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RossiMusolino – con Laura Rossi e Claudio Musolino a Sesto San Giovanni

Dal 03.10.2011 al 12.11.2011

Spesso la domanda scarta il nuovo: non tanto, o non solo, per diffidenza riguardo la qualità dei materiali, quanto riguardo il taglio degli spazi e le dimensioni ridotte degli ambienti

Incontro Laura Rossi e Claudio Musolino nel loro studio di Sesto, dove mi fanno conoscere il lavoro che da oltre un decennio svolgono assieme. Molte esperienze di recupero edilizio e di interni,  in contesto sia urbano che rurale. Ma anche spazi per l’accoglienza e la socializzazione, dove la loro esperienza di cantiere e di dettaglio li ha portati a  proporre volumi di spiccata identità.

Mi raccontano di come riguardo alle proposte immobiliari di nuova costruzione oggi sul mercato, sia emersa nella loro esperienza professionale un segnale di scarsa curiosità da parte della loro committenza, a favore invece di quanto edificato negli anni 60/70.
Non tanto, o non solo, una diffidenza riguardo la qualità dei materiali, quanto riguardo il taglio degli spazi, soprattutto le dimensioni estremamente ridotte degli ambienti, la forzatura delle proposte per trilocali in 60 metri quadri, magari anche con doppi servizi.
Per questo, dicono, prevale l’esperienza di ristrutturazione, che in questo contesto coincide anche con case mono familiari, come quella che andiamo a visitare.

Per questo intervento Laura e Claudio sono stati coinvolti dal committente prima dell’acquisto, perché era necessario capire se, stante il giardino annesso una piccola perla, raro in contesto urbano consolidato, fossero ragionevolmente utili le potenzialità dell’edificio.
Si trattava infatti di un unico piano rialzato di 55mq, munito di sottotetto ma allo stato non agibile in altezza -e nemmeno modificabile nella sagoma di falda-, e un seminterrato altrettanto non praticabile. Un volume però completamente vincolato nelle sue misure dalla dimensione del lotto, poichè la possibilità di ampliamento dei volumi abitabili –sagoma della copertura compresa- viene negata dalla immediata adiacenza delle proprietà confinanti, già al limite del dettato del regolamento edilizio
Il volume interno abitabile tuttavia superava i 3 metri di altezza, per cui attraverso la modifica della quota di imposta del solaio soprastante, sarebbe stato possibile ottenere quote abitabili anche al piano sottotetto, opportunamente munito di cappuccine.
Attraverso dunque una semplice pratica di recupero di sottotetto, è stato possibile mostrare come raddoppiare la superficie abitabile, convincendo così il cliente all’acquisto.
Ad esse si aggiunga il risanamento del piano interrato, e il gioco è fatto.

Inaspettatamente, e forse grazie alla chiarezza dell’intervento, si arriva al cantiere in tempi molto rapidi, poiché la pratica di concessione non solleva alcuna eccezione, e viene approvata in 20 giorni.
Le opere dunque coinvolgono l’intera struttura, di cui si è conservato solo le porzioni in elevato, in mattoni pieni, oggetto di coibentazione mediante semplice cappotto verticale esterno per i 3 lati liberi ed interno per quello in adiacenza al confine della proprietà limitrofa.
Si è invece proceduto al rifacimento di tutti i solai interni: in latero cemento quello a piano terra così come quello del primo piano, come abbiamo visto ad una quota di imposta traslata di quasi 40 cm rispetto all’originale; in legno lamellare a vista invece la copertura, con tetto ventilato, guadagnando così in altezza, rispetto ad un solaio in laterocemento, gli ulteriori 16cm  percepibili tra travetto e impalcato.
Infine per il piano interrato sono state realizzate sottofondazioni –precedentemente inesistenti- e nuovo vespaio, oltre che cappotto interno ad intercapedine, per far fronte all’umidità contro terra.   

Alla struttura naturalmente si aggiunga la nuova scala di distribuzione interna, in cemento armato, attorno a cui si sviluppa in modo direi tradizionale la distribuzione dell’abitazione: zona giorno al piano rialzato, modificando dove necessario i tagli delle luci di affaccio esistenti per adeguarli ai nuovi rapporti dettati dagli spazi interni: ingresso nella zona di copertura esistente delle scale esterne, soggiorno –verso strada-, bagno, cucina abitabile con annesso ‘lavatoio’, ricavato nel volumetto esterno già esistente a propaggine del parallelepipedo e rivolte verso il giardino di proprietà; due camere e bagno al piano primo. Unica modifica di sagoma, l’inserimento dei nuovi serramenti a tutta altezza delle cappuccine munite di terrazzo a tasca per consentire l’adeguata aero illuminazione, come si vede nei disegni e nel rendering di presentazione del progetto.
Le finiture esterne infine sono concepite per rimarcare l’autonomia del volume, che sarà tinteggiato in un marcato rosso pompeiano da cui si staccano lattoneria,  serramenti e zoccolatura, a sottolineare l’autonomia del volume dal suo contesto.

Un lavoro solo apparentemente modesto, a guardare da fuori, ma che di fatto, usando le parole di Gardella, tratta il volume esistente come ‘uno zucchino ripieno’, rivoluzionando sia i modi d’uso che la percezione del volume esistente, pur non modificandone in alcun modo la sagoma esistente.
Quando l’architettura c’è, spesso non si vede.

Francesco de Agostini


Ristrutturazione di casa unifamiliare con recupero del sottotetto ad uso abitativo
Sesto San Giovanni, Milano

Progetto Architettonico: 2011
Realizzazione 2011-12
Progetto: Arch. Laura Rossi e Claudio Musolino
Collaboratori: Margherita Zavatti
Progetto strutture e D.L.: Studio Pizzo
Direttore Lavori: arch. Laura Rossi
Impresa Costruttrice: Dienne srl


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