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Anno: 1970 - 1979
Località: Milano, Parco Lambro - Cimiano
Indirizzo: via Angelo Rizzoli 8, Milano
Destinazione d'uso: Quartiere residenziale
Progettista: Giancarlo Ragazzi, Giuseppe Marvelli, Antonio d'Amato, Giulio Possa, Enrico Hoffer (paesaggio)
Milano 2
I terreni di quella che a Segrate sarebbe diventata Milano2 vennero resi edificabili a seguito di alcune convenzioni stipulate dal conte Leonardo Bonzi a partire dal 19631, attraverso una robusta proposta immobiliare di tipo tradizionale (2,5 milioni di mc per 10.000 abitanti). Nel 1968 il conte vendette all’Edilnord di Silvio Berlusconi2, che ribalterà il modello insediativo: per la prima volta nel panorama abitativo italiano, si darà forma a un insediamento residenziale elitario, introverso, socialmente omogeneo (riservato ai ceti abbienti); ma al contempo fuori dalla citta?: due caratteristiche allora inedite e senza precedenti. Berlusconi opto? all’inizio per un effetto di chiusura e protezione: “(…) una volta entrati a Milano2, non si percepisce il mondo esterno”; un quartiere con tutti i confort, sicuro e tranquillo3; un’isola felice, ma soprattutto un’isola4; promuovendo contemporaneamente il sogno di un mondo separato dal caos urbano.
In seguito alle prime poco fortunate campagne di vendita5, il progetto venne arricchito tipologicamente e funzionalmente6, integrandolo con edifici a torre, un centro direzionale, una galleria commerciale; mescolando un certo grado di urbanità con una socialità selettiva, per “(…) proporre una commistione delle funzioni urbane (residenza - lavoro - tempo libero) che si opponesse all’esasperata zonizzazione razionalista.” La struttura urbana è definita dall’asse centrale (la strada di spina, via F.lli Cervi), lungo cui il quartiere si sviluppa e sono localizzati il centro direzionale (Mediaset e Publitalia,7 edifici,), lo sporting - club, l’albergo e il residence, la chiesa, il centro civico, il complesso scolastico, l’ufficio postale; ma è il sistema del verde, pervasivo e continuo, che rappresenta il vero connettivo del quartiere. I linguaggi e le soluzioni tipologiche – architettoniche continuano a parlare ai ceti borghesi, proponendo un modello abitativo allo stesso tempo arcadico (case immerse nel verde, percorsi pedonali e ciclabili separati dalla viabilità) e di marcato lifestyle7, con 28 edifici, articolati in tre tipologie: le residenze con portici (destinati al commercio e ai servizi) lungo la strada di spina; le schiere (a C o a L), costruite attorno ai grandi giardini condominiali; le case a torre. Architetture civili (quasi) tutte uguali, colori uniformi (intonaci dall’ocra al rosso); materiali tradizionali (il cotto per la pavimentazione dei portici, la pietra per i percorsi, i coppi dei tetti). La struttura del quartiere è rimasta sostanzialmente invariata nel tempo, pur adattandosi all'evoluzione demografica e sociale (gli abitanti sono scesi a 6.000), ai cambiamenti e alla crisi economica cha ha interessato gli stessi ceti medi: anche per Milano2, il futuro non è più quello di una volta.
Piergiorgio Vitillo
[1] Nel 1981, Alessandro Balducci e Mario Piazza, Dal parco sud al cemento armato, hanno efficacemente ricostruito il contesto politico – amministrativo dello sviluppo immobiliare nell’hinterland milanese: la proliferazione di convenzioni tra comuni e proprietari dei terreni era in quegli anni il fenomeno generalizzato che ha avviato un pervasivo processo di “compromissione giuridica” dei suoli.
[2] Berlusconi acquista dall’eclettico trasvolatore atlantico - attraverso la cugina Lidia Borsani, per tre miliardi di lire - il grande compendio di più di 70 ettari di Segrate.
[3] Da 1961, a 25 anni, Silvio Berlusconi debutta nel settore immobiliare grazie ai capitali dell’istituto Rasini. Milano2, dopo la più tradizionale esperienza di sviluppo immobiliare a Brugherio (1963 – 1966), rappresenta per Berlusconi la nascita del suo impero televisivo: Telemilano nel 1976 (emittente locale esclusiva del complesso residenziale), che nel 1980 diventerà Canale 5.
[4] Dario Ronzoni, Milano 2, il futuro di un paradiso perduto, Linkiesta. 4 aprile 2015.
[5] Bruno Cousin, La “città dei numeri uno”. Berlusconi e l’invenzione dei nuovi quartieri borghesi di Milano, in Capital City. (Dis)ordine economico e conflitti urbani, n.35/2014. Durante la realizzazione dei primi edifici, l’operazione rischiò di fallire e l’iniziativa si rivolse agli investitori istituzionali.
[6] Su questo si veda in particolare, Paolo Berlusconi, Giorgio Medail, Milano 2. Una citta? per vivere, Direzione dell’informazione d’Edilnord Centri Residenziali,1976.
[7] L’85% della superficie è a verde attrezzato (circa 345.000 mq, pari a 40 mq per abitante), sono piantati più di 5.000 alberi, realizzati 10 km di percorsi pedonali e 5 km di percorsi ciclabili; solo il 10% della superficie è coperta dagli edifici, il 5% dalle superfici stradali (fonte: www.milano2.it).