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Anno: 1882 - 1883
Località: Milano, Garibaldi - Repubblica
Indirizzo: viale Monte Grappa 8
Destinazione d'uso: Edifici per l'industria
Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo la fabbrica diviene protagonista del paesaggio urbano di Milano, che in quel periodo si va definendo come capitale industriale e finanziaria della nuova Italia unita. E’ in questa fase che si assiste ad una vera e propria “questione operaia”, in virtù delle nuove esigenze sociali dettate dal massiccio inurbamento. Il dibattito culturale innescato dai diversi congressi svoltisi in concomitanza con l’esposizione universale del 1881 crea un fermento culturale che sfocia in una vera e propria questione sociale. In tale contesto, il concetto di assistenza passa da “pietà religiosa” a vero e proprio impegno civile assumendo un ruolo importante, concreto e insieme simbolico, nel definire il paesaggio urbano in formazione. Accanto agli edifici religiosi nascono strutture integrative: le scuole di avviamento professionale dei Salesiani e gli oratori. Sorgono inoltre i primi esempi di filantropia sociale: le cooperative sociali, le società di mutuo soccorso, le cooperative di consumo per la formazione di spacci alimentari. Da queste ultime prenderanno avvio le costruzioni edilizie destinate ai loro associati e nel 1908 nascerà anche l’Istituto Case Popolari.
In questo scenario l’edificio in mattoni a vista dell’ “Opera Pia Cucine Economiche” – presso il vecchio Ponte delle Gabelle sul Naviglio della Martesana, l’attuale viale Montegrappa – progettato dall’architetto Luigi Broggi nel 1883 per conto dell’Opera Pia omonima, assurge a monumento sociale oltre che architettonico. Inaugurate il 15 Dicembre 1883 dal “Comitato promotore per le Cucine Economiche e i Forni sociali”, le cucine economiche sono nate per fronteggiare un bisogno primario del sottoproletariato e della classe operaia. Ispirate alla prima cucina per gli ammalati poveri, aperta nel 1879 da Alessandra Massini, che distribuiva pasti caldi gratuitamente agli abitanti del quartiere, fin da subito le cucine economiche hanno goduto di vasta notorietà per l’efficacia sociale dell’iniziativa, in quanto in grado di offrire cibo ai lavoratori e ai poveri della zona. Il fabbricato, in stile neoromanico decorato in terracotta con facciata in mattoni a vista, su due piani (al piano terra la mensa e le cucine e al piano soprastante gli uffici dell’amministrazione) è un importante esempio di architettura assistenziale a Milano. Le cucine economiche non sono più in uso dagli anni Settanta; quando erano in attività vi era un refettorio con 160 posti. Durante i recenti lavori di restauro per l’adeguamento a centro polifunzionale, a cura dell’arch. Carlo Catacchio, sono emerse le decorazioni originali della facciata in stile eclettico ed i locali di servizio, un tempo al piano dell’alzaia sulla Martesana, ora interrati. L’edificio ospita oggi diverse attività culturali.