Dal 18.05.2011 al 18.07.2011
Nella straordinaria cornice architettonica del salone C di Torino Esposizioni rimarrà aperta fino al 17 luglio la mostra "Pier Luigi Nervi, Architettura come Sfida"
Non accade spesso di avere esperienza diretta dell'architettura esposta in una mostra, e di poterla osservare nella realtà, misurarla, viverla. È il caso della mostra sull'opera di Pier Luigi Nervi allestita nel salone C di Torino Esposizioni, che segue quella inaugurata a Bruxelles nel giugno 2010 e quelle di Venezia (settembre – novembre 2010) e Roma (al Maxxi, dicembre 2010 – marzo 2011). Mostra nella mostra, architettura nell'architettura, "Nervi dentro Nervi" (così sintetizza Carlo Olmo nella prefazione al catalogo): quella torinese è un'esperienza diretta, in cui è possibile passare dal disegno, al calcolo, al modello e infine alla realtà dell'architettura solamente alzando gli occhi e sperimentando l'immenso spazio che ospita il visitatore. La mostra, a cura di Carlo Olmo con il coordinamento generale di Cristiana Chiorino, è divisa in tre macrosezioni, che si riferiscono alla committenza industriale, alla cultura architettonica e alla cultura politecnica. Disposta sotto la grande volta a padiglione in ferrocemento progettata da Nervi alla fine degli anni Quaranta per il Servizio Costruzioni ed Impianti Fiat e utilizzata per ospitare i grandi Saloni dell'Automobile, si snoda attraverso l'analisi di dodici opere iconiche dell'ingegnere, nato a Sondrio nel 1891: il Cinema-Teatro Augusteo a Napoli (1924-29), lo stadio comunale Berta a Firenze (1930-32; 1950-51), le Aviorimesse di Orvieto e Orbetello (1935-42), il salone B del Palazzo di Torino Esposizioni (1947-54), la sede Unesco a Parigi (1952-58), il Palazzetto dello Sport a Roma (1956-57), il Palazzo del Lavoro a Torino (1959-61), la Torre della Borsa a Montréal (1961-65), la Sala delle Udienze Pontificie in Vaticano (1963-71), la Cattedrale di St. Mary a San Francisco (1963-71), il Ponte del Risorgimento a Verona (1963-68), l'Ambasciata d'Italia a Brasilia (1971-77), e altre opere fondamentali come la Fondazione Lerici a Stoccolma (1952-58), il Grattacielo Pirelli a Milano (1952-57), la Cartiera Burgo a Mantova (1961-64), il serbatoio di Mirafiori a Torino (1963).
Attraverso numerosi disegni originali, fotografie e modelli si ha una perfetta restituzione del carattere delle architetture nerviane, ma soprattutto si ha la prova tangibile di come egli abbia saputo coniugare con abilità forma e struttura: un'idea di modernità alla quale Nervi partecipa da progettista ma anche da costruttore, con l'impresa Nervi e Bartoli, specializzata in sistemi di cantierizzazione e prefabbricazione nonchè luogo privilegiato per la messa a punto delle proprie invenzioni formali e delle sperimentazioni più ardite; un'attività incessante, quella di Nervi, che abbraccia tutti gli aspetti della progettazione, della produzione, dell'assemblaggio e dello stoccaggio dei pezzi necessari alla costruzione. Trampolino di lancio per questo modus operandi è la costruzione dello Stadio Comunale Berta a Firenze, in cui le nuove tecniche costruttive irrompono nella definizione plastica delle tribune e delle scale elicoidali, risolvendo apparenti paradossi statici e conseguendo un modernissimo risultato formale.
Nella prima sezione della mostra è esplorato il rapporto tra
Nervi e la committenza industriale torinese, che ha portato alla realizzazione
di importanti edifici rappresentativi per la città. Straordinario, per la
capacità di creare una compiuta identità tra struttura e architettura, il
Palazzo del Lavoro, realizzato in occasione di "Italia '61" all'interno
delle celebrazioni per il centenario dell'Unità d'Italia per ospitare la grande
mostra sul lavoro presieduta da Giovanni Agnelli e allestita da Gio Ponti: è un
unico immenso spazio di 158 metri di lato per 26 metri di altezza scandito da
pilastri cruciformi che si aprono a raggiera sostenendo ciascuno un tratto
indipendente di copertura, separato dagli altri tramite una striscia continua
di lucernari così da creare uno straordinario effetto luminoso per chi vive lo
spazio all'interno.
