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Padiglioni e Casa Italia spuntano gli edifici nell´orto globale Expo

Dal 01.02.2010 al 01.03.2010

Da la Repubblica del 29 gennaio 10 - Un risparmio di 300 milioni di euro e 80mila metri quadrati: addio all´illusione del tutto temporaneo con i palazzi destinati a sopravvivere

Una distesa di campi coltivati e coperti da tende: così appariva il primo disegno di Expo. Un'idea iniziale, quella dell'orto globale, che adesso sta diventando un progetto sempre più concreto. E che sta trasformando in realtà gli spazi necessari per accogliere, far muovere, mangiare e divertire i visitatori del 2015. Il disegno rimane quello: leggero, ecologico. Ma accanto ai campi e alle serre con i climi di tutto il mondo, a Rho-Pero stanno spuntando anche padiglioni costruiti. Per ora sono semplici rettangoli per delimitarne i confini, diventeranno spazi da affidare, attraverso concorsi internazionali, agli architetti. Nell´ultima versione del masterplan, le costruzioni - comprese le serre - occupano 100mila metri quadrati: un quarto rispetto ai 400mila ipotizzati per i padiglioni nel dossier con cui Milano ha vinto l'Esposizione. E che, alla fine, faranno scendere a un miliardo scarso il budget per il sito: un taglio di 250-300 milioni.

La città del 2015 sta prendendo forma in un open space alla Bovisa, sui computer di una squadra di giovani neolaureati che fanno parte dell´Ufficio di piano e che stanno traducendo - sotto la supervisione del direttore Infrastrutture della società Renzo Gorini e dell'architetto "senior" Matteo Gatto - l'idea originaria della cinquina di archistar. «Un'esperienza unica - racconta Gatto - sia per il lavoro con i ragazzi sia per la possibilità di approfondire un'idea progettuale così interessante». Ancora un cantiere in corso. Anche se il progetto, che dovrà essere presentato al Bie per la registrazione ufficiale ad aprile, è a livello avanzato. Lo stesso amministratore delegato della società, Lucio Stanca, ha spiegato: «Siamo a buon punto. C´è una linea che stiamo coerentemente rispettando. Dal concept plan stiamo traducendo un piano realizzabile». Lo ha visto il consiglio di amministrazione - che ha apprezzato anche un risparmio del 20-25 per cento - lo ha visto Letizia Moratti. Che, assicura Stanca, «ha condiviso il lavoro».

L'immagine di quello che diventerà il milione di metri quadrati stretto tra la Fiera e le autostrade è sempre più precisa. A cominciare dalle dimensioni: le vicine Poste non verranno più trasferite e l'area per l'Esposizione così perderà 80mila metri quadrati. Sarà un pò meno bucolica, ma in questa fase sembra ancora rispettosa dell'impostazione degli architetti internazionali. «Il progetto ha mantenuto le sue caratteristiche: un grande parco botanico, architetture che sono soprattutto serre, paesaggi naturali», dice Stefano Boeri che, con Jacques Herzog e Richard Burdett, ne sta seguendo l'evoluzione. Nella loro impostazione i padiglioni dei Paesi sono appezzamenti di terreno di grandezze diverse, da 400 a 6mila metri quadrati. Adesso, nel disegno spuntano anche strutture che ogni nazione potrà costruire con materiali naturali: non dovranno occupare più del 15 per cento dello spazio e verranno smontate dopo la manifestazione. Partendo dal tema dell´alimentazione ognuno potrà coltivare, esporre, far mangiare, organizzare installazioni artistiche anche sotto altre superfici coperte che non supereranno però - compresi i padiglioni principali - il 30 per cento del terreno.

Il piano è lì, con la sua geografia sempre più definita. E con i padiglioni veri e propri. Quelli tematici (40mila metri quadrati) sono attorno alle sale dell´auditorium (12mila) che ospiteranno 5mila persone, alla fine del viale delle Regioni dove le città si metteranno in mostra e l'Italia troverà "Casa" in un edificio di due piani. Ancora strutture sono previste vicino alla cascina Triulza e al termine del boulevard centrale, la tavola chilometrica su cui si affacceranno i 150 Paesi ospiti con altrettanti punti di degustazione. La "world avenue" rimane il simbolo di Expo. Per percorrerla, si sta pensando di realizzare un tapis roulant anche se l´idea non convince tutti. Una novità riguarda le serre, ora concentrate in un'unica zona, che diventerà un parco ludico scientifico. Si estendono per oltre 50mila metri quadrati di cui 35mila al coperto. Sono questi gli edifici che rimarranno dopo il 2015. Alcuni dovrebbero diventare il centro di produzione della Rai, che potrà trasferirsi o attorno all´auditorium o dalla parte della Fiera. Qui potrà concentrarsi anche il futuro quartiere residenziale.

Tra i nodi ancora da sciogliere c´è l´ipotesi di costruire gli uffici dell´Expo a confine con le Poste e di trasferire nel sito le case del villaggio prima previsto a Cascina Merlata. Tutto intorno ai padiglioni, invece, scorrerà un canale. «Sarà navigabile per due terzi - spiega Gorini - il resto, per sfruttare i diversi dislivelli, sarà un sistema di cascate che produrranno anche energia». Uno studio sta riguardando l´acqua: arriverà dal canale Villoresi, ma anche la pioggia sarà utilizzata e depurata attraverso piante che assorbono l´inquinamento. Persino le tende, alte dai 9 ai 12 metri, la potranno raccogliere.

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