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In ricordo di Vincenzo Montaldo

Dal 16.05.2018 al 16.06.2018

Il 13 maggio è mancato l'architetto Vincenzo Montaldo: il Consiglio e il personale dell’Ordine degli Architetti di Milano e della sua Fondazione partecipano con vivo cordoglio e si stringono con affetto alla famiglia per la sua scomparsa

Il 13 maggio 2018 è mancato l'architetto Vincenzo Montaldo: il Consiglio e il personale dell’Ordine degli Architetti di Milano e della sua Fondazione partecipano con vivo cordoglio e si stringono con affetto alla famiglia per la sua scomparsa.

Vincenzo Montaldo, nato a Cagliari il 1 luglio 1924, era il membro più anziano dell'albo di questo Ordine, iscritto dal 16 marzo 1948 con il numero di matricola 253. Milano sarà infatti la sua città di adozione, dagli anni di studio a quelli dedicati alla professione, per tutta la vita. 

Montaldo è uno dei soci fondatori, nel 1949, del Collettivo di Architettura, gruppo di architetti che per circa 40 anni ha contribuito alla formazione della figura dell’architetto e urbanista condotto, operando attivamente a Milano e nel suo hinterland progettando e costruendo soprattutto case in cooperativa e complessi scolastici e dotando il territorio di piani regolatori. 

Riportiamo un ricordo del compagno di studio Achille Sacconi, architetto e membro del Collettivo di Architettura:

Vincenzo è stato uno dei primi fondatori del Collettivo di Architettura: me lo ricordo molto applicato al suo lavoro, un lavoro devo dire anche un po’ “individuale” (rispetto all’abitudine che c’era nel Collettivo di discutere tutto). Lo dico però positivamente, non in senso negativo.

Molto attivo, ha lavorato molto con le cooperative…era quello che ha lavorato di più con la Lega delle Cooperative.

Gli piaceva molto Michelucci. Utilizzava spesso strumenti di creazione plastica per i progetti, plastici fatti proprio con la plastilina, con la creta, quando gli capitavano delle architetture un po’ particolari… 

La moglie, Franca Salvarani, la conoscevo fin da bambina, perché io ho abitato al Centro Cooperativo Grandi e Bertacchi dove anche lei e suo padre abitavano. Poi è venuta a lavorare nello studio, a fare la disegnatrice. Si sono conosciuti, si sono apprezzati, come si usa dire. Franca faceva plastici di architettura e poi si è messa a fare la scultrice di sculture astratte. 

L’ultima volta che ci siamo visti è stato nel 2014 quando è venuto a pranzo qui da noi con Franca, con Sandro Tutino e Alfredo Viganò. Stava benissimo…mi sembrava giovanissimo, ha sempre avuto l’aria del ragazzino anche se era il più vecchio di tutti noi dello studio! E tutti gli dicevano “il giovanetto” anche quando era avanti con gli anni.

Vincenzo Montaldo ci lascia in eredità, attraverso i suoi progetti e il suo esempio, un modo di intendere la professione come impegno civile oggi forse nuovamente di attualità.

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