Dal 21.02.2011 al 15.04.2011
Alla Fondazione Corrente il ciclo "Immagini dell'Abitare" prosegue il 22 con un dialogo tra Gianni Biondillo e Giovanna Borasi. Vi presentiamo la mostra "Inattese presenze" di Adrian Paci
La Fondazione Corrente ospita la mostra "Inattese Presenze" di Adrian Paci, all'interno di un piccolo ciclo intitolato Immagini dell'abitare, il quotidiano con un altro sguardo da martedì 1° marzo fino al 14 aprile.
In occasione della inaugurazione della mostra, si è tenuto il primo di una serie di dialoghi a tema, cui hanno partecipato:
Camillo Magni, ASF Italia
Jacopo Muzio, Fondazione Corrente
Silvia Nessi, ASF Italia
Adrian Paci, artista
il ciclo prosegue con altri 2 incontri:
22 marzo martedì 18.00 - 20.30
Città e migrazioni: gli spazi del mutamento
Dialogano:
Gianni Biondillo, architetto e scrittore;
Giovanna Borasi, ricercatrice e architetto
14 aprile giovedì 18.00 - 20.30
Finissage mostra Immagini dell’abitare, il quotidiano con un altro sguardo, Inattese presenze
Racconti dell’abitare: verso Primo Marzo 2012
Dialogano:
ASF Italia;
Associazione Todo Cambia e
associazioni afferenti al comitato Primo Marzo 2010
Gli incontri si terranno presso la Fondazione Corrente, via Carlo Porta 5, Milano
ma-gio: 9-12.30 e 15-18.30 ven: 15-18.30
www.fondazionecorrente.org
La Mostra
L'intervento di Adrian Paci nasce da un incontro con le immagini raccolte da Architetti Senza Frontiere Italia nell'arco di un anno: centinaia di scatti realizzati con una macchina fotografica usa-e-getta da immigrati nel territorio milanese.
I protagonisti si ritraggono lontano dai luoghi turistici della città, scoprendo i loro “luoghi dell'abitare”, soprattutto nell’hinterland di Milano, tra spazi privati e pubblici, immaginario della loro identità.
Scoprendo le storie degli altri attraverso i loro racconti spontanei, Adrian Paci interviene instaurando un rapporto partecipativo, coinvolgendo lo spettatore a fare lo stesso.
Nelle teche della Fondazione Corrente, una selezione di foto, montate in passpartout eleganti e dinamici, ritraggono momenti di ricreatività e impegno: i bambini che giocano; il bagnetto “forzato” nella doccia; le feste; la preghiera – tradizione e memoria; lo studio – testimonianza di volontà di integrazione; i parcheggi desolati – dignità del lavoro.
Le immagini rivelano da una parte la condizione di transizione e di instabilità propria dell'immigrazione, dall'altra parte comunicano una realtà vibrante, orgogliosa, un forte senso di vitalità e movimento.
Adrian Paci riesce a costruire nella mostra un percorso di “sensibilizzazione” dello spettatore e di attribuzione di senso, mantenendo un effetto di semplicità e immediatezza.
Al centro della sala, nell’intervento Inattese presenze, l’artista con sguardo attento parte da dettagli periferici per aprirsi a suggestioni poetiche e universali. C'è una qualità pittorica in queste sei immagini sgranate, piccole composizioni nate dalle foto “sbagliate”, in cui il dito sopra l’obiettivo fotografico, un errore comune familiare a tutti, diventa una possibilità di scelta espressiva.
I contorni fisici del dito, l’impronta digitale, si dissolvono: la presenza umana diventa una percezione che lo spettatore riesce a cogliere, spostando la sua attenzione dall'oggetto della fotografia al soggetto, che compare per la prima volta.
Nell'astrazione raggiunta, ciò che rimane sono tracce, molecole di identità umana.
Un sentire comune lega ai temi universali dell’abbandono della propria terra, la responsabilità di avere una famiglia, la casa come realtà fisica e simbolica.
Adrian Paci, con il suo sguardo, apre ad altri sguardi possibili, coscienti e consapevoli.
La proiezione in loop di tutte le immagini raccolte da Asf Italia conclude il percorso della mostra; le fotografie, dopo l'intervento dell'artista, riescono a scuotere l'interesse e la sensibilità di chi le guarda.
Nel bombardamento di immagini quotidiane, lasciando spazio a inattese visioni, conosciamo i nostri vicini e le loro testimonianze, vicende umane irripetibili.
In un momento di riflessione artistica e civile, prende voce il tema della responsabilità.
Testo di Deianira Amico
Adrian Paci (cliccando è visibile un video dell'artista) è nato a Scutari, in Albania, nel 1969. Dopo aver terminato gli studi all'Accademia di Belle Arti di Tirana, nel 1992 arriva in Italia con una borsa di studio per studiare “Arte e Liturgia”. Tornato in Albania nel 1995, insegna Storia dell’Arte ed Estetica a Scutari fino al 1997, quando si trasferisce definitivamente con la famiglia a Milano, cominciando a lavorare prima come restauratore, poi nello studio di Luciano Formica. Nel 1998 realizza il suo primo video, Albanian Stories; nel 1999 espone alla Biennale di Venezia nel primo padiglione albanese; del 2002 è la prima mostra personale in un museo, alla Gamec di Bergamo, seguita dalla mostra Piktori a cura di Angela Vettese e la prima mostra personale alla galleria Francesca Kauffmann con cui collabora tuttora. La mostra al Contemporary Art Museum di Houston, nel 2005, è la prima personale negli Usa; seguono la mostra al P.S. 1 Contemporary Art di New York e alla Moderna Musset di Stoccolma. Nel 2007 vince il Premio Pino Pascali e nel 2008 il premio della Quadriennale di Roma. Nel 2012 esporrà alla Galeries nationales du Jeu de Paume, Parigi, in una mostra personale curata da Marta Gili; nel 2013 sono in programma una mostra a La Conservera, Murcia, Spagna, e al Musée d’Art Contemporain, Montreal.