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Architettura A scuola

Dal 19.05.2014 al 19.06.2014

Ad un anno dalla nascita del progetto “La città cambia, e noi?”- ciclo di incontri sull’architettura contemporanea per le scuole superiori – il 9 Maggio sono state presentate le esperienze dell'anno 2013 e le idee per il prossimo

Ad un anno dalla prima presentazione del progetto “La città cambia, e noi?”- ciclo di incontri sull’architettura contemporanea per le scuole superiori – il 9 Maggio 2014 le curatrici Francesca Battisti, Margherita Sala, Chiara Scortecci, Veronica Scortecci, hanno presentato in sede il resoconto del primo anno di attività, con nuovi spunti e idee per il prossimo. Con l'associazione 'atelier mobile', della quale fanno parte dal 2013, hanno in comune l’interesse per lo spazio pubblico, la promozione di un suo uso critico, consapevole e attivo. L'anno scorso è nata la sezione 'atelier mobile a scuola', dedicata alle scuole secondarie superiori.

Il nostro Presidente Valeria Bottelli, con il segretario Paolo Brambilla, hanno introdotto la presentazione sottolineando quanto sia fondamentale stimolare l’attenzione della cittadinanza verso l’architettura e le nuove trasformazioni urbane della propria città. Per questo l’Ordine e la Fondazione, oltre a patrocinare l'iniziativa, hanno fornito alle curatrici informazioni sul tessuto della città consolidato e quello in trasformazione, attraverso gli Itinerari di Architettura Milanese e Milanochecambia, fornendo disegni, relazioni di progetto e immagini per costruire il progetto formativo.

Gli incontri intendono essere un integrazione agli insegnamenti curricolari, esperimento già collaudato in altri paesi europei; Veronica Scortecci, residente ad Amburgo, cita il progetto HAK- Hamburgische Architektenkammer, l'esperienza condotta in Gran Bretagna dal RIBA Royal Institute of British Architects, Schools programme "Architects in Residence", in Francia dall’ Ordre des architectes d’Île-de-France con il progetto "Les architectes et les paysagistes dans les classes" e in Olanda dal Netherlands Architecture Institute, Premsela Foundation e il Netherlands Architecture Fund. Educare le giovani generazioni a sapere vedere l’architettura, significa formare contemporaneamente quelle future, le quali compieranno scelte determinanti sul corpo della città, come cittadini, committenti, amministratori pubblici e magari progettisti.
Milano in questi anni sta mutando radicalmente in più parti, per questo è significativo portare i ragazzi milanesi a saper leggere dapprima il ruolo degli spazi aperti. Allenare l’occhio verso lo spazio pubblico è infatti il tema centrale del progetto; le attività e gli insegnamenti organizzati durante gli incontri con le scuole sono volti a stimolarne la percezione e l’uso, rendere famigliari i luoghi per capirli e rispettarli; fondamentale è quindi presentare loro un metodo di approccio piuttosto che trasmettere un giudizio. La proposta formativa è stata illustrata da Chiara Scortecci, ed è strutturata in tre cicli tematici: 'le forme dello spazio’, ‘i ritmi della città’, ‘tracce di futuro’, strutturati in due incontri in aula ed infine una visita in cantiere o a un edificio ultimato di recente. In base al percorso didattico e all’anno di corso degli studenti, si costruisce insieme all’insegnante un progetto a doc.



Il primo incontro guarda ad un'architettura contemporanea, dapprima in aula e in seguito con visite guidate, l’interrogativo è: ‘quando uno spazio diventa luogo della città? Nel secondo appuntamento lo sguardo è teso verso un intervento urbano complesso, leggendo un pezzo di città si identificano i frammenti che lo compongono, gli spazi, le caratteristiche funzionali e formali. Il terzo incontro prevede invece una visita a una nuova realizzazione oppure un workshop in aula.
Margherita Sala mostra diverse letture di alcuni spazi aperti; la piazza del nuovo edificio della regione Lombardia si presta sia come campo da calcio che come pista per un eventuale mazurka. Alcuni spunti per il prossimo anno potrebbero essere gli interventi collaterali di Expo in città, il tema ‘Innesti’ della prossima Biennale, gli interventi puntuali in zona Tortona.

Francesca Battisti racconta alcune esperienze svolte nell'anno scolastico 2013-14; i ragazzi che hanno partecipato si sono mostrati soddisfatti e coinvolti in molti casi studio. Per il primo percorso ‘le forme dello spazio’ gli studenti hanno effettuato degli scatti sugli usi degli spazi in seguito a una lettura in aula delle architetture in oggetto nel secondo ‘i ritmi della città’ si è indagato il rapporto tra le modalità d’uso e le regole compositive degli spazi aperti; nel terzo ‘tracce di futuro’ ci si è concentrati sul rapporto tra storia e innovazione nel progetto dell’architettura contemporanea, affrontando i più recenti concorsi milanesi e coinvolgendo alla fine gli studenti nella valutazione di un concorso in qualità di giurati.

Tra gli insegnanti presenti in sala, alcuni hanno raccontato la loro esperienza diretta, offrendo consigli ai nuovi interessati. Il secondo percorso ha significato per la professoressa Laura Zaninelli del Liceo Artistico dell’Istituto Leopardi, un’interessante esperienza di educazione civica, l’insegnamento ai ragazzi li ha portati a considerare lo spazio pubblico come proprio e per questo da usare e al contempo rispettare.

La professoressa Piera Comparin del Liceo Artistico Statale di Brera ha trovato i suoi ragazzi stupiti; se anche non comprendevano subito l’architettura in esame, la curiosità ad approfondirne la conoscenza era alta. La professoressa Alessandra Picchi del Liceo Scientifico dell'Istituto Salesiano Maria Ausiliatrice ha invece scelto volutamente di inserire il ciclo nel corso di storia dell’arte per spiazzare i ragazzi creando una pausa stimolante nel corso dell’anno. I ragazzi hanno mostrato molto interesse verso i nuovi spazi urbani in città; se prima vi passavano senza soffermarsi per comprenderne gli usi, in seguito ad un breve ciclo di incontri si sono mostrati attenti arrivando in un caso a voler modificare l’assetto urbano, pensando e disegnando un nuovo grattacielo.
Educare e sensibilizzare le nuove generazioni all'architettura non significa solo fornire delle 'pillole' extracurriculari ma stimolare la loro curiosità per renderli partecipi della cosa pubblica, chi ben inizia...

Manuele Salvetti

 

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