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Anno: 1952
Località: Milano, Ticinese
Indirizzo: via De Amicis 19
Destinazione d'uso: Edifici residenziali
Progettista: Attilio Mariani, Carlo Perogalli
L’edificio venne edificato nel rispetto dei molti vincoli che il piano di ricostruzione imponeva per la zona, in quanto erano previsti quattro edifici che dovevano rivolgere alla via De Amicis il fronte più corto e l’atrio doveva essere posto perpendicolarmente alla via stessa sul fronte più lungo; era inoltre previsto un ampio spazio verde che doveva separare gli edifici, allo scopo di valorizzare il sito archeologico d’epoca romana che contiene i resti di un anfiteatro. Non erano consentiti sporti di sorta, i balconi furono permessi solo in un secondo tempo e l’altezza non doveva superate i 38 metri. Tutto ciò influì non poco sulle caratteristiche espressive dell’edificio.
La zona era stata duramente colpita dai bombardamenti e un lato della via, quello sul quale sorge la casa, vedeva un alternarsi di ruderi destinati alla demolizione, ortaglie e depositi; non vi era pertanto alcuna preesistenza significativa con cui mettersi in relazione, lo stesso parco archeologico era del tutto da farsi. Solo di fronte, sull’altro lato della strada, era stata di recente realizzato il garage di Tito Varisco. Per l’orientamento della casa l’atrio non venne posto su strada, ma sul lato lungo; vi si accede pertanto dopo esser entrati nel giardino. Il vincolo delle misure imposte ha comportato, proprio nella creazione dell’atrio, un certo senso di compressione, in quanto è stato necessario anche tener conto di una richiesta della committenza, che desiderava che l’accesso all’ ascensore di servizio e al vano scale non avvenisse dall’esterno, in quanto si trattava di uno spazio completamente su strada e quindi privo di garanzie di sicurezza. Gli architetti cercarono di recuperare spazio ove fosse possibile: ne scaturì un ingresso particolare che è alto due piani, 6,70 m.
“Chi entra, osserva lo stesso architetto Perogalli, riceve la non abituale sensazione di non calpestare il pavimento dell’atrio, ma di trovarsi sospeso in un balcone che su tale vano si affaccia. Questa sensazione è accentuata dalla forma delle due scale che dal balcone si dipartono. L’una che scende al seminterrato, l’altra che sale al rialzato, entrambe aeree… Anche le balaustre, in ferro verniciato in nero, alluminio e cristallo temperato, concorrono a mantenere alle due rampe, che uniscono le tre quote dell’atrio un accentuato senso di leggerezza” (da Carlo Perogalli, Condominio in via De Amicis a Milano in “Edilizia moderna” n.53, Dicembre 1954, p.85).
L’edificio consta di undici piani fuori terra e un seminterrato; il piano tipo ospita due appartamenti ciascuno di cinque locali, mentre seminterrato e piano rialzato sono destinati a uffici. Il basamento è rivestito con tesserine di ceramica nera, i fronti sono in spaccato di travertino, il sottofinestra e i balconi sono in mosaico vetroso verde; è proprio l’alterna distribuzione delle terrazze che frantuma la stereometricità del complesso per quanto riguarda il fronte maggiore, mentre i fronti più corti risultano mossi dai tagli apportati dalle finestre situate nelle stanze da letto e dei servizi.