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Verso la Grande Brera

Dal 29.07.2014 al 29.08.2014

Giovedì 24 Luglio è stato presentato lo stato d’avanzamento del progetto che interessa, oltre lo storico Palazzo Brera, Palazzo Citterio e le caserme di via Mascheroni. L'obiettivo è offrire più spazi museali e costruire un grande campus. Ecco un resoconto

Pubblichiamo un resoconto della conferenza stampa di presentazione dello stato d'avanzamento dei lavori del progetto 'Grande Brera', tenuta il 24 Luglio 2014.
E' stato illustrato lo stato dei lavori per il restauro e la rifunzionalizzazione di Palazzo Citterio, per le caserme Magenta e Carroccio nel Comprensorio di via Mascheroni e per le coperture del Palazzo di Brera. Sono interventuti Caterina Bon Valsassina, Direttore Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia; Michele Damiani, Avvocatura Distrettuale dello Stato di Milano; Alberto Artioli, Soprintendente beni architettonici e paesaggistici di Milano e Direttore dei  Lavori; Sandrina Bandera, Soprintendente beni storici artistici ed etnoantropologici di Milano; Amerigo Restucci, progettista impresa vincitrice Research Consorzio Stabile scarl

Sempre più vicini alla Grande Brera. Giovedì 24 Luglio 2014, nella sala degli specchi di Palazzo Litta, sede della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia, è stato presentato lo stato d’avanzamento della strategia di dislocazione degli spazi universitari e museali in diverse sedi.
Caterina Bon Valsassina, Direttrice generale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia, introduce la conferenza stampa ricordando l’importanza dell'istituzione milanese come “polo artistico e culturale che da un lato ha l’obiettivo di offrire più spazio alle collezioni e dall’altro intende garantire gli spazi della didattica”. Il Palazzo storico, oggi sia sede dell'università che della pinacoteca, non riesce a garantire un’adeguata quantità e qualità spaziale delle funzioni ospitate: numerose opere non sono esposte per ovvie ragioni di spazio e le aule e i laboratori necessitano restauri e migliorie. Per questo nel luglio del 2010 fu siglato un accordo tra il Comune di Milano e il Ministero della Difesa, che si impegnò a cedere le caserme Magenta e Carroccio di via Mascheroni per costruirvi la nuova sede dell'accademia. La vera novità consiste appunto nel cambio tipologico degli edifici militari, i quali, progettati nel piano Beruto nel 1889 costituirono il ‘Quartiere delle Milizie’. La zona, ora prevalentemente di carattere residenziale, si riconfigurerà come un campus con aule, uffici e servizi dedicati. Se la parte universitaria traslocherà in zona Pagano, l’enorme collezione di Brera resterà nel quartiere e sarà suddivisa in due edifici: dall’arte antica fino all'ottocento nell’attuale sede mentre il ‘900 sarà allestito nel settecentesco Palazzo Citterio, emblema di quel tipico susseguirsi di proposte e idee tipicamente made in italy iniziato a metà degli anni ’70, ma che tra due anni aprirà finalmente le porte alle città. Nel Palazzo di Brera i lavori sono già iniziati partendo dalla copertura, molto deteriorata, non più sistemata dagli interventi di Piero Portaluppi avvenuti dopo i bombardamenti bellici nel secondo dopoguerra.


A sinistra: l'area delle Caserme campita in verde ospiterà gli spazi dell'Accademia. A destra Palazzo Brera in blu e Palazzo Citterio in rosso

Nel 1972 il settecentesco Palazzo Citterio viene acquistato dallo Stato e negli anni e decenni a seguire si sovrappongono progetti per realizzarvi la seconda sede della pinacoteca, dedicata alle collezioni del ‘900: la stretta vicinanza con il Palazzo Brera raffoza l'idea di un progetto espositivo unico. Il giardino e l’orto botanico, essendo infatti adiacenti, costituiscono la soluzione ideale per un unico sistema museale. Nel 1987 interviene l’architetto inglese James Stirling; il suo progetto non viene ultimato ma ciò che ne rimane sarà mantenuto e valorizzato. Questo video realizzato da Gianni Amelio racconta tutte le stratificazioni del Palazzo, dall’impianto originale agli interventi più recenti.

In merito alle ragioni che hanno portato al restauro ed al progetto del nuovo interviene l’architetto Alberto Artioli, Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici di Milano e Direttore dei Lavori. Il primo punto è stato conservare le parti settecentesche, in seguito recuperare quanto di valore è stato fatto da Stirling, quindi le grandi aule ipogee, interessanti per le potenzialità espositive e la qualità architettonica. La questione della distribuzione ha portato a ripensare il collegamento verticale tra i vari piani ed il progetto per gli spazi aperti è stato interpretato come nuovo collegamento tra i due palazzi.

La gara per l’affidamento dell’appalto, conclusa il 29 novembre 2013, è stata vinta dall’architetto e rettore dello IUAV di Venezia Amerigo Restucci, progettista dell'impresa vincitrice Research Consorzio Stabile scarl, che mostra alcune planimetrie e render del progetto. I tredici progetti partecipanti sono stati raccolti in un libro dedicato edito da Skira e sono stati esposti alla Triennale di Milano ed al Maxxi di Roma.

Per completare il quadro interviene Sandrina Bandera, Soprintendente beni storici artistici ed etnoantropologici di Milano e futura direttrice della collezione: "le opere di inizio '900, le collezioni Russoli e Rosenberger sono state pensate e proiettate verso il '900, per questo sarebbe interessante avere anche spazi per mostre e arte contemporanea". Con la doppia entrata si potranno facilmente programmare più attività allo stesso tempo, dalla semplice mostra ad attività in giardino, con sculture all'aperto. L’accesso dal piano terra al giardino garantirà una fruibilità degli spazi aperti, non solo intesi come quinte scenografiche ma come spazi attivi.

“Milano è da anni che aspetta un'esposizione dedicata al ‘900 - ricorda il prof. Restucci - nel ‘66 Longhi introdusse nella rivista 'Paragone' le opere di Renato Guttuso, ritenendo fondamentale l’inserimento dell'arte - allora contemporanea - nell’arte antica”. Restucci intende inoltre recuperare la consuetudine secondo la quale chi espone l’opera ne lascia una per la collezione al fine di arricchirla nel tempo. Infine, ripensare l'allestimento dal punto di vista del collezionista: "all'interno di Palazzo Citterio le collezioni non dovranno essere mischiate ma allestite nel modo in cui il collezionista le aveva concepite, come per esempio gli autoritratti raccolti da Zavattini".

Caterina Bon Valsassina anticipa infine la probabile domanda "Aprirà per Expo?". La direttrice sostiene che si farebbero inutili corse per inaugurare un progetto che non avrebbe la giusta visibilità date le numerose attività che ci saranno in città, ma tra due anni sarà pronto. L’idea è invece quella di aprire il cantiere per brevi periodi per offrire la possibilità di seguire da vicino i lavori di restauro, occasione unica; analogamente si vogliono rendere visibili anche i lavori di sostituzione delle parti ammalorate sulla copertura di Palazzo Brera. Appuntamento quindi per i prossimi aggiornamenti sul progetto sui tetti di Brera.

Manuele Salvetti

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