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Monestiroli Architetti Associati – con Tomaso Monestiroli a Pioltello

Dal 17.02.2010 al 17.02.2011

Pioltello, una nuova ‘Porta’ al sistema metropolitano milanese. Un altro esempio di come il vuoto urbano sia nulla senza relazione con l’attenta e sapiente modellazione del suo involucro

Incontro Tomaso Monestiroli in una giornata all’insegna del bianco: cielo bianco,  tanta  neve e un freddo dannatamente bianco. 
Penso ahimè alle foto che non riuscirò a fare, se non peggio del solito: ‘con il sole nelle palpebre abbagliate la neve si trasforma in frantumi di vetro’, come dice il poeta.

Ci troviamo a studio ancora deserto, in una delle più belle càsere rimaste di quello che era il sistema dei magazzini lungo i navigli, una corte lunga oltre 100 metri, con ingresso ai due estremi, dove mi accoglie gioviale come sempre.
Andremo assieme a visitare un cantiere a Pioltello, in buona parte concluso, di cui mi mostra il  modello: stazione ferroviaria, centro commerciale e residenza.

L’occasione del nostro sopralluogo di oggi, mi racconta, parte da molto lontano.
All’interno della Triennale del 1995, “Il centro altrove. Periferie e nuove centralità nelle aree metropolitane”,  il prof. Antonio Monestiroli proponeva, come affermazione del sistema della linea ferroviaria passante, che ha come capolinea proprio la stazione di Pioltello, una nuova  ‘Porta’ al sistema metropolitano milanese.
Per farlo, l’area della nuova stazione doveva diventare in qualche modo generatore di un nuovo centro civico, articolato su più elementi a ricucitura delle diverse parti attigue, nel frattempo in rapida conversione di destinazione, prevalentemente da industriale a residenziale, con un margine ancora più ampio e definito dal parco Trenzanesio.
L’amministrazione locale colse l’occasione ed espresse il desiderio di rendere attuativi alcuni degli spunti teorici contenuti in tale progetto.
Per farlo, si è attivata con Ferrovie dello Stato e alcuni operatori già attivi localmente concertando la sua fattibilità, e coinvolgendo direttamente lo studio Monestiroli, ideatore della proposta.
Nei fatti, tramite convenzione, si è progettato un nuovo innesto, a costituire un sistema coerente sia con le ferrovie -attraverso la nuova stazione- che con la residenza in corso di costruzione a est, attraverso una testata adeguata e coerente alla prima.  Operazione che, se pur limitata come scala rispetto alla proposta teorica originaria, non è da meno riguardo al suo rapporto con la città.
Andava così definendosi, attraverso il rapporto tra residenza e stazione, un nuovo sistema di piazze su cui si è attestato a sud, a concluderne il carattere eminentemente pubblico, un mercato, ovvero come si usa dire oggi, un nuovo comparto commerciale.

E' seguita quindi la messa a punto del progetto in convenzione appunto con l’operatore privato, che ha accettato di modificare il proprio impianto originario al fine di rendere più efficace a scala urbana il suo stesso intervento.

Arriviamo intanto a Pioltello, e lungo la strada mi mostra diversi interventi esistenti di rilievo (Gardella, Canella, Guidarini Salvadeo in costruzione) .

L’invenzione a tutta prima evidente è di impianto, espresso nella piazza pedonale, a lato della ferrovia verso sud. Figuriamoci poi ora che è tutta bianca. Tomaso mi dice essere di fatto in buona parte in mattoni posati di coltello a spina di pesce. Una scelta che spiega bene, nella sua ricchezza, l’importanza data allo spazio pubblico, ma soprattutto il rapporto imprescindibile con gli edifici che la circondano.
Un altro esempio –se ce ne fosse stato bisogno- di come il vuoto urbano, il luogo pubblico, sia nulla senza l’attenta e sapiente modellazione del suo involucro: è comunque una interazione attenta con l’architettura a dare la ragione, la misura e la qualità dello spazio, non solo pubblico, che stiamo attraversando.  

