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Umberto Riva: il progetto come racconto

Dal 14.08.2012 al 14.09.2012

La Biblioteca dell'Ordine riscopre il libro "Umberto Riva: sistemazioni urbane", catalogo di una mostra realizzata nel 1993 ad Ancona e dedicata al professionista milanese

Io non ho messaggi da trasmettere, di conseguenza direi che conta il paesaggio, i valori strutturali, il potenziale scenico. […] Direi che quando va bene l’architettura somiglia al paesaggio” (Umberto Riva, intervista di Davide Vargas).

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La Biblioteca dell'Ordine prosegue la riscoperta di piccoli libri dedicati ai professionisti milanesi: “Umberto Riva: sistemazioni urbane” è il catalogo di una mostra promossa nel 1993 dall'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Ancona ed allestita negli spazi della Pinacoteca Civica F. Podesti. Il libro, edito da Officina e curato da Mauro Tarsetti e Marco Turchi con i testi di Danilo Guerri e Francesco Cellini, accoglie quattro progetti, come indicato dal titolo, dai forti connotati urbani. Due città dalle storie molto differenti, Ancona e Milano, e due piccoli borghi siciliani, Castellammare del Golfo e Vita, entrambi nel trapanese. Quattro progetti (di cui solo quello milanese realizzato) uniti dal tema urbano dello spazio pubblico, sempre concepito “a misura d'uomo”.

Ho la sensazione di essere come quelle talpe – dice di sè l'architetto – che capiscono solo quello che toccano, non ho questa astrazione intellettuale che permette di dare giudizi al di là dell’esperienza: io capisco tutto attraverso l’esperienza”.

Questa dichiarazione spiega molto dell'approccio artigianale di Umberto Riva, sempre incentrato sul disegno, che parte sempre dall'osservazione del contesto come spunto da cui far scaturire le forme e le necessità del progetto. Le sue architetture non rappresentano affermazioni perentorie o ideologiche e nemmeno possono definirsi “classiche”, piuttosto cercano l'affabulazione del racconto attraverso i percorsi e le mutevoli sequenze di scorci e prospettive. E' un progettare che non cerca la sintesi ma consente di percepire la totalità degli spazi attraverso il giustapporsi della corretta sequenza di episodi architettonici.

Nato a Milano nel 1928, Umberto Riva studia architettura a Venezia dove si laurea nel 1959. L'anno successivo avvia la sua attività professionale a Milano. Scorrendo il regesto delle sue opere contenuto nel libro, troviamo numerosi progetti di interni, alcune ville private sparse in tutta Italia, diversi progetti pubblici di carattere urbano, molto design e qualche negozio.

A Milano il suo progetto più noto è probabilmente la sistemazione di piazza San Nazaro, realizzata su incarico del Comune e al quale il libro dedica ampio spazio, pubblicandone un ricco apparato di disegni e fotografie. Partendo dalla necessità di organizzare l'arrivo in superficie di un pozzo di areazione della linea metropolitana 3, il progetto cerca di valorizzare il prestigioso contesto disegnando una serie elementi che connettono tra loro le emergenze architettoniche della piazza: un sagrato trapezoidale individua l'area della chiesa di San Nazaro, anteponendosi alla mole del fronte non finito della cappella Trivulzio del Bramantino, un piedestallo ellissoidale evidenzia la presenza della statua di San Ulderico circondata da doccioni in granito, da una fontanella in bronzo e da alberi ad alto fusto, una fila di lampioni dal fine design illumina lo spazio urbano mentre l'elemento tecnico della griglia di areazione della stazione metropolitana viene “nascosto” ponendolo ad un livello inferiore rispetto alla pavimentazione in porfido della piazza.

Ancora una volta una serie di episodi, un progetto che si coglie per parti, come in un racconto, dove ogni capitolo è realizzato attraverso un disegno elegante e un'attenta qualità artigianale dei dettagli.

Alessandro Sartori

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