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Edifici per uffici e abitazioni

Anno: 1939 - 1941

Località: Milano, Duomo

Indirizzo: via Albricci 8

Destinazione d'uso: Edifici per residenze ed uffici

Progettista: Mario Asnago, Claudio Vender

L'edificio di via Albricci 8 è realizzato tra il 1939 ed il 1941 e nasce, nelle idee del committente e dei progettisti, come palazzo a destinazione mista, con spazi commerciali ed uffici ai livelli inferiori ed appartamenti ai tre piani più alti. Seguendo la conformazione del lotto, gli architetti adottano una soluzione planimetrica ad T, con gli ambienti principali collocati parallelamente al fronte strada; gli spazi di servizio e la distribuzione verticale sono invece posizionati in un braccio ortogonale, che occupa parte della corte interna. 

 

L’edificio si eleva per sette piani fuori terra, sostenuto da una griglia di pilastri in calcestruzzo armato; il livello terra ed il primo, nobile, sono caratterizzati da una doppia altezza. La copertura, originariamente destinata a terrazza (parte lastricata, e parte tenuta a prato) è stata rimaneggiata attraverso l’aggiunta di un piano attico arretrato rispetto al filo della facciata. 

 

Un ruolo preminente nella composizione dell’edificio è assunto dal fronte su strada: se in opere precedenti, come la casa di via Euripide, l’unità della facciata era velatamente interrotta da decorazioni e fasce marcapiano, nel palazzo di via Albricci ogni segno di ornamento scompare: la bipartizione della facciata è suggerita solo attraverso il cambio di materiale tra i piani nobili (rivestiti in marmo) ed i livelli superiori (rivestiti da mattonelle ceramiche in clinker). 
Il trattamento dei serramenti rispecchia la bipartizione della superficie: finestrature ampie ai piani bassi, con esili telai in alluminio a filo facciata, che rivelano la tettonica dell’edificio; serramenti più stretti e arretrati rispetto alla superficie ai livelli più alti, ombreggiati da scuri in legno a incasso nella muratura. Al livello sommitale, le chiusure finestrate sono allontanate dalla facciata per lasciar spazio ad una serie di piccole logge inserite nel volume dell’edificio: l’alternanza di pieni e vuoti, determinata da questo ulteriore arretramento, marca la fascia sommitale del fronte. I sottili parapetti in rete metallica contribuiscono alla continuità del piano di facciata. La maestria nel rendere complanari serramento e facciata è ottenuta grazie alla grande cura del dettaglio costruttivo, ed alla capacità “artigianale” che i fornitori (primo fra tutti Venini, fabbro e serramentista di Menaggio), riescono ad esprimere su indicazione dei progettisti. 

 

All’interno, grande attenzione è posta nella gestione degli spazi di distribuzione: l’ingresso principale, posizionato in una delle due campate centrali, conduce alle scale comuni ed agli ascensori attraverso un ampio androne. Il corpo scale, elemento di trasparenza essenziale e moderno, è sicuramente uno dei dettagli più interessanti dell’intero edificio: la struttura della scala è mantenuta a distanza dalle pareti che la racchiudono, elevandosi libera per i primi quattro livelli; il parapetto di queste rampe è realizzato con lastre di vetro sostenute da profili in alluminio; la parete del vano scala che fronteggia il cortile interno è realizzata con blocchi in vetrocemento e garantisce un’ottima illuminazione.

 

Matteo Novati

BIBLIOGRAFIA SULL'EDIFICIO:

 

C. Pagani

Architettura italiana oggi

Hoepli, pagg. 179-181, Milano 1954

 

P. Bottoni

Antologia di edifici moderni in Milano

Editoriale Domus, Milano 1954

 

Vani Scale e parapetti trasparenti e traslucidi

Sormani, in «Quaderni Vitrums» n.4, Milano 1961

 

M. Grandi, A. Pracchi

Milano, Guida all’architettura moderna

Zanichelli, Bologna 1980

 

M. Boriani, C. Morandi, A. Rossari 

Milano contemporanea. Itinerari di architettura e urbanistica

Riuniti Editore, p.138, Torino 1986

 

L. Conzales, S. Peirone

Asnago e Vender. L'isolato di via Albricci a Milano

Alinea, Firenze 1994