Si apre la riflessione sul nuovo Piano del governo del territorio (Pgt) presentato al Forum della Rigenerazione Urbana dall’assessore del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi.
Di seguito, un primo contributo del presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano, Federico Aldini.
«Ritengo interessante lo strumento dell’Atlante dei quartieri perché lavora sull’inserimento nel contesto dei progetti e delle trasformazioni che l'Amministrazione si auspica, elemento di partenza utile per i progettisti.
Come professionisti, però, siamo preoccupati per un “irrigidimento” delle norme morfologiche, con il rischio che risultino più importanti del progetto stesso. Siamo convinti che il progetto debba mantenere uno “spazio di libertà” per “atterrare” in modo coerente nel tessuto urbano. Su questo, però, siamo a disposizione per lavorare insieme all’amministrazione nella progressiva definizione del piano.
Il tema delle norme morfologiche è strettamente correlato alla “qualifica degli interventi”, quindi è importante arrivare prima ai chiarimenti normativi che ci auspichiamo da mesi. In particolare, nel tessuto urbano consolidato, nel caso di una demo-ricostruzione, è profondamente diverso intervenire con una “ristrutturazione edilizia” piuttosto che con una “nuova costruzione”, in particolare per garantire il corretto rapporto di copertura, superfici a verde filtrante, ecc.
Un interrogativo aperto che poniamo fin da ora all’attenzione dell’amministrazione è: a chi spetterà di valutare lo scostamento dalle norme morfologiche? E come saranno applicati “i principi delle 4 città”? Non riteniamo accettabile che queste valutazioni siano fatte durante una fase avanzata del progetto, in quanto determinanti sia a livello quantitativo che qualitativo per l’avvio delle attività progettuali.
Sulla questione della determinazione delle altezze massime dei fabbricati nei diversi ambiti, non possiamo esprimerci oggi finché non sono noti i dettagli, ma in linea generale la densificazione e il crescere in altezza con i fabbricati sono tra gli strumenti più efficaci per ottemperare ai principi della rigenerazione urbana in relazione alla riduzione consumo di suolo, de-pavimentazione e riduzione delle isole di calore.
Il tema dell’incentivo al recupero degli edifici industriali è condivisibile, ma bisogna anche tenere presente il fatto che molti di questi – per esempio realizzati negli anni ’50 e ’60 - per diverse ragioni, non possono essere recuperati e in alcuni casi la demolizione diventa necessaria anche per tematiche legate alla bonifica dei suoli e per questo motivo, proprio questa fattispecie andrebbe incentivata.
Occorre affrontare i problemi strutturali dello Sportello Unico per l'Edilizia in termini di capacità operativa, già molto “provata” in questi anni: senza una risoluzione in questo ambito, è impensabile mettere a terra i principi enunciati.
Sullo sfondo resta imprescindibile arrivare presto a una definizione certa delle norme rispetto alla situazione venutasi a creare a Milano, ma che – come più volte ribadito – non riguarda solo il nostro territorio».