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Condominio in via Montebaldo

Anno:  1951 - 1955

Indirizzo: Via Montebaldo, Milano

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: Gio Ponti, Gigi Ghò

Le case progettate da Giò Ponti per il Quartiere Harar-Dessiè sono caratterizzate da particolari soluzioni compositive, coerenti con la poetica dell’autore. Innanzitutto l’uso intenso del colore considerato dall’architetto come un aspetto essenziale della determinazione della forma. Il colore, oltre ad assumere un valore segnaletico teso a orientare i movimenti dell’uomo nello spazio, entra in sinergia con la morfologia dell’edificio. L’involucro tende a perdere le qualità materiche per assumerne altre determinate dall’andamento delle linee, dei piani e dei volumi, attraverso cui diventa un’entità geometrica astratta.

Il secondo edificio, noto come casa “bianca e gialla”, è stato progettato in collaborazione con Gigi Ghò. La facciata nord è caratterizzata da un sistema di logge articolato in tre inserti architettonici costituiti da superfi ci murarie incise orizzontalmente e rastremate ai lati in modo da rendere l’immagine di una superficie muraria che si espande verso l’esterno.

 

Come in altre architetture di Ponti, fra cui ad esempio la villa Planchart a Caracas (1955), le superfici sono isolate e deformate rispetto agli allineamenti ortogonali, divenendo così dei fatti geometrici autonomi in cui è legittimo trovare delle anticipazioni di esperimenti sulla rottura della scatola muraria, sviluppati molto più tardi. La superficie della facciata, arricchita in spessore e plasticità, si rastrema verso le estremità della costruzione in virtù della nota teoria di Ponti sulla necessità di “concludere” gli edifici

 

Marco Lucchini