L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, l’Ordine degli Ingegneri e il Collegio Geometri e Geometri laureati della Provincia di Milano annunciano la presentazione dei ricorsi al TAR contro la disposizione di servizio n. 9/2024 del Comune di Milano, che lo scorso 12 novembre 2024 ha decretato l’interruzione del servizio di appuntamenti e ricevimenti da parte dei dipendenti comunali, la sostanziale interruzione di ogni attività istruttoria e decisionale degli uffici e delle direzioni preposte ai procedimenti urbanistico-edilizi, rendendo inoltre impossibile la quantificazione dei valori di monetizzazione delle dotazioni di aree per servizi.
La disposizione di servizio ha interrotto l’attività di dialogo con i progettisti, facendo salvi gli appuntamenti già fissati, creando un danno a quei progetti che ancora devono essere istruiti e approvati.
«Il ricorso al TAR è un atto indispensabile da parte degli Ordini professionali», dichiara Federico Aldini, presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano, «a causa delle numerosissime e pressanti richieste e lamentele rivolte da parte degli iscritti in seguito all’emanazione della disposizione di servizio. Il ricorso ha lo scopo di tutelare l’interesse istituzionale comune ai progettisti e ai tecnici, contro un atto altamente lesivo per la professione. Per questo è fondamentale chiarire che l’obiettivo è quello di garantire agli iscritti all’Ordine professionale una tutela concreta ed unitaria».
Gli Ordini constatano come la disposizione contenga molteplici elementi di illegittimità.
In primo luogo, l’atto impugnato viola l’art. 5 del DPR n. 380/2001 che stabilisce come le amministrazioni comunali “provvedono a costituire un ufficio denominato Sportello unico per l’edilizia, che cura tutti i rapporti fra il privato, l’amministrazione e, ove occorra, le altre amministrazioni tenute a pronunciarsi in merito all’intervento edilizio oggetto della richiesta di permesso o di segnalazione certificata di inizio attività”. I commi 1bis e 1ter, appositamente inseriti con D.L. n. 83/2012, hanno successivamente chiarito che “lo Sportello costituisce l’unico punto di accesso per il privato interessato in relazione a tutte le vicende amministrative riguardanti il titolo abilitativo e l’intervento edilizio oggetto dello stesso”. Pertanto, i privati e i professionisti tecnici incaricati si trovano oggi preclusa l’unica possibilità ammessa dalla legge per poter interagire con l’amministrazione che deve istruire e decidere sulle pratiche edilizie.
Gli Ordini segnalano anche come, considerando il regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Milano, il principio che decreta “l’orientamento alla soddisfazione dell’utenza, avvicinando l’azione del Comune ai bisogni ed alle esigenze dei cittadini e dell’intero sistema sociale ed economico, da attuare comunicando e rilevandone le esigenze”, sia oggi ampiamente violato dall’atto impugnato.
La sospensione delle attività dello Sportello unico per l’edilizia degli appuntamenti e dei rapporti fra amministrazione e tecnici sta comportando un rallentamento dei procedimenti, ed i progettisti non sono messi nelle condizioni di poter apportare quelle modifiche e integrazioni (minime o più importanti) necessarie per adeguarsi alle richieste degli istruttori. Il risultato di questa situazione sarà gravissimo, poiché, tra le altre cose, porterà diversi progetti a subire le misure di salvaguardia che presto (entro i prossimi mesi) dovranno entrare in vigore a seguito dell’adozione della revisione del PGT.
«È, pertanto, fondamentale che i provvedimenti impugnati siano sospesi, per garantire che in tempi brevi i progettisti e i tecnici vengano riammessi alla partecipazione e al dialogo con gli uffici pubblici comunali a tutela del pubblico interesse», si chiosa nell'appello inviato al TAR.