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Grattacielo Pirelli
Anno: 1952 - 1961
Località: Milano, Centrale
Indirizzo: P.za Duca D'Aosta 3
Destinazione d'uso: Edifici per uffici
Progettista: Gio Ponti, A. Fornaroli, A. Rosselli, con Valtolina, Dell'Orto
Affettuosamente chiamato dai milanesi il “Pirellone”, con i suoi 127,10 m è stato per 50 anni il più alto edificio della città, fino alla realizzazione del nuovo Palazzo della Regione. Il grattacielo, che nel 1978 è stato acquistato dalla Regione Lombardia, sorge sul terreno della Brusada, area dismessa su cui era collocato uno storico stabilimento industriale della Pirelli distrutto dai bombardamenti aerei del 1943. Nato come prestigiosa sede centrale della stessa azienda da cui prende il nome, è divenuto in quegli anni il simbolo della rinascita della città e il suo maggior rappresentante all’estero. La tipologia a torre è stata deliberatamente scelta perché ritenuta la più adatta a creare un’immagine riconoscibile: “[…] la lama di cristallo del grattacielo Pirelli individua nel lessico del razionalismo l’inevitabile percorso per trasformare Milano in una città moderna, sancendo la sua appartenenza al circuito internazionale”.
E tale risultato è stato ampiamente ottenuto grazie al segno progettuale di Gio Ponti, che tramite questa opera realizza il suo ideale architettonico della “forma finita”, immodificabile, “pura”, attraverso quella ricerca che per Ponti è una “volontà di giungere nelle forme a quella essenzialità, dove nulla è da togliere e nulla da aggiungere”. Per la sua costruzione utilizza tecniche e materiali innovativi, frutto del progresso tecnologico, e si avvale di un importante team di collaboratori, tra cui Fornaroli, Rosselli, Valtolina, Dell’Orto, Nervi e Danusso. Il grattacielo si colloca su un basamento che ospita gli spazi di servizio e l’auditorium; verso piazza Duca d’Aosta è posto l’ingresso principale. La forma della torre è molto particolare; si tratta infatti di un esagono “schiacciato”, molto allungato e stretto, che origina il tipico profilo a “diamante”, lungo più di 70 metri e largo solo 18,50, una vera innovazione rispetto ai classici edifici alti a pianta rettangolare. La facciata tripartita è definita dal posizionamento dei quattro “pilastriparete”, stretti ma profondi 2 metri alla base e rastremati fino a soli 50 cm alla sommità, che risolvono i problemi strutturali dovuti all’altezza di una costruzione così sottile, insieme alle quattro “semipunte triangolari” alle due estremità del grattacielo, rivestite a mosaico ceramico. La sommità dell’edificio è costituita da un coronamento sospeso, un’esile soletta in cemento armato.
L’edificio viene completato quindi tramite il curtain-wall, una superficie continua di vetro agganciata alla struttura in cemento armato. Nella sua chiarezza e semplicità, con il caratteristico volume imponente e allo stesso tempo sottile, il grattacielo Pirelli, anche grazie alla sua posizione su un terreno libero, non chiuso ai margini, riesce ad assumere immagini differenti in base ai diversi punti da cui lo si osserva, passando dalla visuale del fronte ampio, all’immagine sottile e slanciata delle due testate rastremate.
R. Aloi
Hoepli, Milano, 1959.
M. Grandi, A. Pracchi
Zanichelli, Milano, 1980.
A. Pica
Guida Ariminum, Milano, 1964.
S. Polano
Electa, Milano, 1991.
in "Domus", n° 316, mar. 1956
in "Edilizia moderna", n° 71, set. 1960
in "Rivista Pirelli", n° 3, giu. 1955
F. Brevini, F. Radino
Touring Club Italiano, Milano, 2004.