Dinamico e complesso il rapporto instaurato da Nervi con gli
architetti italiani del Novecento e in particolare con la realtà milanese, a
cui è dedicata la seconda parte della mostra; sono indagati, attraverso
apparati critici e estratti di riviste, i legami professionali e culturali tra
Nervi e i più importanti architetti e teorici del XX secolo: Ponti, Moretti,
Piacentini e Vitellozzi, Gabetti & Isola,
Bardi, Rogers; sia nelle vicende progettuali – il rapporto con Ponti –
che nelle affinità intellettuali – il contrastato rapporto con Rogers – Nervi
si dimostra profondo uomo di cultura, in grado di muovere le fila del dibattito
italiano sull'architettura non soltanto attraverso le proprie opere ma anche
dalle pagine di Casabella: nel numero 202 della rivista, diretta da
Rogers a partire dal 1953, appare il primo capitolo di Costruire
correttamente, scritto da Pier Luigi Nervi e tuttora in vendita nelle
librerie a quasi sessant'anni dalla sua stesura. Entrato a far parte nel 1956
del comitato di redazione di Casabella, Nervi propone una rubrica
intitolata Critica delle strutture, che secondo Rogers tende a
"giudicare la struttura non soltanto entro i suoi termini tecnici, ma come
parte dell'espressione architettonica, come fatto stesso di cultura". È
sancito, forse proprio attraverso la collaborazione con Rogers, il passaggio
dal "Sistema Nervi" allo "Stile Nervi": un
superamento delle categorie schematiche attraverso cui si definiva una modalità
del costruire per giungere al riconoscimento della complessità di una figura
che si pone al di sopra delle classificazioni, al punto da divenire artefice di
uno stile. Ingegnere, costruttore, imprenditore, calcolatore,
modellatore, insegnante, scrittore, ma in fondo, più di ogni altra cosa,
architetto: lo è per ingegno, per cultura, per raffinatezza. E
l'essere architetto si misura nella capacità di plasmare lo spazio, di
definirlo utilizzando in modo geniale e con un numero limitato
di elementi le potenzialità espressive del cemento armato. Non a caso lo stesso
Aldo Rossi – ricorda Sergio Pace in uno dei saggi all'interno del catalogo
della mostra torinese – consigliava agli studenti la lettura di Scienza o
arte del costruire? Caratteristiche e possibilità del cemento armato (1945),
annoverandolo tra i "pochi testi che ho sempre consigliato ai miei
studenti", quasi fosse un manuale di composizione architettonica. Il rapporto Nervi-Rogers, dopo una lunga collaborazione nella redazione di Casabella-Continuità, s'interromperà soprattutto a causa della distanza di vedute rispetto ad alcuni progetti di grandi maestri come Wright e Mies van der Rohe: "le ideazioni non realizzabili" - afferma Nervi nel manoscritto intitolato Poesia e realtà - "sono non solo sterili ma dannose".
A partire dal 1954, Nervi si occupa con il maestro Arturo Danusso della progettazione strutturale del Grattacielo Pirelli, una delle sfide più complesse e affascinanti, per gli esiti raggiunti, del Dopoguerra italiano. La collaborazione con Ponti assume i caratteri di una sinergia straordinaria: è uno dei rari casi in cui il progettista – un architetto – non è oscurato dalla qualità intrinsecamente e inevitabilmente architettonica delle strutture pensate dal più importante ingegnere italiano. Quella capacità di esplicitare, riassumere, talvolta esaurire le valenze architettoniche e figurative di edifici che sono pura forma strutturale – per cui alle architetture di Nervi non sarebbe possibile aggiungere o togliere nulla, in una sorta di moderna interpretazione della concinnitas albertiana – è da Gio Ponti considerata uno stimolo ad affiancare la tecnologia strutturale alla vitalità del progetto architettonico. Il risultato è una lama sottile, architettonicamente compatta e slanciata verso il cielo, ancora oggi insuperata per eleganza e leggerezza nello skyline milanese.
L'ultima parte della mostra riguarda i legami tra Nervi e la cultura politecnica milanese e torinese; nel rapporto con la Scuola è privilegiato un approccio sperimentale, che consiste per lo più nell'effettuare prove di laboratorio sui modelli in scala delle strutture progettate: celebre il modello in scala 1:15 (alto quindi quasi 10 metri) della struttura del grattacielo Pirelli, realizzato in micro calcestruzzo e sottoposto a prova presso l'ISMES (Istituto Sperimentale Modelli e Strutture) di Bergamo.
A completamento ideale della mostra, in continuità con le
manifestazioni di Esperienza Italia 150 e in omaggio alla tradizione
automobilistica della città di Torino, è stato effettuato il restauro
dell'autobus a due piani "Viberti CV 61", utilizzato per effettuare
visite guidate alle architetture di Pier Luigi Nervi nella città, organizzate
dall'Urban Center Metropolitano. Un'occasione, tra l'altro, per
riflettere sul destino di un patrimonio architettonico che merita un ruolo di
primo piano per il valore civile in grado di esprimere.
Il progetto espositivo itinerante, che nasce dalla
cooperazione tra l'Associazione Pier Luigi Nervi Research and Knowledge
Management Project con sede a Bruxelles, il Civa (Centre International
pour la Ville, l'Architecture et le Paysage) di Bruxelles, il MAXXI
(Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo) di Roma e lo CSAC (Centro
Studi e Archivi della Comunicazione dell'Università di Parma) è arricchito
da numerose nuove pubblicazioni sulla figura di Nervi, tra cui:
Pier Luigi Nervi. Architettura come Sfida
a cura di Carlo Olmo e Cristiana Chiorino, Silvana Editoriale, Milano, 2010
La lezione di Pierluigi Nervi
a cura di Annalisa Trentin, Tomaso Trombetti, Bruno Mondadori, Milano-Torino, 2010
Pier Luigi Nervi. Architettura come Sfida
Roma. Ingegno e costruzione
a cura di Tullia Iori e Sergio Poretti, Fondazione MAXXI – Mondadori Electa, Roma-Milano, 2010
Lo stile dell'ingegneria.
Architettura e identità della tecnica tra il primo
modernismo e Pier Luigi Nervi
Riccardo Dirindin, Marsilio, Venezia, 2010
Pierluigi Nervi
Torino, la committenza industriale, le culture
architettoniche e politecniche italiane
a cura di Sergio Pace, Silvana Editoriale, Milano, 2011
PIER LUIGI NERVI Architettura come Sfida
Torino, la committenza industriale, le culture
architettoniche e politecniche italiane
a cura di Carlo Olmo
29/04 - 17/07/2011, Torino Esposizioni, Salone C, via
Petrarca 39/B, Torino
Lunedì_Mercoledì_Giovedì_Sabato_Domenica 11.00 – 18.30 Venerdì 11.00 – 21.00 Martedì chiuso