’intero complesso, cambia di scala elevandosi su quattro piani. Il complesso si pone a così a cerniera, lungo una strada trasversale, tra il contesto della strada storica centrale di Legnano, in quel punto ancora caratterizzata da case basse e allungate, e la nuova strada di fine Ottocento parallela alla prima, di scala completamente diversa, sulla quale prospettano le maggiori sedi istituzionali della città; quella che è la testata dell’edificio allunga nello slargo la quota del proprio piano rialzato in una terrazza in granito che ordina i diversi flussi pedonali e veicolari verso il salone della banca e il parcheggio interrato.
Non facile la convivenza su questo spazio di rappresentanza con l’alto e compatto edificio adiacente; tuttavia la scelta di una composizione per fasce parallele, coronata dalla linea d’ombra del pesante aggetto, si impone per l’evidenza delle orizzontali, e con maggior forza e dinamismo nella veduta accidentale, allorquando la fuga prospettica del corpo su due piani ad ovest si compone con la testata est, più ferma. Viceversa, nella visione accidentale dal retro, il brusco cambio di quota tra i due volumi principali è risolto dalla terminazione del corpo scala in una torretta la cui serie di finestrelle l’apparentano ad una loggetta.
La struttura in travi e pilastri in cemento armato è arretrata dal piano di facciata e, se si escludono i pilastri in cemento a vista al piano terreno della testa e nel punto di articolazione tra i due corpi, il carattere dell’edificio si esprime nelle ripetute orizzontalità delle fasce che dal basamento in serizzo levigato, a quelle in pannelli bocciardati fine, ai veloci ritmi delle finestrate in alluminio anodizzato – più fitte quelle dell’esattoria – alle fasce successive ancora bocciardate, ma più grosse, vanno a concludersi col passo più lento del pesante coronamento, dato dai grossi gocciolatoi in rame. Perlinature di rame brunito chiudono le sporgenze di avanzamenti e arretramenti del piano di facciata, così come vanno a caratterizzare, distaccandolo dal corpo principale, il piccolo elemento di congiunzione con l’edificio adiacente. L’intervento dei Latis si limitò al solo involucro dell’edificio mentre l’allestimento interno venne curato da altro professionista (arch. Battistoni).