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Concorsi... che passione

Dal 10.07.2013 al 10.08.2013

Austria Turchia e Italia a confronto sul tema dei concorsi. Tre punti di vista differenti di tre giovani architetti battaglieri, energici e pieni di passione... Breve sintesi dell'ultimo Incontro al buio

Il ciclo di serate Visions in Practice organizzate dalla piattaforma europea Wonderland si conclude con l'annoso dilemma dei concorsi. Dopo Getting started, making mistakes, going public e getting specialized è la volta di making competitions.

Parte Stefano Tropea dello studio B22. Restando fedele al brief ricevuto da Wonderland, che intende trattare i temi legati al "come" e non al "cosa", Stefano fa una presentazione con uno sfondo bianco e una carrellata di numeri. Non mostra neppure un disegno o una foto di progetto.
Il suo studio partecipa in media a 4 concorsi all'anno, con in media 550 ore dedicate a ciascun concorso  … in 4 anni oltre 800 giorni ...e a oggi 0 risultati
- in un concorso tipo tra la prima e la seconda fase passano 13 mesi
- 18 sono i mesi che intercorrono dal concorso all'incarico
e 33 i mesi tra l'incarico e la costruzione

Il tempo impiegato in concorsi è 3 volte quello dedicato ai progetti dei clienti.

E allora perché insistiamo a partecipare a concorsi?
Per fare buchi, conclude, con una spiritosa foto di un giovane Bush davanti a un pozzo di petrolio.
Fare buchi… per trovare petrolio… per fare un cantiere o … per fare un buco finanziario…

Si passa all'esperienza dello studio austriaco Franz architects
Anche qui tanti numeri:
40 concorsi in 5 anni
nel 2009 vinto il primo concorso: una scuola a Vienna
3 concorsi vinti nel 2010: una casa per la musica, un centro giovanile, una scuola
3 anni senza vincere nessun concorso
nel 2013 vinto il concorso per un centro ricerca in Tirolo
Nelle slide mostra come, in quest'ultimo concorso, il loro progetto e quello di uno studio concorrente fossero praticamente identici. Ne trae la conclusione che quando ci sono 151 studi a partecipare a un concorso c'è bisogno anche di un po' di fortuna… e di rigore.

Franz architects si sforza di non impiegare più di 200 ore per concorso e di partecipare quasi solo a concorsi aperti, importante strumento per giovani architetti. Gli architetti di Franz partecipano solo a concorsi la cui giuria è formata da buoni architetti.
Non fanno troppi rendering e disegni costosi in termini di tempo, ma si concentrano sull'idea e sulla distribuzione degli spazi.

Dall'Austria scendiamo un po' più a sud, allo studio ONZ di Ankara, fondato nel 2007.

Dopo studi a Delft, un concorso non vinto ha aperto le porte di un ottimo studio in Olanda: 24 Hours Architect. Da questa esperienza nasce la grande fiducia nei concorsi. Un concorso non vinto in Turchia ha preso premi in Usa.
A seguito di un progetto di installazione a Istanbul per il museo di arte moderna lo studio è stato invitato a due concorsi. Quindi il concorso viene vissuto come stimolo creativo, come volano di altre possibilità, momento di visibilità e comunicazione. Anche perché in Turchia il 90% dei concorsi non viene costruito.
La presentazione termina con una sintesi sulla protesta di Gezi Park in Turchia.
Immagini toccanti e molto sentite dai colleghi turchi.

Il confronto con Italia e Turchia rincuora molto lo studio austriaco, che si sente un privilegiato rispetto a Paesi dove i concorsi sono pochi e si costruisce molto poco a seguito di gare.

Franco Raggi tira le fila delle presentazioni, sottolineando che in Italia e Turchia i concorsi sembrano attività senza speranza, forse utili solo per testare le capacità creative degli architetti. In Austria sono invece un modo per imparare a costruire.
In Italia moltissimi concorsi restano nella nebbia… Con i vincitori e i loro premi, senza un riscontro vero nella realtà.
I grandi studi hanno una divisione dedicata, perché chi investe in concorsi statisticamente ne vince a sufficienza da coprire i costi, farsi conoscere e sperimentare. Ma per i giovani che cominciano è dura….
Le opere pubbliche dovrebbero passare per concorso. Questa è la regola per la Comunità Europea. Anche in Turchia la regola è così. Il collega turco consiglia agli Italiani di trovarsi tutti insieme e scendere in piazza a lamentarsi di queste regole, se non funzionano. Non è rivoluzione, ma evoluzione.

Arriva anche una domanda sul work-life balance. I concorsi tolgono tempo alla vita privata. Sono un lavoro extra, che viene svolto la notte e il week end. Lo studio austriaco, ancora una volta, è il più  organizzato. Uno dei soci si occupa di concorsi. L'altro dei progetti e al momento funziona bene….

Con questo appuntamento termina il ciclo di Incontri al buio, che ha visto susseguirsi giovani architetti da tutta Europa, per condividere la propria esperienza professionale e verificare di persona l’esperienza comune che tutti gli architetti europei vivono - l’avvio dello studio, la partecipazione a concorsi - cercando di dare risposte e strumenti per i bisogni comuni che tutti manifestano - imparare dagli errori commessi, farsi conoscere, specializzarsi.


Susanna Conte

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