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Torre Littoria

Anno: 1932 - 1933

Località: Milano, Parco Sempione

Indirizzo: Viale Alemagna 6

Destinazione d'uso: Infrastrutture/Viabilità

Progettista: Giò Ponti con C. Chiodi, E. Ferrari, T. Buzzi

«La torre è un’opera in cui l’architettura moderna e la tecnica nuova trovano un punto di contatto: né architettura pura, né pura ingegneria, essa è come il limite di un gusto in cui si trovano risolte armoniosamente tutte le premesse pratiche ed estetiche di un’epoca» (Edoardo Persico, da Casabella n. 8-9, 1933).

La Torre Littoria è un prisma a base esagonale, rastremato verso l’alto, che misura in tutto 108 metri. A 97 metri d’altezza è collocato il piano ristorante e al di sopra il belvedere e la lanterna. È costruita totalmente in tubolari d’acciaio giuntati per la maggior parte tramite saldature elettriche – nonostante all’epoca fosse assai più consueto utilizzare profilati a sezione piana imbullonati.
Nella prima fase della sua carriera professionale, Giò Ponti è attivo soprattutto negli ambiti dell’arredo e della decorazione, nell’ambito delle esperienze del Novecento. Solo negli anni Trenta, con l’inizio del sodalizio con Fornaroli e Soncini, si avvicina più chiaramente alle istanze del Razionalismo, ma pur sempre privilegiando il tema della residenza. La torre costituisce quindi un episodio isolato nell’ambito della sua opera, sia per il tema sia per l’eccezionalità strutturale, ma non è priva di riflessi sull’opera dell’architetto che, d’ora in poi,  dimostrerà grande attenzione nei confronti della correttezza strutturale, dell’aggiornamento degli impianti e dell’impiego di materiali innovativi, come dimostra la sede della Montecatini di pochi anni successiva.
La ricchezza della sua poetica  e l’originalità del suo contributo hanno costretto alla rilettura dell’opera di Ponti a partire dagli anni Novanta. In particolare nell’ambito della mostra tenutasi presso la Triennale di Milano nel 1999 intitolata “Giò Ponti: Torre del parco e altri esagoni. Metamorfosi di un cristallo” è stato riconosciuto come già in questa opera giovanile sussistano le basi per lo sviluppo di una personalissima ricerca, basata sulle figure “diamantine” , che porterà ai capolavori dalla maturità. Anche la ricerca di immaterialità che si riscontra negli edifici più emblematici dell’ultimo periodo dell’attività di Ponti, come la Cattedrale di Taranto o il Denver Art Museum, dove le facciate si trasformano in fogli perforati di squarci di cielo, sembra essere un’eco della eterea struttura della Torre Littoria.

Nel 1948 la torre (che nel frattempo ha cambiato nome in Torre del Parco) venne utilizzata per le prime trasmissioni radio in modulazione di frequenza. Dopo la chiusura al pubblico del 1972, un lungo restauro, sponsorizzato dalla Branca, ha consentito di riaprirla al nel 1997.

PAOLO BRAMBILLA