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RuattiStudio Architetti - Con Tommaso Giunchi in via Ventura

Dal 01.01.2008 al 31.12.2008

Per il nuovo appuntamento con il Giornale di Cantiere torniamo ad affrontare il tema del recupero di aree ex industriali, dopo gli scorsi sopralluoghi alla Ginori e in via Pizzi.

Torniamo ad affrontare il tema del recupero di aree ex industriali, dopo gli interventi che abbiamo visitato alla Ginori e in via Pizzi.
Si tratta di uno dei temi emergenti di questa piccola rubrica, anche perché ci sono stati sottoposti più quesiti a riguardo, soprattutto in termini normativi, cui questi sopralluoghi cercano di dare un possibile contributo.

Siamo con Tommaso Giunchi a Lambrate, nel pieno distretto di via Ventura, ex Faema, uno tra i primi interventi di questo genere nella città: oggi sede di numerose gallerie d’arte e case editrici, opera tra l’altro del bravo Giangi Mutti, ahimè scomparso recentemente.
L’area del progetto Undai, insiste sul sedime di un capannone, ex concessionario Hyundai appunto, di circa 1500mq da cui sono stati ottenuti 2.400mq di s.l.p. sottoforma di Risanamento Conservativo che tuttavia, stanti le modifiche strutturali impostesi in fondazione in corso d’opera, si è risolto in una Ristrutturazione in cui sono di fatto stati sacrificati oltre 1.000 mq di superficie. In esso troveranno dimora oltre 1.000mq di Gallerie d’Arte, 400mq di laboratori nei piani alti del corpo di testata, come si intravede nel disegno del cartello a fianco, 100mq circa di cafè sull’ingresso in quota dall’incrocio tra Via Massimiano e Via Ventura.

Nel percorrere il cantiere si sente come ‘ammiccare’ alla sagoma dell’edificio precedente, in cui sono stati compiuti dei tagli e conseguenti svuotamenti, a definizione della corte interna attorno cui si dispongono i diversi spazi espositivi, e nella sagoma di copertura, a produrre, staccandoli tra loro, gli spazi di esposizione a doppia altezza che affacciano su tale corte centrale e collegati tra loro da un ballatoio di servizio.

Addirittura una delle gallerie ha già ospitato la settimana del mio sopralluogo (Marzo ’08) una prima vernice dell’artista newyorchese Gedi Sibony. Tommaso è divertito dalla situazione, in cui l’artista nella sua installazione sembra aver interagito con questo carattere transitorio del luogo espositivo, sottolineando così la qualità dello spazio che nel volume –altezza e ariosità delle parti- sembra promettente.
Traspare in questi gesti tutta l’ambizione dell’operatore, Mariano Pichler, noto collezionista, che può permettersi di condizionare il programma di lavoro del cantiere, cosa che avverrà ancora, mi racconta Tommaso, in occasione del Salone del Mobile, dove il 15 aprile inaugura un allestimento in diverse aree del cantiere di spazi espositivi temporanei tra cui quello dedicato a PlusDesign.

Ma il tema compositivo emergente dell’intervento, come poi Renato Ruatti sottolineerà sui disegni nel suo bello studio di via Rombon, è la testata, cerniera dell’intervento, caratterizzata dalla terrazza a doppia altezza coperta dal volume soprastante e che ospiterà un cafè direttamente accessibile dalla scala aperta sull’angolo proprio verso via Ventura.

I materiali di finitura sono diversi. Inizialmente lo zoccolo doveva essere in c.a. a vista colorato in pasta rosso, soluzione che a seguito delle difficoltà emerse in sede di scavo è stato stralciato in favore del semplice e più economico c.a. a vista gettato però in casserature tradizionali in legno all’interno della corte, in modo da dare maggior vibrazione rispetto alle parti gettate in casseratura prefabbricata verso la testata.

L’opera si inserisce in stretta continuità con l’intervento attiguo di via Massimiano 25, opera sempre dello studio Ruatti, già ‘abitato’ da gallerie e laboratori, di cui costituisce la naturale continuazione verso la ‘piazza’ costruita verso via Ventura. Si costituisce in questo modo un vero e proprio distretto, legato al mondo delle gallerie di arte contemporanea, in cui si richiamano principi di co-working, ovvero in cui alcuni servizi saranno condivisi in parti comuni, cosa che verrà sviluppata in maniera più completa e consistente nel progetto “Brainport” a pochi isolati da via Ventura e per il quale lo studio sta chiudendo il progetto esecutivo.

La città si arricchisce in questo modo di servizi oltre che di brani architettonici di pregio. Ci si chiede allora perché impianti così attuali siano poi normati in modo emergenziale, quando il futuro è ora…

Francesco de Agostini


Recupero struttura industriale Area ex-Hyundai, Milano 2005/7
Ristrutturazione edificio industriale
Via Ventura 6 angolo Via Massimiano, zona Lambrate, Milano

Progetto architettonico:RuattiStudio Architetti: Renato Ruatti, Silvia Cesaroni, Tiziana Staffieri, Gianandrea Bianchi, Tommaso Giunchi
Collaboratori: arch. Silvia D’amico, arch. Anna Foresio, arch. Daniele Della Lucia
Progetto strutture: dott. ing. Giulio Agnelli
Impresa: Impresa Pizzetti spa
Committente: Imperatore srl

 

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