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Edificio per abitazioni e negozi
Anno: 1959 - 1961
Località: Milano, Brera
Indirizzo: via Delio Tessa 2, via San Simpliciano 5
Destinazione d'uso: Edifici per residenze ed uffici
Progettista: GPA Monti
L’edificio, articolato secondo due corpi di differenti dimensioni su un impianto a L, introduce una serie di interventi di grande qualità che interesseranno quest'area del centro storico cittadino, parzialmente danneggiata dalle distruzioni del periodo bellico. Qui, a due passi dai chiostri di san Simpliciano, dove i BBPR erano intervenuti per i restauri del convento ricavando gli spazi per il proprio studio, sorgono i complessi abitativi di via dei Chiostri (1961- 1970), degli stessi BBPR, e la casa Pirelli (1962-1964) di Luigi Caccia Dominioni; Vico Magistretti concluderà la ‘triade’, alla fine degli anni Sessanta, con il complesso polifunzionale tra le vie San Marco e Solferino (1969-1971).
I GPA Monti (Gianemilio, Piero e Anna Bertarini, moglie di Piero), professionisti colti e raffinati, vengono incaricati di realizzare l’isolato compreso tra via Tessa, via San Simpliciano e corso Garibaldi, destinato a residenze e commercio. I progettisti decidono di muoversi secondo l’articolazione di due differenti volumi, enfatizzando il risvolto sul corso con un corpo più alto di tre piani rispetto ai quattro fuori terra del blocco di minor altezza ma dai fronti più ampi. Al centro della ricerca compositiva è posto il tema del rivestimento, da cui si evince una ricercata maestria nell’utilizzo di un materiale tradizionale come il laterizio che, sebbene faccia riferimento all’attigua preesistenza di S. Simpliciano, rappresenta comunque per i GPA Monti una cifra di riconoscimento su cui sperimentare sofisticate tessiture, qui espresse soprattutto in corrispondenza degli angoli. Ed è proprio a partire dallo spigolo che si organizza la composizione dell’intero orga nismo. Le differenti altezze dei due corpi edilizi vanno a identificare il diverso carattere delle strade su cui si attestano: infatti anche il basamento che ospita gli esercizi commerciali, connotato dal marcapiano continuo in pietra chiara, si innalza in corrispondenza dell'angolo su corso Garibaldi. Sul piano compositivo un ruolo importante è stato attribuito alla definizione dell’impianto degli alloggi: essi hanno rappresentato l’elemento generatore dell’impaginato dei fronti dove a sottili aperture e finestre alla ‘francese’ si alternano ampie vetrate leggermente sporgenti, distribuite con ritmo più sincopato nella torre rispetto ai fronti più sereni sulle vie. L’organizzazione planimetrica interna è informata a quella “scala umana” più volte ribadita da Gianemilio Monti come dato imprescindibile del progetto contemporaneo. Dunque sono studiati salti di quota e differenziazione nei tagli degli alloggi, nella ricerca di spazi fluidi e continui. La presenza di grandi finestre a tutt’altezza sui soggiorni posti in angolo al quarto e quinto piano è legata alla volontà di privilegiare l’affaccio sul corso, così come avviene nelle aperture dell’ultimo livello del corpo più basso realizzato a mansarda – sormontato da una terrazza privata e sottolineato dalla presenza di un cornicione a sbalzo che fa da contrappunto al sistema architravato dei negozi – per la vista verso la chiesa di San Simpliciano.
Fra il 1962 e il 1965 lo studio Monti progetterà anche gli interni dell’abitazione del pittore Pino Tovaglia, in cui la differenziazione delle funzioni corrispondenti ai diversi ambienti è affidata a raffinate variazioni dei pavimenti, mentre la continuità dello spazio è assicurata dalla medesima stoffa giapponese verde smeraldo alle pareti.
A. Disertori
in“Dedalo”, n. 9, 1998
in “Abitare”, n. 31, 1964, pp. 26-31
A. C. Cimoli
in “AL”, n. 11, 2003, pp. 44-47