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Anno: 1980 - 1991
Località: Area metropolitana di Milano, Basiglio
Indirizzo: Piazza Leonardo Da Vinci
Destinazione d'uso: Residenziale, Terziario, Servizi
Progettista: Giancarlo Ragazzi e Giuseppe Marvelli, Enrico Hoffer (Paesaggio)
Miano 3 è la seconda new town realizzata da Silvio Berlusconi nell’hinterland milanese. Una città ideale, su modello della più piccola Milano 2, lontana dal caos cittadino, immersa nel verde nella campagna irrigua, 13 km a sud del centro di Milano. È considerata la copia di Milano 2, meno interessante, non più innovativa, una sorta di replica di un modello di successo, ma con un minor appeal. Nasce come un insediamento autonomo, dotato di tutti i servizi ritenuti essenziali: chiesa, scuole, sede del Comune, attrezzature sportive, ampi spazi verdi, caserma dei carabinieri, vigilanza privata, negozi, ma priva di spazi culturali, cinema o teatri. Fra il 1980 e il 1991 si insediano circa 10.000 abitanti, in 3.200 appartamenti raggruppati in 76 edifici di 7 piani e 105 ville di 3 piani. L’insediamento si articola attorno ad un laghetto artificiale come a Milano 2, con piazza commerciale, attrezzature sportive e servizi. Come a Milano 2 l’insediamento è totalmente privo di preesistenze storiche, e si propone come un modello abitativo costruito ad hoc rivolto alla borghesia in uscita dalla città. Tre sono però le differenze rispetto al modello originale. Milano 3 ospita la sede del Comune di Basiglio, che prima degli anni ’80 era un piccolo borgo agricolo, ed in qualche misura è una forma di città, che introietta anche la sua amministrazione, legata a doppio filo al profilo sociale ed economico degli abitanti di Milano 3 (è per diversi anni il Comune con reddito medio più alto d’Italia, ed è un Comune con una bassa presenza di stranieri, fatta eccezione per la comunità filippina, ed un numero di anziani decisamente superiore ai giovani), mentre Milano 2 rimane un quartiere di Segrate. L’architettura di Milano 3, sempre progettata da Giancarlo Ragazzi e Giuseppe Marvelli, risulta più omogenea e ripetitiva rispetto a quella di Milano 2, e comincia a risentire del tempo, sia dal punto di vista del linguaggio architettonico, sia soprattutto a livello manutentivo ed energetico. Gli appartamenti risultano oggi tutti in classe energetica F, ed è difficile immaginare un complessivo e coordinato intervento di efficientamento energetico. Rimane e resiste un’idea di paesaggio, di città verde, di cura e di quiete che grazie al progetto di Enrico Hoffer, fa sì che Milano 3 sia ancora un luogo desiderabile per alcuni profili sociali.
Christian Novak