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D’Alfonso/Introini – con Marco Introini alla Mostra di Á.Siza

Dal 12.07.2010 al 12.07.2011

Pensavo potesse essere occasione per raccontare un progetto di allestimento, Mentre subito è apparso chiaro come questo fosse insicindibile dal progetto editoriale che vi sta dietro.

Il Giornale di oggi potrebbe apparire piuttosto complicato nella struttura, ma in realtà vedremo quanto poi sia semplice nel suo contenuto.
Si parla della visita alla Mostra che la nostra sede di via Solferino ha ospitato durante i giorni del Salone, dal 14 al 30 Aprile 2010 nei locali della Biblioteca, da qualche tempo a disposizione del pubblico.
Mostra dedicata a due Musei di  Álvaro Siza fotografati da Marco Introini, che mi ha accompagnato nella visita, e curata da Maddalena D’Alfonso: il Museo di Arte Contemporanea Serralvesa a Porto, e il Museo d’Arte Iberê Camargo a Porto Alegre, in Brasile.

Pensavo potesse essere occasione per  raccontare un progetto di allestimento, con questioni relative a materiali, formati, illuminazione, alla relazione tra allestimento e oggetto allestito, mentre subito è apparso chiaro, parlando con Marco, come questa mostra fosse insicindibile dal progetto editoriale che vi stava dietro.
Non solo perché si tratta delle foto che compongono il racconto per illustrazioni del libro dedicato a queste due opere, come evidente, ma perchè l’idea di confrontare, non solo con le foto, ma anche con gli schizzi di progetto due oggetti così lontani tra loro, nello spazio come nel tempo, è determinante per capire il racconto stesso. Per non dire poi che si tratta di due edifici museali, dove quindi le possibilità di allestimento sono tema di progetto.

Tutto incomincia, mi racconta Marco, con una domanda posta da Maddalena D’Alfonso a Siza in occasione di una conferenza in Italia, a fine 2008: ‘Come si può costruire, nell’era della globalizzazione, adattandosi ai luoghi e culture altre e lontane tra loro, senza perdere la propria identità?’
La domanda ha intrigato Alvaro Siza al punto di proporle di svilupparne il tema attraverso un  libro, con il coinvolgimento di un ‘esperto della visione’, come pare Siza chiami i fotografi, come lei stessa racconta nell’introduzione del libro.
Straordinari i tempi di sviluppo del progetto editoriale: nell’inverno 2008 l’incontro, a gennaio 2009 la definizione del progetto e la proposta all’editore, che accetta talmente al volo che a giugno sono a Porto da Siza a far foto, intervistarlo e a ruota alla volta di Porto Alegre, sull’estuario del Rio Grande, in Brasile, per le foto al Museo d’arte Iberê Camargo. In autunno quindi l'editing per essere entro l’anno in stampa. Ad Ottobre 2009, per la Festa Mondiale dell’Architettura, saranno tutti presenti, Siza compreso, alla presentazione del libro presso l’Ordine delgli Architetti di Bergamo. Complimenti.

La mostra presenta le immagini del libro su pannelli formato 40x60 , un paio  70x100, tutte a colori, che, come nel libro, mi spiega Marco, sono collocate nella sequenza percettiva di chi visita l’edificio, ovvero esterno/interno/esterno.
Le Immagini paiono di grande scioltezza –Marco lavora con un banco ottico, per cui non sono affatto scatti ‘veloci’- e senza effetti di compiacimento o maniera. Sono fotografie insomma estremamente descrittive, rigorose senza essere retoriche, capaci di esprimere quasi come a colpo d’occhio la spazialità di questi edifici mirabili.
Per Porto le immagini mi appaiono tutte ‘giuste’, addirittura Marco si schernisce definendole obbligate, nel senso di viste come poste allo sguardo del visitatore dallo spazio stesso –sapienza del progetto...
È un edificio’classico’, Siziano in ogni dettaglio.

Per Porto Alegre la cosa si fa più complessa, un lavoro in sezione affatto scontato.
Del resto sono distinguo che appartengono ai progetti stessi, senza togliere argomenti che il libro, attraverso una introduzione della curatrice dedicata al tipo museale contemporaneo e soprattutto nella chiusa in forma di intervista di 10 dense pagine a Siza, bene sono espressi, ed altrettanto rappresentati, come appare dalle foto qui esposte.
Una narrazione, quella del libro, semplice, senza sbavature o sperimetalismi: testo di introduzione e testo tematico –rigorosamente senza immagini.
Qundi le immagini di Porto: disegni con indicati i punti di vista degli scatti, foto -senza alcuna didascalia-, schizzi, e di nuovo disegni in pianta e sezione con le destinazioni d’uso.
Stesso schema per Porto Alegre.
Per concludere, come dicevo,  in bellezza: ben 10 pagine di intevista –anche questa senza immagini, ma con un ricco apparato di note.
Un rigore, ancora, affatto compiaciuto, estremamente efficace a tenere l’attenzione al soggetto della pagina, in forma di narrazione, come un racconto breve. E come l’architettura di Siza.

Lo stesso mi sembra che sia l’allestimento, dove forse la mancanza degli apparati del libro –forse più degli schizzi che non dei disegni didascalici- rende più difficile tenere il filo della sequenza.
Schizzi che nel lavoro dell'architetto portoghese sono determinanti per comprendere le sue opere.
Nel merito, in alcune  foto del  Museo Serralves, il cui progetto inizia nel ’91 e finisce di realizzarsi nel ’99, si nota il decadimento dei materiali nel tempo.  Marco Introini mi racconta con soddisfazione qunto sia lui che Siza non ambissero a che fossero ‘corrette’, come spesso avviene nelle foto ‘d’autore’. E credo che rendano ancora più magistrale l’edificio stesso.

Il Museo d’arte Iberê Camargo a Porto Alegre è stato inaugurato invece nel giugno del 2009, con l’avvio del progetto nel 2002, e propone una immagine inedita dell’architetto portoghese. In questo progetto infatti il confronto con l’architettura moderna Brasiliana sembra evidente, di Nyemayer e Lina Bo Bardi soprattutto, mi racconta Marco, e stuttura l’edificio in un inedito gesto formale, pur mantenendo al suo interno un confronto con la storia del tipo e nello stesso tempo, attraverso un azione di riduzione e sintesi, anche con il forte paesaggio dell’estuario fluviale. Ma con un tratto inconfondibile.

Il museo è una piazza, e l’arte non è spettacolo, non necessita di espedienti per risaltare, ma di una buona narrazione.
Così Siza nell’intervista spiega cosa sia per lui un Museo, e sembra come trasparire un ombra di tutto questo sia nell’allestimento che nel libro.

Francesco de Agostini


Alvaro Siza: due Musei
Museo d’Arte Contemporanea Serralves a Porto
Museo d’Arte Iberê Camargo a Porto Alegre.
a cura di Maddalena D’Alfonso
Foto di Marco Introini
Electa Architettura 2009

 

 

 

 


 

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