E proprio perché tale principio urbano (di impianto) vale anche per i tipi edilizi, ognuno dei corpi descritti appare subito riconoscibile, anche se in un fitto dialogo di corrispondenze e rimandi riguardo la loro composizione. Mi  torna subito in mente il modello di studio che Tomaso mi mostrava prima, da cui emergeva immediato, come sovente accade per le architetture del loro gruppo, ogni singola destinazione d'uso degli edifici: Stazione, Mercato, Residenza, e naturalmente, la piazza.

Entriamo nel centro commerciale per un caffè. Tomaso tiene a mostrarmi come l’inerzia dell’allestimento del sistema della distribuzione commerciale, specie nel supermercato, non abbia tenuto conto della prerogativa di grande trasparenza legata alla struttura adottata. Evidentemente abituati a inserirsi in anonimi capannoni, senza alcun rapporto con il contesto o il suo intorno, la definizione introversa del progetto di interni, se così si può dire, prevale.
Eppure,  mi racconta, si è pure spinto a disegnare e proporre di propria iniziativa soluzioni a loro compatibili che rientrassero con maggior coerenza nell’impianto. Un occasione persa, perché negli esercizi che hanno accettato il principio di trasparenza, lo spazio si disvela appieno nella sua qualità.

All'esterno, la trave reticolare estradossata si leva poderosa e, da sola, definisce il carattere dell’intervento. In realtà non è vero: molti dettagli, nella definizione della grana fine dell’edificio, sono a declinare il principio che quella esprime, attraverso un linguaggio preciso, solido e chiaro, non necessariamente didascalico.  È la cura di questa espressione che dichiara il realismo delle intenzioni, senza ostentazione, come fosse un fatto normale, forse sempre esistito.
L’incanto si potrebbe rompere a confronto con quanto vi è attorno, a definire un’altro tipo di normalità fatta di mediocrità e approssimazione. Ma anche a questo, penso tra me e me, serve la buona architettura, a disvelamento, appunto, della realtà.

La stazione FS si sviluppa attorno ad una scala a tenaglia che esplicita la presenza di servizi vari ai piani superiori, sia comunali -per gli anziani- su un lato, sia di gestione delle FS sull’altro. Anche qui l’attenzione nei dettagli, che questa volta colgo nella apprensione con cui Tomaso reagisce ad evidenti errori di realizzazione.
È previsto anche uno stralcio successivo per ulteriori servizi e il collegamento aereo sopra la ferrovia al parcheggio a nord, chissà se mai verrà realizzato.

Da qui la visione è chiara, e pur col freddo che fa mi sembra di riuscire a cogliere la dimensione paradossalmente raccolta di questa piazza, potenzialmente abitata da viandanti, bersò e sedute accanto al mercato.

La quinta che disegna l’edificio residenziale infine, sul lato opposto verso ovest, costituisce la poderosa testata dell’ancora più denso intervento retrostante.
Ma a darle una dimensione ‘umana’ ci pensano alcuni Babbi Natale appesi ai balconi…


Francesco de Agostini


Piano Particolareggiato: 1997
Progetto Architettonico:2001 – 2005
Realizzazione 2004 - 2010

Edificio Residenziale,   7000 mq slp
Edificio  Commerciale, 3000 mq slp
Edificio  stazione e servizi, 2000 mq slp
Piazza, 1500 mq

Progetto architettonico e direzione Artistica: Monestiroli Architetti Associati, Studio di Architettura Lussignoli
Collaboratori: Arch. Chiara Besozzi, Arch. Federica Farina, Arch. Fabrizio Bonomi
Progetto strutture e D.L.: BCV progetti (Ing. Carmelo Raffa)
Progetto impianti e D.L. :  Amman progetti    
Committente: Altamira s.r.l. – Comune di Pioltello – Ferrovie dello Stato


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