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Complesso per abitazioni, uffici, autorimessa e supermercato
Anno: 1967 - 1969
Località: Milano, P.ta Romana
Indirizzo: via Muratori, via Friuli, via Sigieri
Destinazione d'uso: Edifici per residenze e commercio
Progettista: Fausto, Lucio e Vincenzo Passarelli, Giuseppe Chiodi
In un’area di circa 15.000 mq posizionata immediatamente a ridosso del centro, in luogo di una fabbrica siderurgica smantellata, l’Istituto Mobiliare Italiano finanzia alla metà degli anni Sessanta un progetto ambizioso, dinamico e dirompente, che prevede vari edifici differenziati per materiali, dimensioni e destinazioni funzionali. Lo studio romano Passarelli (qui in collaborazione con Giuseppe Chiodi) reinterpreta il tema recentemente sperimentato nelle residenze di via Campania a Roma e realizza un complesso che, in maniera per molti versi analoga, si caratterizza anch’esso per le «eleganti ma rarefatte disarticolazioni» (Tafuri, 1982), offrendosi con la sua complessità progettuale come antidoto alla congestione edilizia milanese del periodo. Non è difficile riconoscere i numerosi riferimenti culturali a cui si affidano i progettisti, conferendo spessore culturale all’intervento: le opere del tardo Le Corbusier, di James Stirling e di Louis Kahn.
Uno “scarno” blocco posizionato al limite del lotto sulla via Muratori contiene il locale commerciale con il soprastante parcheggio a piani sfalsati; a esso è affiancata una voluminosa rampa carrabile sostenuta da pilastri a fungo. Un edificio per uffici affacciato su via Sigieri poggia a una parete cieca di mattoni che delimita l’intervento rispetto agli edifici preesistenti. Le residenze sono invece disposte sulla diagonale lunga dell’isolato. La varietà di materiali apparentemente poveri e usati in maniera spregiudicata concorre alla riuscita di questo inconsueto brano di città, linguisticamente autonomo ma ben integrato nel tessuto urbano: calcestruzzo a vista per il piccolo centro commerciale, per il parcheggio e per i vani scala, mattoni a vista per le abitazioni e per gli uffici, soffitti al rustico, legni naturali per serramenti e oscuramenti, pavimenti in gomma.
Le residenze, cui si accede da un ingresso ipogeo, si compongono di molteplici corpi edilizi modulari, variati tra essi sia in pianta che in altezza, serviti da due volumi più alti in cemento che ospitano gli impianti di risalita e i servizi tecnici. Tutti questi edifici – i blocchi residenziali, i corpi scala e le funzioni commerciali e di parcheggio – sono connessi da un sistema di spazi sospesi su pilotis in cemento a vista e da sottostanti gallerie seminterrate. Proprio nella progettazione del pianterreno, «studiato con estrema ricercatezza e pieno di suggestioni» e pensato come uno «spazio a vocazione comunitaria» (Guenzi, 1969), gli architetti dimostrano la buona riuscita dei propri propositi progettuali: il percorso distributivo alterna spazi collettivi per la sosta armonizzati con i giardini progettati da Maddalena Vignetti. I volumi residenziali più profondi si caratterizzano per la presenza di due suggestivi cavedi circolari in mattoni, visibili dal piano terra libero.
C. Guenzi
in «Casabella» n.343, 1969
V. Cabianca
in «L’architettura cronache e storia» n.197, 1972
G. Aloi
Hoepli, Milano 1972
M. Grandi, A. Pracchi
Zanichelli, Bologna 1980
G. M. Jonghi Lavarini, M. De Caro
Di Baio, Milano 1987
G. Gramigna, S. Mazza
Hoepli, Milano 2001
M. Biraghi, G. Lo Ricco, S. Micheli (a cura di)
Hoepli, Milano 2013